§ 9. — Suo isolamento
morale.
E qui, l’amministrazione
governativa è come accampata in mezzo ad una società che ha tutti i suoi
ordinamenti fondati sulla presunzione che non esista autorità pubblica. Gl’interessi
di qualunque specie atti a dominare trovano all’infuori di questa autorità i
mezzi di difendersi, e di fronte a loro, l’interesse comune, da essa
rappresentato, è vinto prima di combattere, e la legge è nel fatto esclusa. I
poteri e le influenze, che la legge è precisamente destinata a contrastare,
sono più efficaci della organizzazione intesa a farla valere. Il timore della
sanzione contro chi fa una denunzia, porta una testimonianza, o presenta una
querela a danno di un prepotente di qualunque grado, è più efficace che quello
della sanzione penale contro chi rifiuti la sua cooperazione alla giustizia in
caso di delitto, o quello del danno materiale di chi subisce un’ingiustizia
senza respingerla colle difese fornite dalla legge. Naturalmente, in una
società per tal modo costituita, non v’è posto per chi non ha zanne ed artigli.
Difatti il maggior numero d’ogni classe e d’ogni ceto è oppresso e soffre, ma
per lo più non se ne rende neppur conto.
Perchè l’opinion pubblica è
informata a questo sistema sociale extra legale, la massa della popolazione
ammette, riconosce e giustifica l’esistenza di quelle forze che altrove
sarebbero giudicate illegittime, ed i mezzi che adoperano per farsi valere;
sicchè, per chi volesse mettersi dalla parte della legge, si aggiunge al timore
delle vendette quello della disopprovazione pubblica, cioè del disonore.
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