Capitolo V.
CONDIZIONI
GENERALI DEI CONTADINI
§ 53. — Proprietà grande e
piccola.
La Sicilia è paese eminentemente agricolo e
povero d’industrie. Ad eccezione delle miniere di zolfo e di sal gemma, quasi
tutte le poche industrie siciliane consistono in una prima manipolazione dei
prodotti dell’agricoltura, e vengono quindi esercitate in gran parte dalle
stesse classi che coltivano la terra. Esaminando dunque le relazioni tra le
classi dei proprietari, dei gabellotti, dei borgesi, dei coloni e dei
giornalieri agricoli, noi otteniamo un quadro abbastanza completo della vita
siciliana. Noi qui non intendiamo studiare analiticamente le cause storiche e
morali delle presenti condizioni sociali delle classi agricole in Sicilia; ma
esponiamo soltanto lo stato attuale delle cose.
Al
principio del secolo coll’abolizione dei fide-commessi, colla rovina di molte
famiglie del patriziato per la pazza gara di lusso e di spese, e colla legge
del 10 febbraio 1824, che dava diritto ai baroni di assegnare
forzosamente delle terre ai loro creditori in pagamento dei propri debiti, e a
saldo di qualunque prestazione obbligatoria, vi fu un movimento accentuato
verso la divisione della proprietà territoriale. Ma questo movimento pur troppo
si è da qualche anno arrestato, e ciò per parecchie cause, e malgrado tutte le
vendite e censuazioni eseguite di beni demaniali ed ecclesiastici253.
Questo fatto ci viene spiegato dal prof. Basile come una conseguenza del
sistema erroneo dei nostri catasti, che colpiscono la sola industria agricola,
invece di colpire la vera rendita fondiaria. Onde avviene che il piccolo
proprietario, più industre e laborioso, è oltremodo aggravato dall’imposta
fondiaria, e negli anni di cattiva raccolta non può pagare l’imposta, senonchè
ricorrendo al mutuo, e firmando ipso facto la propria sentenza di morte.
Comunque sia, la proprietà è nella maggior parte
della Sicilia ancora pochissimo divisa: segnatamente nella parte interna e
meridionale dell’Isola manca una vera classe di proprietari piccoli o medii, e
si salta invece d’un tratto, dal grande proprietario che possiede più migliaia
di ettari, al piccolo censuario di poche are di terra. La censuazione dell’asse
ecclesiastico ha modificato pochissimo queste condizioni della proprietà,
giacchè come meglio vedremo in appresso, la immensa maggioranza di quelle terre
è passata tale e quale nelle mani dei grandi proprietari.
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