§ 4. — Associazioni
pastorali.
Una
particolarità interessante, in fatto di contratti agricoli, la troviamo nelle associazioni
pastorali in uso in Sicilia; non ne daremo però che un breve cenno,
rimandando il lettore per ogni ulteriore ragguaglio ai lavori del barone
Turrisi215, e del Salamone216, dai quali abbiamo tolte le
nostre notizie.
Queste associazioni, di cui troviamo
maggiori esempi nel Mistrettese e sulle Madonie, si dicono mandre, ma
non si estendono però alle mandrie di vacche, che appartengono sempre ai grossi
proprietari ed affittuari, ognuno dei quali amministra la propria mandria con
impiegati propri, salariati all’anno. Le associazioni pastorali siciliane non
comprendono che le greggi di pecore e di capre, e le mandrie di cavalle. Esse
hanno varie forme, ma non sono rette che dalla consuetudine, e i soci non hanno
altra garanzia che la reciproca buona fede.
I soci si dicono prezzamari, e il
socio amministratore, che è sempre il maggiore interessato, vien detto il patrone.
In tutti i sistemi ora in uso, tanto in quello di mandra alla mistrettese,
vera commandita pastorale, come negli altri di mandra a spese sapute, o pel
frutto, l’unità d’interesse, o diciamo l’azione, che ogni socio ha
nella impresa, è costituita da ogni testa di capra, di pecora o di cavalla che
egli contribuisce alla massa sociale. Impiegati della società non sono che gli
stessi soci, i prezzamari, o i loro figli o stretti parenti, i soldanieri.
Il lavoro vien retribuito in varii modi secondo i luoghi; sia con una paga
annua, più un soprassoldo per giorno di lavoro, ad alcune categorie
d’impiegati; sia col solo soldo per giorno di lavoro, eguale per tutto l’anno,
ma che varia secondo gli uffici. La proprietà degli animali di ogni socio si
riconosce per le pecore e le capre a certi segni, che si fanno loro nelle
orecchie. La lana delle pecore, e gli agnelli ed i capretti non entrano
generalmente in conto sociale, ma si commerciano da ogni socio per proprio
conto. Si fa ogni 15 del mese la numerazione degli animali di ogni socio
i quali dànno latte, e secondo i resultati di questa numerazione egli riceve
alla fine del mese sociale seguente la sua parte di ricotta; e sui registri gli
viene assegnata una quota corrispondente delle forme di cacio; delle quali
quote mensili di cacio egli riceve poi il valore soltanto alla liquidazione dei
conti a fin d’anno.
Mandre alla mistrettese.
Le società pastorali alla mistrettese
o per le spese, prendono talvolta in affitto per conto sociale intiere
proprietà, riconcedendo poi quella parte che va coltivata a grano, ai villani
coi soliti patti di metaterìa, o di terratico. Le spese comuni
vanno divise tra i soci, secondo il numero di animali di proprietà di ciascuno.
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