§ 117. — Istruzione.
I mezzi potentissimi con cui i proprietari
possono promuovere l’istruzione tanto elementare che agricola della classe dei
contadini sono di per sè tanto evidenti, che crediamo inutile l’insistervi
sopra. È tale, come già dicemmo, l’importanza del concorso dei proprietari
nell’istruzione dei contadini, che osiamo affermare che nello stato attuale
della economia agricola siciliana, non si potrà ottenere nessun sensibile
miglioramento delle deplorevoli condizioni d’ignoranza e d’analfabetismo di
quelle popolazioni rurali, se prima in un modo o nell’altro non si procurerà
che i proprietari, mossi da amor di patria o da spirito di umanità, da calcoli
di tornaconto economico o da terrore delle tempeste dell’avvenire, dal
desiderio di maggiore influenza politica o dal timore delle pene sanzionate
dalla legge, prestino il loro efficace concorso alla diffusione
dell’istruzione. È a questo fine, giova il ripeterlo, che debbono mirare gli
sforzi del legislatore; e se questo si trascurerà, non servirà a nulla tutto il
rigore con cui si comminino pene agli analfabeti o alle loro famiglie.
Uno degli scopi poi a cui dovrebbe tendere l’istruzione
impartita al contadino nella scuola, nei libri, o nella piazza, dovrebbe esser
quello di ispirargli quell’istinto della proprietà territoriale, che tanto
distingue il contadino francese; di svegliare cioè in lui l’aspirazione di
diventare un giorno, a forza di lavoro e di risparmio, possessore di un lembo
di quella terra su cui fatica tutta la sua vita. Quando ciò si facesse, e
quando d’altra parte i singoli proprietari o associazioni apposite si
adoperassero attivamente ad agevolare in vari modi al contadino l’acquisto
della proprietà del suolo, si sarebbe fatto un gran passo verso la remozione
definitiva di ogni pericolo di un risveglio violento delle questioni sociali o
agrarie in Sicilia.
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