§ 5. — Caratteri della
classe dominante.
E quella medesima classe abbiente che mostra una pazienza
così mansueta di fronte ad un’accozzaglia di malfattori volgari, che riconosce
in loro una forza da rispettarsi, e un interesse da tenersi in conto nelle
relazioni sociali, si compone in parte della gente in Europa più gelosa dei
privilegi e della potenza che dà, in Sicilia, ancora più che altrove, il nome e
la ricchezza; più appassionatamente ambiziosa di prepotere; più impaziente
delle ingiurie; più aspra nelle gare di potere, d’influenza ed anche di
guadagno; più implacabile negli odi, più feroce nelle vendette, così di fronte
ai suoi pari come di fronte a quei facinorosi, che sembrano padroni assoluti di
tutto e di tutti nella provincia. Si racconta per esempio di un ricco signore
siciliano il quale passando in carrozza per una strada dei dintorni di Palermo,
si sentì ad un tratto tirare addosso di dietro ad un muro, un 12 o 14
schioppettate e scampò illeso per miracolo. Gli autori del tentato assassinio
non furono mai scoperti; però, pochi mesi dopo, sarebbero stati tutti
uccisi15. Gli stessi mezzi energici ed efficaci sono pronti ai bisogni
di ogni interesse e di ogni passione. La storia degli odii ereditari tra
famiglie, delle loro rivalità, delle loro gare nel contendersi l’onnipotenza nel
loro Comune, fornirebbe argomento ad una biblioteca di tragedie. Poco tempo
addietro, in un paese vicino a Palermo scoppiò una specie di guerra civile fra
i partiti delle due famiglie che si contendevano il primato: l’uccisione di un
membro di un partito era prontamente vendicata con un omicidio a danno del
partito contrario. In un anno vi seguirono fino a 35 omicidii.
|