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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE TERZA                       RIMEDI E PROPOSTE
      • Capitolo I.   L’AZIONE DELLO STATO
        • § 104. — Istruzione.
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§ 104. — Istruzione.

Altro fattore potente di civiltà e di progresso per qualunque ordine di cittadini è l’istruzione; e in questa via si è fatto finora pochissimo, anzi nulla per le campagne: onde allo Stato incombe speciale obbligo di curare con qualunque mezzo a che la classe agricola non resti esclusa affatto dal movimento generale di progresso. Non basta decretare l’istruzione elementare obbligatoria, non basta l’istituire o l’incoraggiare i corsi di agricoltura: o lo Stato prenda la cosa nelle proprie mani, sostituendosi alle Provincie, ai Comuni e ai privati, e ciò è più facile a dire che a fare; oppure ordini le sue leggi in modo, che le altre classi, e specialmente quella dei proprietari, abbiano un interesse positivo ed immediato all’istruzione della classe agricola.

L’azione che può avere l’istruzione a beneficio dei contadini è multiforme. In primo luogo essa aumenta la produttività del loro lavoro, e ciò può riuscire di gran giovamento alla loro condizione ognivoltachè per fatto di una legge, di una consuetudine, o di un accordo, venga talmente frenata la mutua loro concorrenza, da impedire che perdano subito, a vantaggio dei soli proprietari, il maggior prodotto ottenuto dalle loro fatiche. Questo primo effetto dell’istruzione non è unicamente da riferirsi alla istruzione tecnica, ossia specialniente agricola, ma anche a quella elementare.

In secondo luogo l’istruzione, col togliere un ostacolo, altrimenti insormontabile, al passaggio del lavoro da un gruppo industriale ad un altro, generalizza in certo modo la concorrenza tra tutti i gruppi sociali, e con ciò ne attenua gli effetti dannosi; poichè tende a togliere l’attuale sproporzione tra il compenso dato al lavoro manuale o inesperto, e quello del lavoro esperto. La concorrenza ora non è effettiva che nell’interno di ciascun gruppo industriale, ma da un gruppo a un altro vi sono barriere di fatto e di tradizione quasi insormontabili284; e ciò nuoce specialmente alle classi inferiori.

L’istruzione e l’educazione giovano al contadino col rialzare in lui il sentimento della dignità umana, e col dargli qualche nozione d’igiene; onde egli curerà più la pulizia e la ventilazione nella sua abitazione, e approfitterà di ogni occasione per migliorarne le condizioni. E più che tutto potrebbero esse giovargli col facilitargli l’accordo e l’associazione coi suoi compagni per scopi di classe, ossia per lottare più efficacemente contro i proprietari o contro gli affittuari. Col render possibili le associazioni di contadini, e col facilitarne la emigrazione, l’istruzione li mette in grado di servirsi degli unici mezzi che loro resterebbero per aiutarsi da , quando nessun altro li volesse aiutare. Ma di associazione e di emigrazione dovremo ancora tornare a discorrere nel penultimo capitolo di questo lavoro.

 

 




284 Questo punto è benissimo trattato dal Cairnes: Di alcuni principii fondamentali dell’Economia politica. Versione italiana. Firenze, 1877, cap. III. — Egli distingue i valori in due classi: quelli il cui prezzo è determinato dal costo di produzione; quelli nella determinazione del cui prezzo entrano altre condizioni, e specialmente di monopolio. Tutte le merci nella produzione delle quali vi è libera concorrenza, hanno il loro valore determinato dal costo di produzione: ma libera concorrenza non vi è che nell’interno degli stessi gruppi industriali; da un gruppo a un altro evvi una barriera, sia di perizia, di pregiudizio, — anticamente di legge, — o d’altro, che toglie la concorrenza. In questi casi il valore non è più determinato dal costo di produzione, ma dalla reciproca domanda, ossia dalla quantità di merci che ognuno dei gruppi industriali ha da offrire agli altri come domanda delle merci di quegli altri. Onde mentre nell’interno di ogni gruppo industriale il preciso valore relativo di ogni classe di merci prodotte da quel gruppo, verrà determinato dal costo di produzione, di fronte invece agli altri gruppi il livello medio generale dei prezzi delle merci di quel gruppo, sarà determinato dalla quantità di merci che esso offre allo scambio con gli altri. Ora nel costo di produzione due sono i terminisagrifizio del lavoro, e astinenza del capitale. Maggiore dunque la durezza del lavoro, maggiore dovrebbe essere il valore della merce, e questo si verifica effettivamente, ma soltanto nell’interno di ogni gruppo industriale. Sicchè, perchè possa alzarsi il valore delle merci prodotte dal lavoro manuale inesperto, di fronte alle merci degli altri gruppi industriali, ossia del lavoro esperto di qualunque genere, è necessario che l’educazione e l’istruzione generalizzandosi accrescano la quantità delle merci che il lavoro esperto ha da cambiare di fronte a quello inesperto — che cresca quindi l’effettiva domanda dei prodotti del lavoro inesperto.

È dunque soltanto colla diffusione dell’istruzione e dell’educazione, e col renderle accessibili a tutti, che si può trovare un rimedio al grandissimo sconcio degli ordinamenti sociali presenti, nei quali il lavoro più duro è il meno retribuito.






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