§ 43. — Milazzo.
Se fin qui ci siamo estesi assai nella
enumerazione dei patti per ogni singola coltura, l’abbiamo fatto perchè il
lettore possa meglio rendersi ragione della grande varietà e complicazione dei
contratti colonici in queste parti, secondo la varietà delle colture e quella
pure degli umori padronali. Saremo d’ora innanzi più brevi per non confondere
con troppi particolari, giacchè non ci proponiamo di far qui una vera e propria
inchiesta agricola, ma di dare soltanto un quadro delle condizioni della classe
rurale in Sicilia, e dei vari tipi di contratti agricoli che vi si praticano.
Molte delle cose dette per Patti, Castroreale, Barcellona, son vere anche pel
circondario di Messina in genere, e per la costa orientale fino a Taormina. Non
accenneremo quindi che a quelle particolarità locali più spiccate, di cui non
abbiamo discorso fin qui.
Cominciamo dal territorio di Milazzo. Qui
troviamo più particolarmente nelle vigne una nuova specie della gran famiglia
dei metatieri, specie che riunisce i caratteri di quella vista a Patti,
e dell’altra dei vigneri di Marsala. Di questi contratti a baliaggio
ve ne sono pure esempi a Castroreale e a Barcellona; ma là sono eccezionali,
mentre a Milazzo diventano la regola. Una metà circa del territorio di Milazzo
è piantata a oliveti, due quinti a vigneti, e il resto a giardini d’agrumi.
Vigne. — Vi si tiene un cosiddetto metatiere,
cui si dà la sola casa, e 12 tarì (L. 5.10) all’anno per migliaio di viti, e a
cui si paga la giornata ogni volta che s’impiega, dandogli in tutto e durante
tutto l’anno, circa una lira, che è pure il prezzo della piazza pei giornalieri
estranei. Contro quelle lire 5.10 a migliaio di viti, il colono deve fare alla
vite tutti i lavori minori, come potatura, ecc., non compresi quelli della
prima zappatura, dell’aratura, della seconda zappatura e della vendemmia. Tra i
filari delle viti il metatiere suol coltivare fave, o piselli, o qualche
legume, e paga in correspettivo al padrone 1 tumolo (17 litri) del prodotto,
per ogni migliaio di viti tra cui ha seminato.
Quasi in ogni vigna havvi la casa pel metatiere,
e anche gli attrezzi per fare il vino. Queste casette sono generalmente un po’
migliori del solito, e più ampie; hanno talvolta una stanza al primo piano, e
una stanza per i vasi del vino. Moltissime case hanno annessa una stalletta
aperta; e alcune anche una stalla chiusa. Ci sono pure nel territorio diverse
borgate in cui i giornalieri affittano una casa per 20 a 30 lire l’anno: essi
vanno a lavorare a giornata specialmente nelle vigne.
Quando non vi è lavoro nelle vigne, quasi il solo
guadagno dei contadini è l’allevamento dei vitelli: il padrone compra l’animale
e lo consegna a metà guadagno e perdita al contadino, il quale provvede tutto
il foraggio; il concime resta al padrone. Questi patti di allevamento non si
fanno soltanto coi metatieri delle vigne, ma anche con quelli degli oliveti e
con estranei.
Il vino della piana è forte, e di ottimo sapore
se fatto con qualche cura: si vende ora in media a 17 lire la salma di circa 80
litri, e vien esportato quasi tutto per Marsiglia su bastimenti francesi; là
serve per conciare altri vini.
Olivi e agrumeti. — Vi si tengono i
guardiani che si chiamano pure metatieri; ma la coltivazione è tutta a
economia. Vi è qualche proprietario che dà ai contadini il raccolto delle
olive a mezzo quarto, cioè contro un ottavo del prodotto. I patti per la
terra coltivata sotto gli olivi sono molto vari secondo i terreni e la più o
meno ombra: talvolta si dànno a fitto, altre volte il contadino ha la metà o il
terzo del prodotto. Il terreno sotto gli agrumi si affitta spesso per coltura
di ortaggio al contadino per 25 a 30 lire il tumolo (are 10.91), col diritto
all’uso dell’acqua della noria, ma con esclusione di certe colture.
Malgrado la malattia della gomma, che ha
fatto strazio degli agrumeti in tutto il Messinese, si continua dappertutto a
piantare nuovi giardini, e nella piana di Milazzo si vanno sostituendo alle
vigne. Anche gli oliveti qui sono relativamente moderni ed hanno preso il posto
delle vigne.
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