§ 113. — Dei provvedimenti
eccezionali di pubblica sicurezza.
Ma tornando ancora una volta
alla quistione dei rimedi particolari, specialmente in quanto riguarda la
pubblica sicurezza, l’esperienza sola, già lo dicemmo, può decidere se sono
efficaci tutti quelli d’indole normale o stabile che si potessero imaginare.
Se, contro alla nostra aspettativa, riescissero impotenti a stabilire il
predominio della Legge, converrebbe ricorrere a provvedimenti eccezionali e
provvisori per ripulire e preparare il terreno; per distruggere, cioè, quel
sistema d’intimidazioni che impedisce l’azione delle leggi regolari. Quali
dovrebbero essere cotali provvedimenti?
Fra quelli da noi proposti fin adesso, se taluni (come per
esempio la soppressione pura e semplice delle guardie campestri
armate)210 non sono definitivi, pure dovrebbero esser mantenuti per un
tempo piuttosto lungo ed esser considerati come stabili. Inoltre non implicano
derogazioni allo Statuto, se si toglie ciò che proponiamo intorno al Giurì.
Riguardo a quest’ultimo premettiamo che a nostro avviso, in Sicilia, la sua
soppressione nei limiti già sopra da noi esposti, non può essere un
provvedimento straordinario e provvisorio, ma di lunga durata e tale da
considerarsi come normale; imperocchè a parer nostro, il giurì non può esistere
in Sicilia finchè dureranno, non solo l’attuale stato della pubblica sicurezza,
ma anche le presenti condizioni sociali211. Se non si giudica
praticabile il sopprimere per legge il giurì nell’Isola, se ne renda l’opera
superflua provvedendo ad inviare per regola tutte le cause criminali gravi alle
Corti d’Assise del Continente; e si sottostia pure a tutte le spese e a tutte
le complicazioni amministrative che porterebbe un siffatto sistema. I suoi
inconvenienti, per quanto grandi, non sarebbero nulla di fronte ai suoi
vantaggi.
Posto in sodo questo punto,
rimane ancora da studiare quanto riguarda i provvedimenti straordinari e
provvisori veri e propri, cioè: primo, l’istituzione di tribunali militari;
secondo, i mezzi di toglier via coloro che pure essendo palesemente autori e
mandanti di delitti, non si sono potuti condannare giudizialmente per lo stato
eccezionale della pubblica sicurezza. Riguardo ai tribunali militari,
dall’analisi da noi fatta delle condizioni di pubblica sicurezza in Sicilia,
risulta che recherebbero vantaggi scarsi e non tali da compensare i loro
inconvenienti. Si fucilerebbe lì per lì, qualche brigante, qualche malandrino,
forse qualche manutengolo, ma non s’intaccherebbe il vasto sistema di
complicità che cuopre buona parte dell’Isola.
Sarebbe invece molto efficace, a
parer nostro, il toglier di mezzo i sospetti, a condizione però che
l’operazione si facesse completa, senza debolezze, senza compassioni male
intese. Dovrebbero portarsi fuori dell’Isola tutti i sospetti, per quanto
altolocati ed influenti, e dovrebbero tenersi fuori non per poco tempo e quasi
in via provvisoria, ma per lunghi anni, per tutto il tempo necessario a rompere
le loro relazioni, i loro legami di ogni genere coll’Isola. Prima di ricorrere
ai provvedimenti eccezionali, bisogna esitar molto e tentare ogni altro mezzo;
una volta che si siano decisi, l’essere inesorabile, crudele, è virtù e dovere;
la compassione è delitto, perchè facendo le cose a metà, il provvedimento
produce i danni grandissimi pubblici e privati che vi sono inerenti, ma non i
benefizi. Il transigere in questi casi è fare come quegli che, per la gran
compassione, non avendo il coraggio di tagliare le orecchie al cane in una
volta, ne tagliava un pezzettino ogni giorno.
Del resto, quand’anche dovessero
finire per chiarirsi indispensabili i provvedimenti eccezionali, sarebbe
nonostante necessario il riordinamento da noi proposto nell’amministrazione
della polizia e della giustizia, giacchè, per conoscere e colpire senza
processo gli autori e mandanti di delitti, sarebbe più che mai necessario di
essere perfettamente informati e ovunque delle più minute particolarità locali;
sotto pena non solo di colpire degli innocenti alla cieca, ma anche di farsi in
ogni luogo istrumenti delle vendette e delle prepotenze di una parte degli
abitanti contro gli altri, sprofondandosi così sempre più in quell’abisso per
trarsi dal quale si starebbe facendo uno sforzo disperato. D’altra parte,
essendo l’operazione anticipatamente preparata e determinate le persone da
deportarsi, basterebbe sospendere le leggi ordinarie per un tempo brevissimo,
tanto che bastasse per metter la mano sulle persone destinate, e così si
ridurrebbero al minimo possibile gli enormi danni che cagiona per tutti i versi
uno stato di violenza, come quello della legge stataria.
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