§ 19. — Forme eccezionali
di partecipazione.
Nei fondi presso Caltanissetta, come anche presso
Bivona, Leonforte, ecc, si trova qualche volta che il contadino del fondo
seminativo partecipi pure per un terzo, nei prodotti degli olivi, dei mandorli
o degli altri alberi fruttiferi, che si trovino sparsi a piccole partite sui campi;
ma è questa però l’eccezione, essendo raro il caso di alberi sparsi in piccolo
numero nei campi, e non riuniti in veri oliveti o mandorleti. In alcuni casi
poi, in cui si dividono a metà i prodotti degli alberi sparsi, il contadino è
tenuto al pagamento di una somma fissa in denaro. Egli è pure sempre tenuto a
fare il raccolto e il trasporto fino ai magazzini del padrone, e a pagare un
terzo della spesa del frantoio, ecc.
Animali del metatiere.
In generale il metatiere dei fondi seminativi è
possessore di un mulo, e spesso di due o più. Ve ne sono però che non hanno
alcun animale, oppure un asino soltanto: sono questi gli zapponari, che
lavorano la terra colla zappa, e a cui si dà un terreno molto più ristretto da
coltivare. A ogni modo il metatiere che non abbia muli, o abbia bisogno di un
aratro di bovi, deve prenderlo in affitto giorno per giorno dal padrone o da
altri.
Ad eccezione dei pochi esempi presso le Petralìe,
dei quali abbiamo ora discorso, non ci è riuscito di trovare in alcun luogo in
tutta la zona di cui stiamo ora trattando, l’uso dei contratti di allevamento
di bestiame, sia a soccida o altrimenti, tra padrone e contadini. Soltanto
presso Caltanissetta e presso Noto abbiamo potuto rilevare le seguenti particolarità:
Nei fondi seminativi presso Caltanissetta, la
spesa di aratura spetta per metà al padrone e al contadino; ma il padrone
spesso compra prima dell’aratura i bovi per conto del contadino, a cui in
questo caso spetta tutta l’aratura. A sementa finita, quegli animali si
rivendono, non avendo il contadino di che nutrirli, e il padrone si rimborsa.
Alcune volte il padrone compra i bovi per conto metà profitti e perdite col
contadino, il che si chiama fare a guadagno.
A Noto il metatiere dei fondi intorno alla città
prende gli animali dal padrone a gabella, cioè in affitto: l’animale
vien stimato alla consegna; quindi il contadino paga un frutto fisso in denaro
che è almeno dell’8% sulla stima, e deve in ultimo restituire l’animale a
valore eguale di quanto ricevè in consegna.
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