§ 96. — Le opere pubbliche.
Fra i principali mezzi per
rimediare ai mali non solo amministrativi, ma di ogni specie, devesi annoverare
la facilità delle comunicazioni, la costruzione di una fitta rete di strade
ruotabili e di ferrovie. Certamente le strade da sè sole non potrebbero recare
grande utilità almeno in breve tempo, ma senza di esse, qualunque altro rimedio
perderebbe ogni efficacia.
L’argomento sul fatto e sul da farsi in questa materia, è
stato dalla Relazione della Commissione d’inchiesta per la Sicilia dottamente e
distesamente trattato206. Ci contenteremo dunque di rinviare a quella
il lettore, e per parte nostra aggiungeremo solamente poche osservazioni. Di
fronte allo spreco di forze e di denari adesso cagionato dal mancare l’unità di
direzione per la costruzione della rete stradale siciliana, di fronte
all’urgente bisogno di compierla nel più breve tempo possibile, noi proporremmo
di affidare allo Stato la costruzione non solo delle strade comunali
obbligatorie (come propone la Commissione d’inchiesta) ma delle strade di ogni
categoria, rivalendosi esso delle spese anticipate sugli enti cui spettano per
legge. E daremmo anche all’amministrazione incaricata di questa opera in
Sicilia quella certa autonomia di fronte al potere centrale, che la Commissione
d’inchiesta propone di dare all’amministrazione incaricata della costruzione
delle ferrovie.
La riescita di un tale sistema,
dipenderebbe esclusivamente dal personale cui venisse dallo Stato affidata la
sua esecuzione. Finchè dureranno ad esser fatti come lo sono adesso gli studi
preliminari e le perizie dei lavori da farsi; finchè i prezzi posti agli
appalti de’ lavori saranno tali da dar margine agli accollatari a pubblici e
scandalosi guadagni di centinaia di mila lire sulla costruzione di pochi
chilometri di strada; finchè i collaudi dei lavori si faranno in guisa tale
che, anche dove il prezzo dell’accollo riesca giusto od anche inferiore al
giusto, pure l’accollatario possa trovare sicuro guadagno colla cattiva costruzione
delle strade, l’affidare la direzione allo Stato, alle Province, ai Comuni o ad
altri sarà tutt’uno. Il personale dovrebbe dunque essere intelligente,
istruito, laborioso e coraggioso per potere studiare sui luoghi le condizioni
dei terreni e i tracciati. Dovrebbe essere inaccessibile alle influenze e
pressioni di ogni genere e tener conto solamente degli interessi generali
dell’Isola nella determinazione dei tracciati delle strade e dell’ordine di
tempo nel quale si dovessero costruire, e per ciò dovrebbe essere composto
esclusivamente di persone del Continente.
Ma perchè queste qualità del
personale approfittassero alla Sicilia e all’Italia, converrebbe che il Governo
centrale non fosse il primo a lasciarsi influenzare od ingannare da quegli
interessi esclusivi di persone, di camarille, di località che dappertutto in
Sicilia si fanno innanzi, s’impongono ai Siciliani stessi, si presentano sotto
forma d’interesse generale e come tali si fanno trattare a danno degli
interessi generali veri. Nella combinazione di questo prevalere ed imporsi
degli interessi e dei desiderii d’infime minoranze, collo spirito della
legislazione e della pratica di Governo italiano, sta la cagione prima e il
fondamento della straordinaria impotenza di questo a riparare a tutti i mali di
Sicilia di ogni genere e specie. Preparato ormai il campo coll’analisi degli
elementi della società siciliana, potremo, senza troppo dilungarci, esporre nel
capitolo seguente in quali modi e con quali forme siffatta cagione possa
produrre tali effetti.
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