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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE TERZA                       RIMEDI E PROPOSTE
      • Capitolo II.   L’AZIONE DEI PROPRIETARI
        • § 108. — Abitazioni rurali.
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§ 108. — Abitazioni rurali.

Il primo mezzo con cui i proprietari potrebbero giovare efficacemente e con certezza di pronti resultati alla condizione dei contadini in Sicilia, è colla costruzione sulle loro proprietà di convenienti abitazioni rurali. La questione delle abitazioni della classe povera e che vive del lavoro delle sue braccia, è una delle più gravi dell’epoca nostra, e che in Sicilia ha una urgenza speciale. Con essa difatti si collegano ivi strettamente quelle dell’agglomeramento della popolazione agricola nelle città, e della solitudine delle campagne, che rendono così difficile la tutela della sicurezza pubblica, e sono cagione di tanti danni e all’agricoltura e agl’interessi morali ed economici dei contadini.

Al bisogno urgente di case coloniche convenienti e sparse nelle campagne, non possono provvedere efficacemente che i proprietari. A questo riguardo ogni sanzione legislativa resterebbe sicuramente lettera morta. Lo Stato non può qui che togliere ogni ostacolo di legge o d’amministrazione, e colla costruzione delle strade render più facile ai proprietari di provvedere senza che debbano andar incontro necessariamente a gravi sagrifizi e al rischio di sprecare i loro denari senza effetto sensibile. Invece l’art. del progetto di perequazione dell’imposta fondiaria che sta ora dinanzi al Parlamento, presenterebbe molto inopportunamente, come già si disse, un grave ostacolo alla costruzione di buone case coloniche.

È questa, giova il ripeterlo, una questione di vero interesse pubblico. Inutile è la scuola diurna, serale o domenicale, inutile ogni insegnamento, ogni educazione, ogni libro, ogni esempio, ogni culto religioso, ogni catechismo di morale o di religione, inutile tutto per elevare la condizione morale ed intellettuale di una classe, fintantochè a questa non sia possibile provvedersi di abitazioni decenti. A che valgono prediche, a che ragionamenti, esempi o precetti, quando il giovane lavorante dovrà vivere e dormire in una stessa stanza con cinque o sei altre persone di diverso sesso e di ogni età; quando nello stesso letto con lui dormono sorelle grandi e piccole; quando in quella stessa stanza ha luogo ogni operazione della natura? Dove potranno albergare la modestia, la decenza, la delicatezza del sentire, la pulizia, l’igiene, dove padre, madre, fratelli, sorelle, cognate, fanciulli, dormono tutti insieme, e quasi sempre in compagnia di qualche animale, del maiale, della capra, dell’asino o del mulo, in mezzo al sudiciume e al lezzo, tali da rendere impossibile ad una persona civile il solo entrare in uno di quei tuguri? —

Migliorare le abitazioni — ecco il primo obiettivo a cui dovrebbero tendere gli sforzi di tutti coloro che non sono insensibili alle miserie dell’umanità. E questa è cosa a cui i poveri non possono provvedere da . O ci provvederanno i ricchi, o lo Stato, e sarebbe impresa difficile e pericolosa, o nessuno. I contadini potranno in alcuni momenti strappare al proprietario o all’affittuario un salario più alto, ma potranno ben difficilmente, nelle attuali loro condizioni, costringere il proprietario a far costruire una casa sulle sue terre, o a riparare quella già esistente: e s’aggiunga che lo stato di abbrutimento a cui vengono degradati, fa che essi non sentono nemmeno il bisogno di abitazioni migliori, e sacrificano queste a qualunque altro comodo. In Sicilia sarebbe tanto più facile per i proprietari di rimediare a un tale difetto di case coloniche, inquantochè le costruzioni nella maggior parte dell’Isola costano relativamente pochissimo, e ciò per la grande abbondanza di pietra, di sassi, di calce e di gesso.

Non entreremo qui nell’esame delle particolari condizioni che dovrebbe presentare una casa colonica, perchè si possa non dire indegna di servire di abitazione ad esseri umani in un paese civile; discuteremo la questione se proprio sia vero che in Sicilia la costruzione di un primo piano nelle abitazioni rurali debba riguardarsi come un lusso ed uno spreco inutile, come sostiene il prof. Basile: tanto la disposizione degli ambienti da abitarsi, come il numero loro potrebbero dipendere molto dal sistema diverso di economia agricola che si adottasse nelle varie zone. dove vige o dove venisse introdotta la mezzadrìa converrebbe inoltre spargere i caseggiati per le campagne, dotando ogni podere di una casa, con la sua stalla e le sue capanne: nei luoghi invece in cui si mantenessero la grande coltura e le vaste aziende agricole, si potrebbero forse più opportunamente aggruppare le case dei salariati annui intorno al fabbricato principale della fattoria287. La questione dunque del come debbano volta per volta regolarsi le costruzioni da ogni singolo proprietario, si collega strettamente con l’altra delle riforme dei sistemi attuali di conduzione agricola, della quale dovremo or ora occuparci.

Non v’ha dubbio che la costruzione di case decenti di abitazione per i contadini non importi spesso immediatamente un grave sacrificio per i proprietari, e che essi non abbiano diritto a considerarla in molti casi come una spesa economicamente improduttiva; è quella però la condizione prima ed imprescindibile di ogni pronto ed efficace miglioramento delle condizioni della classe agricola nell’Isola; e riteniamo che i vantaggi ne sarebbero subito così sensibili in ogni ordine di rapporti sociali, che i proprietari, come classe e come individui, ne trarrebbero ben presto un largo compenso per il primo sacrifizio incontrato. Il rialzo poi dei salari, e in genere dei guadagni del contadino, potrebbe in avvenire rendere meno improduttive pei proprietari le spese fatte per costruzioni, col render possibile il pagamento per parte dei contadini di canoni maggiori di affitto. E allora forse anche gli stessi lavoranti potrebbero essere progrediti in modo, da volere e da poter esigere quella maggiore decenza nelle loro abitazioni, della cui mancanza soffrono ora senza nemmeno averne coscienza. Chiuderemo questo argomento col dire che la questione delle abitazioni rurali è talmente importante, che crediamo si possa affermare senza tema d’errare, che chi riuscisse a dotare la Sicilia di un numero sufficiente di buone case da contadini sparse nella campagna, avrebbe issofatto risoluto la metà di tutte le questioni siciliane, tanto economiche, che politiche o morali.

 

 




287 Vedi più avanti § 116 per quanto riguarda le case dei giornalieri nelle grandi fattorie; e per una minuta trattazione di alcune di queste questioni il lavoro già citato del Basile: Il caseggiato delle aziende rurali, passim.






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