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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO PRIMO   CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE DELLA SICILIA
    • Capitolo IV. RELAZIONI ECONOMICHE E AMMINISTRAZIONI LOCALI
      • Capitolo V. IL GOVERNO E LE INFLUENZE LOCALI IN SICILIA
        • § 97. —Come, per il sistema di governo in vigore in Italia, la classe dominante sia considerata quale interprete dei bisogni dell’intera popolazione.
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Capitolo V.

IL GOVERNO E LE INFLUENZE LOCALI IN SICILIA

 

 

 

§ 97. —Come, per il sistema di governo in vigore in Italia, la classe dominante sia considerata quale interprete dei bisogni dell’intera popolazione.

Negli Stati costituzionali, i quali come l’Italia intendono reggersi per mezzo della classe media, il fondamento di tutto il meccanismo governativo sta nelle influenze locali. Il Ministero governa per mezzo della maggioranza dei deputati alla Camera, e l’elezione di questi dipende in gran parte dalle persone che per qualsiasi cagione possono influire sui voti degli elettori in ogni collegio. Ancor quando il Ministero usi per determinare l’indirizzo di queste persone influenti i mezzi di cui dispone, questi non possono essere che promesse o minacce, ed in conseguenza si risolvono inevitabilmente nel favorire o nell’avversare quelle persone stesse nei loro interessi. Questi interessi medesimi, nell’atto pratico, trovano inoltre validi avvocati ed intercessori nei deputati eletti. I bisogni e i desideri manifestati da queste persone influenti, determinando la scelta d’un deputato piuttostochè di un altro, sono necessariamente considerati come bisogni e desiderii del paese. Per modo che l’opinione di quelle costituisce l’opinione pubblica.

Imbevuto dallo spirito di siffatto ordinamento l’intero sistema del Governo, ne risulta che questo per determinare l’indirizzo della sua politica in tutto il paese ed in ciascuna delle sue parti, cerca di conoscere i desiderii della maggioranza di queste persone influenti rispettivamente in tutto il paese ed in ciascuna parte di esso. E siccome in teoria, i desiderii della maggioranza di esse rappresentano quelli della maggioranza della classe media, i quali a loro volta sono supposti rappresentare quelli della maggioranza dell’intera popolazione; siccome i desiderii dell’intera popolazione si considerano come la espressione dei suoi bisogni, il Governo che si uniformi ai desiderii della maggioranza di quelle persone influenti, regge in teoria l’Italia tutta e le sue singole parti conformemente ai loro bisogni; considera stesso ed è considerato da quell’opinion pubblica che ha organi e voce, come un Governo che abbia raggiunto il suo fine. Il detto adesso intorno all’indirizzo nella politica generale, si può ripetere in quanto riguarda i particolari dell’amministrazione in ciascuna località. Difatti, il criterio per giudicare se i funzionari mandativi soddisfanno o no per le loro qualità personali e per gli atti della loro amministrazione, ai bisogni della generalità della popolazione, è l’approvazione o disapprovazione delle più influenti fra quelle persone medesime.

L’autorità delle persone influenti di ciascun luogo, qualunque sia l’origine e la cagione di questa influenza, è dunque riconosciuta, sancita e adoperata dal Governo, e queste costituiscono in conseguenza anche nella politica e nell’amministrazione, la classe dominante. Da tutto ciò risulta che, se da un lato l’intervento diretto della classe dominante, nella amministrazione locale, è fino a un certo punto sottoposto per le leggi vigenti al controllo del Governo, dall’altro non vi ha appello contro l’intervento dell’influenza di quella classe medesima su l’indirizzo del Governo stesso, il quale invece è da essa controllato.

Per altro, se da un lato si suppone che i desiderii di questa classe rappresentino i bisogni della generalità della popolazione, dall’altro, taluni di questi bisogni sono conosciuti a priori, per essere stati sanciti dai rappresentanti stessi di essa colle leggi. I principali fra questi bisogni sono il mantenimento dell’ordine pubblico e l’amministrazione a vantaggio dell’universale dei pubblici patrimoni sotto tutte le loro forme. Per quanto si possa discutere se i mezzi adoperati per raggiungere questi fini rispondano realmente ai bisogni di tale o tal’altra parte d’Italia, non è discusso da nessuno, almeno ufficialmente, che il raggiungerli corrisponda al bisogno dell’intera popolazione. Date queste premesse, risulta a termini di logica che la classe dominante, rappresentando gl’interessi generali, l’adoperarla nel Governo è il miglior modo di raggiunger fini corrispondenti al bisogno dell’universale, quali sono il mantenimento dell’ordine pubblico e la retta amministrazione dei pubblici patrimoni.

 

 




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