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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO PRIMO   CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE DELLA SICILIA
    • Capitolo IV. RELAZIONI ECONOMICHE E AMMINISTRAZIONI LOCALI
      • Capitolo V. IL GOVERNO E LE INFLUENZE LOCALI IN SICILIA
        • § 103. — Partiti politici. Gli autonomisti.
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§ 103. — Partiti politici. Gli autonomisti.

Potremmo ripetere i medesimi ragionamenti riguardo alle opinioni e ai partiti cosidetti politici. Sono monopolio di pochissimi, rappresentano gl’interessi di pochi. Per lo più non hanno della politica altro che il nome, e lo assumono per valersi a fini privati, o tutt’al più di vantaggio locale, dei mezzi di azione e d’influenza che fornisce il nostro ordinamento politico. fa eccezione l’opinione autonomista, che a primo aspetto potrebbe sembrare manifestazione di un patriottismo comune a tutti i Siciliani. Non è altro che il sentimento di pochi, provocato da varie cagioni. È l’interesse di coloro che per ambizione, vanità od altro, sperano vantaggi per dall’indipendenza più o meno assoluta dell’Isola; da coloro che non giungendo adesso a farsi innanzi nella folla, sperano che in un piccolo regno di Sicilia, per la minorata concorrenza degli ingegni e delle ambizioni riescirebbero ministri o poco meno, a quelli che desiderano i balli, i divertimenti e i diritti di precedenza che procurerebbe ad essi il soggiorno di una Corte a Palermo. A questo partito si aggregano tutti coloro che per i motivi i più diversi desiderano indebolire e distruggere l’ordine di cose esistente. Con ciò non intendiamo dire che non vi siano autonomisti sinceri e convinti. Crediamo che non esista opinione al mondo la quale non abbia partitanti di buona fede. Il solo fatto che una opinione esiste, è cagione che l’adottino un numero più o meno grande di persone, le quali vi sono portate dalla tendenza della loro mente, da associazioni d’idee o da caso fortuito. Le cagioni poi che hanno dato all’opinione autonomista occasione di nascere in Sicilia sono storiche. Questa non ha luogo di sorgere in una provincia che da tempo immemoriale faccia parte di una grande nazione; ma la Sicilia, dal secondo periodo del dominio musulmano fino al 1816, in tutte le sue vicende è stata sempre, almeno in teoria, un regno a , unita ai paesi cui era legata, solamente nella persona del sovrano. Fino a poco prima del 1860, l’idea di libertà in Sicilia, fu perciò connessa con quella d’indipendenza dell’Isola. In conseguenza, non v’ha nulla di sorprendente che la tradizione duri ancora oggi.

 

 




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