§ 14. — Inefficacia degli
istrumenti usati dall’Autorità pubblica contro i malfattori.
La quale, bendati gli occhi,
turate le orecchie, va brancolando in cerca di assassini o di malfattori, che
tutti, fuorchè essa, vedono e conoscono. I suoi istrumenti, o sono inefficaci,
o la tradiscono. Si dà il caso che mentre carabinieri e truppa vanno
perlustrando monti e valli sotto la pioggia e la neve, il capo brigante
ricercato stia svernando tranquillamente a Palermo stessa, e non sempre
nascosto. Fra gli uffici di pubblica sicurezza, gli stessi uffici giudiziari da
un lato e il pubblico dall’altro, v’ha una corrente di relazioni continue e
misteriose, contro le quali è vano il segreto più rigoroso. Persone designate
per esser colpite da arresto, sono avvertite prima ancora che si firmi il
relativo mandato, e la forza che viene per prenderli li trova partiti da tre o
quattro giorni o più. Nelle carceri esiste una comunicazione continua fra i
carcerati e quelli di fuori. Nella forza armata, dove è fedeltà al dovere è
pure ignoranza dei luoghi, delle persone, della lingua. I carabinieri e la
truppa, bene spesso non servono ad altro che a farsi ammazzare senza sapere da
chi. Si racconta di briganti fattisi scortare dai carabinieri come pacifici
viaggiatori, e di un famoso capo brigante che in Palermo passò una serata a
conversare amichevolmente al caffè con un ufficiale dei carabinieri il quale
non lo riconobbe, e pochi giorni dopo si vide arrivare a casa una paniera di
dolci coi complimenti del capo brigante stesso.
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