§ 85. — Aumento negli
affari. Suoi effetti.
Ma d’altra parte sopravvenne uno
straordinario accrescimento di relazioni d’indole commerciale. Questo però non
ebbe grande influenza sulla distribuzione della ricchezza se si tolgono i
grandi centri. Imperocchè se fu in parte reale, per una parte molto maggiore fu
fittizio: non solo ebbero incremento naturale il commercio dei prodotti
agricoli e dello zolfo per la libertà di commercio e per le accresciute
comunicazioni regolari col Continente, ma i numerosi appalti per opere
pubbliche per un verso, e l’introduzione di numerose sedi e succursali di
stabilimenti di credito per l’altro, fecero nascere una attività di affari,
insolita per l’Isola, e relazioni d’indole complicata, alle quali le
popolazioni non erano per nulla preparate.
Ne risultò da un lato, che i
capitali offerti sul mercato dagli stabilimenti di credito, non trovando chi
fosse capace di adoperarli nelle speculazioni produttive, per le quali l’Isola
presenta pure campo sterminato ed incolto, e di cui ha tanto bisogno, vennero
per la maggior parte usati da affaristi in imprese poco atte a produrre frutti
nelle condizioni attuali della Sicilia e furono consumati improduttivamente.
Codesto è stato mal comune non della Sicilia solamente, ma dell’Italia e
dell’Europa intera, per tacere dell’America. Ma in Sicilia ha prodotto danni maggiori
che altrove, perchè maggiori che altrove erano i bisogni ai quali siffatti
capitali avrebbero potuto giovare, e minore che altrove era il numero delle
persone capaci d’intendere i veri bisogni, e di salvare una parte dei capitali
posti sul mercato, adoperandoli a soddisfar quelli; finalmente perchè il timore
prodotto dall’esser fallite talune imprese, è molto maggiore che altrove in un
paese dove la ripugnanza ad impiegar capitali fuori dalle poche vie consuete è
incomparabilmente più grande che dove le condizioni economiche sono più
progredite.
Inoltre la popolazione
dell’Isola, avvezza, fuori di pochissimi centri, a relazioni commerciali scarse
e di una semplicità primitiva, vide ad un tratto non solo crescere il numero di
queste, ma anche mutarsi l’indole loro, e questa diventar delicata e
complicatissima. In conseguenza del sopravvenire di siffatte relazioni, vennero
per necessità ad aver occasione di essere applicate quelle non meno complicate
regole di diritto che sono indispensabili per sancirle, garantirne
l’esecuzione, insomma per renderle possibili. Manifestamente, a queste regole
di diritto non poteva corrispondere il senso giuridico dell’universale, giacchè
fino allora il bisogno non ne era stato sentito. La loro importanza per il buon
andamento della società non poteva essere intesa; non potevano da un momento
all’altro imporsi moralmente. Il complicato meccanismo della cambiale, per
prendere un esempio, il valore commerciale della firma, la importanza del
pagamento a giorno fisso, non potevano dai proprietari dell’interno della
Sicilia, avvezzi solamente a contratti di affitto e a compre e vendite alla
buona, esser meglio capiti che non lo siano da buona parte dei più ricchi
signori nelle principali città d’Europa. I quali ritardano indefinitamente il
pagamento delle cose comprate dai commercianti, e sono per tal modo cagione
perfino del loro fallimento. E mentre il commerciante ritiene sè stesso, per
aver senza sua colpa mancato ai suoi impegni, disonorato al punto di togliersi
la vita, i suoi debitori inesatti non si credono disonorati punto per aver
commesso volontariamente il fatto medesimo, ma invece crederebbero di esserlo
quando non pagassero nelle ventiquattr’ore un debito di giuoco.
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