§ 108. — Del personale da
adoperarsi dallo Stato in Sicilia.
Le qualità che si esigono in
Sicilia per il personale di ogni grado e d’ogni ordine così amministrativo come
giudiziario, sono molto superiori a quelle che si richiederebbero in
circostanze ordinarie dal personale più perfetto.
Già abbiamo avuto occasione di
accennare quanto un prefetto ordinario sia poco in condizione di conoscere i
fenomeni che presenta la Sicilia e di ritrovarne le cagioni. Però, in ciò che
riguarda lo studio preliminare delle condizioni dell’Isola, nulla
costringerebbe il Governo a limitarsi ad adoperare i funzionari, residenti
nell’Isola per ragione del loro ufficio. Trattandosi di un lavoro temporaneo,
potrebbe mettere a contribuzione tutte le forze intellettuali del paese per
operare inchieste e contro inchieste. Del resto un siffatto sistema è stato
seguito ora ch’è poco coll’invio in Sicilia della Commissione parlamentare
d’inchiesta, nominata in seguito alla discussione della Legge sui Provvedimenti
eccezionali di pubblica sicurezza.
Ma la questione muta affatto
quando si tratti dell’applicazione dei rimedi, e del giudizio sui loro effetti,
insomma, del governo di ogni giorno. Per questo è pur forza impiegare il
personale stabile. Si tratta di trovare fra questo, non impiegati coscienziosi
ed ordinati, buoni a seguire una via già tracciata e ad applicare le leggi ed i
regolamenti via via che si presentino i casi da essi previsti, ma uomini capaci
di analizzare fatti sociali complessi, di andare a ritrovarne le cagioni,
capaci di regolarsi nei casi particolari, secondo criteri precisi e determinati
sì, ma generali. Sarebbe incalcolabile il danno che porterebbe all’opera di
rigenerazione della Sicilia, una burocrazia pedante e gretta.
Ma affinchè si possano
ragionevolmente chiedere siffatte doti al personale, conviene che prima il
Governo si sia reso chiaramente conto delle condizioni della Sicilia, abbia
definitivamente deciso l’indirizzo che intende seguire per rimediarvi, e sia
irrevocabilmente risoluto a seguirlo ad ogni costo. Allora solamente potrà dare
a tutta l’amministrazione unità di fine e di concetto; allora solamente
potranno i funzionari proporre ai loro sforzi uno scopo determinato e chiaro,
allora solamente sarà possibile trovare i modi di dare all’intera
amministrazione civile e giudiziaria, uniformità nello spirito e
nell’indirizzo, e di infondere in tutti un sentimento tale che, almeno nei
gradi superiori, ogni impiegato abbia coscenza della missione a cui partecipa,
intenda il fine comune al quale dovrebbe esser diretta l’opera dei singoli
funzionari, e provi per esso quell’amore del quale ogni uomo intelligente si
sente preso, anche senza volerlo, per uno scopo grande e difficile. Allora ogni
impiegato fuori dell’ufficio come dentro, avrebbe sempre presente alla mente
quell’interesse pubblico che è suo compito promuovere e rappresentare. Non
torneremo qui a parlare dei rimedi particolari già da noi proposti per i singoli
disordini descritti nel presente volume, ed a noi suggeriti dall’esame delle
condizioni dell’Isola. La importanza di siffatti rimedi è, a parer nostro,
affatto secondaria e subordinata di fronte alla necessità nei rappresentanti
del Governo e della Legge, delle doti e dello spirito, adesso accennati.
Ma per ottenere un tale spirito
negli impiegati, per metterli d’altronde in grado di porre in opera le loro
qualità di carattere e d’intelligenza, conviene che si abbandoni l’attuale
sistema delle traslocazioni continue, che, posto in un luogo l’impiegato, vi
sia lasciato lungo tempo. Se sono state molto esagerate le difficoltà che
incontra in Sicilia una persona del Continente per conoscere le persone, i
costumi, il linguaggio; queste difficoltà pure esistono, e se, come ne siamo
profondamente convinti, debbono essere esclusi dall’amministrazione della
Sicilia, in ogni ordine ed in ogni grado gl’impiegati siciliani, meno
pochissime eccezioni individuali, conviene pure dare il tempo a quelli del
Continente di porsi in grado d’adempiere l’ufficio loro, e poi di mettere in
opera le cognizioni acquistate. Conviene soprattutto che agli impiegati in
Sicilia sia fatta una condizione tale da indurli a non considerarsi nell’Isola
come in esilio.
E per giungere a questo, i vantaggi speciali da darsi agli
impiegati d’ogni genere in Sicilia, e nello stipendio e nella carriera
dovrebbero essere grandissimi, tali da compensare da un lato le gravi spese cui
vanno soggetti, dall’altro i disagi e i pericoli dell’ufficio209. Sotto
questo aspetto, dovrebbe essere soprattutto provveduto ai pretori. Già
accennammo all’importanza che a nostro avviso dovrebbe darsi in Sicilia
all’ufficio loro. Ma non ci nascondiamo che ogni riforma nel senso delle nostre
proposte sarebbe pericolosissima, e che converrebbe piuttosto farne nel senso
opposto, fintantochè non si fosse migliorata moltissimo la loro condizione;
fintantochè la paga e le probabilità di progredire in carriera per i pretori in
Sicilia saranno quelle di adesso, essi rimarranno quali sono ora, e qualunque
ufficio, per quanto infimo, sarà per loro troppo importante, qualunque
responsabilità troppo grave. Si tratta di mandare a cuoprire le 178 preture di
Sicilia, almeno in quanto riguarda il ramo penale, altrettanti giovani del
Continente, istruiti, intelligenti, incorruttibili, pieni di tatto, e di
coraggio a tutta prova. Uomini cosiffatti costano caro e vogliono far carriera.
Non basterebbe assicurar loro una paga cospicua, converrebbe trovar modo di
riservare per loro un certo numero di posti nelle regie procure dopo che
avessero coperto l’ufficio loro in Sicilia per un certo numero di anni. E
certamente le procure regie non potrebbero che avvantaggiarsi di persone
educate al duro e difficile tirocinio.
Per altro, se il completo
mutamento del personale dei pretori in Sicilia non presenterebbe che difficoltà
di attuazione pratica, quello della magistratura inamovibile ne incontrerebbe
anche nella legislazione vigente. Il tempo che ormai ci stringe, non ci
permette di studiare il modo di vincerle; questo solo possiamo dire, che senza
la sua depurazione ogni tentativo di riforma generale in Sicilia non sarebbe
altro che tempo, fatica, denari e sangue buttati via.
Del resto, se trattando adesso
la quistione del personale governativo in Sicilia, abbiamo parlato solamente
degli uffici superiori, ciò nonostante essa esiste per tutti i gradi fino
all’ultimo usciere di Pretura.
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