§ 81. — Guardiani delle
vigne.
La classe dei salariati che stia meglio
nell’Isola è quella, in alcune regioni assai numerosa, dei guardiani delle
vigne, sia che ricevano un vero e proprio salario annuo dal proprietario, sia
che vengano pagati a un tanto per migliaio di viti che coltivano. Essi abitano
sovente sul fondo stesso che coltivano, e ritraggono qualche guadagno dalla
partecipazione nel prodotto delle piccole colture che è loro permesso di
condurre in mezzo ai filari delle viti, e nel Messinese dall’allevamento di
qualche animale in conto sociale col padrone o con terzi; onde il loro
contratto è spesso di natura mista. Le relazioni dirette che essi hanno pure
coi proprietari del fondo, giovano a rendere meno dure le condizioni del
contratto: e, in una parola, essi non risentono così facilmente l’azione
diretta della concorrenza, quanto gli altri salariati, sia annui, sia
giornalieri. Lo stesso si dica per i guardiani salariati dei giardini di
agrumi.
Abbiamo così percorso tutta la serie delle forme
principali dei contratti agricoli praticati in Sicilia, esaminandoli ora alla
luce della teoria, dopo averli nella prima parte esaminati nelle loro modalità
di fatto. Ci resta ora da esporre la parte più subiettiva ed insieme la più
difficile del presente lavoro, ossia quella in cui, dopo l’esame e l’analisi
dei fatti attuali, si proponga il da farsi. È questa la parte che al pubblico
preme di più, poichè tutti credono di conoscere i mali e vogliono sentir
parlare soltanto dei rimedi. Noi crediamo invece che siano pochissimi quelli
che veramente abbiano nozioni precise intorno alle condizioni in cui si trovano
le classi agricole delle varie nostre provincie, e tanto meno della Sicilia; e
che abbiano pure meditato alle ragioni intime dello stato presente delle cose.
E siccome senza la diagnosi esatta della malattia, ogni discussione intorno
alla cura è scientificamente impossibile, e qualunque tentativo di rimedi
sarebbe puramente empirico, e tale da minacciar di peggiorare lo stato
dell’infermo anzichè guarirlo; così riteniamo che, nelle condizioni attuali del
nostro paese, il pregio maggiore di qualunque studio, economico, politico o
sociale che sia, consista nel dire quello che c’è, nel divulgare i fatti,
libero poi ognuno che scrive o che legge di trarne quelle conseguenze che
vorrà. Se poi nella narrazione dei fatti, avessimo involontariamente sbagliato
o tralasciato qualche elemento importante, speriamo che altri vorrà correggere
i nostri errori e supplire alle nostre mancanze.
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