§ 13. — Arbitrii legali.
Ammonizione e domicilio coatto. Loro riuscita.
L’ammonizione e il domicilio
coatto sono fra le armi le più potenti che un Governo possa usare contro la
gente pericolosa all’ordine pubblico. Quando l’autorità di pubblica sicurezza,
dietro informazioni dei suoi agenti, abbia luogo di sospettare una persona come
autore o complice di prepotenze illegali o di delitti, la sorveglia. Se la sua
condotta conferma i sospetti, la denuncia al pretore. Questi, prende
informazioni e, se sono conformi alla denuncia, ammonisce la persona
indiziata a non dar luogo ad ulteriore sospetto. Da quel momento in poi, gli
agenti al servizio della pubblica sicurezza hanno obbligo di seguirne tutti i
passi, di conoscere i luoghi dove va, le persone che frequenta. E se giudicano
che continui a giustificare i primi sospetti, ne riferiscono ai loro superiori.
Laonde nuova denunzia, che se vien giudicata fondata, provoca la condanna per
contravvenzione all’ammonizione. Dopo tale sentenza l’ammonito è in piena balìa
dell’autorità politica, purchè si lasci arrestare quando viene ricercato. Il
prefetto può fare pronunciare contro di lui dal Ministero dell’interno l’invio
a domicilio coatto per due anni, se la sentenza di contravvenzione è stata una
sola, per cinque, se sono state due. Dopo di che il condannato può, nel fatto,
essere eternamente esiliato dal suo paese e segregato dalla società; poichè al
suo ritorno in patria può seguire prontamente una nuova ammonizione, poi una
prima e una seconda sentenza di contravvenzione, poi un nuovo invio a domicilio
coatto, e così di seguito.
Sembra che un Governo il quale
abbia a suo arbitrio un’arme così potente, possa, secondo il modo come l’usa, o
devastare una provincia, o renderle la sicurezza e la prosperità. Una volta
ch’esso abbia determinato contro qual categoria di persone intende adoperarla,
se è ben servito, non v’ha delitto tanto nascosto ch’egli non giunga infine a
coglierne l’autore, non v’ha testa tanto alta che egli non sia in grado di
colpirla.
Ma invece le liste dei numerosi ammoniti ed inviati a
domicilio coatto della città di Palermo e suoi dintorni17, sono, come
del resto anche nel rimanente della Sicilia, empite in gran parte dai nomi di
ladruncoli di campagna, di delinquenti minori, di tutta quella minutaglia, che
in qualunque paese è portata ad una vita irregolare dalla miseria o dalla
pigrizia. Gente la quale è più di fastidio che di pericolo alla società, e che
si giunge a render pericolosa con siffatte pene. Se d’altra parte non mancano
nomi di assassini pericolosi di basso grado, vi sono rari quelli di quei capi
mafia, organizzatori di delitti, arricchiti coll’imporsi negli affari
altrui, e diventati spesso col terrore, padroni assoluti di un intero Comune. E
vi mancano quasi del tutto i nomi di quei prepotenti di alta sfera che sono
cagione, principio e fondamento del vasto sistema di violenze sanguinarie che
opprime il paese. V’è come una forza arcana, che protegge le loro persone e
regge la loro influenza contro chiunque, e soprattutto contro l’autorità
pubblica.
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