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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO PRIMO   CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE DELLA SICILIA
    • CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE         Capitolo I. CONDIZIONI GENERALI
      • I. PALERMO E I SUOI DINTORNI
        • § 16. — Manca nell’autorità pubblica unità d’indirizzo. Il personale.
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§ 16. — Manca nell’autorità pubblica unità d’indirizzo. Il personale.

È facile intendere quanta energia, quanta oculatezza, quanta unità nell’azione sarebbe necessaria alle autorità costrette ad usare siffatti istrumenti, per porle in grado di supplire all’ignoranza degli uni, e di rendere innocua la malvagità degli altri. Ed invece, tutto concorre a rendere incerta ed inefficace l’azione anche di queste. L’indirizzo del funzionario di pubblica sicurezza spesso contraddice a quello della magistratura. Il personale è talvolta impari all’ufficio. I pretori, fondamento e perno di tutto il meccanismo destinato alla scoperta e alla punizione dei delinquenti, sono in condizione tale da dover essere strumenti dei prepotenti, piuttosto che guardiani o propugnatori della legge. È recente il caso dell’arresto di un vice-pretore e del suo vice-cancelliere per falso in scrittura pubblica; di un pretore che invece di andare sul luogo del delitto, a fare le debite verificazioni sul cadavere di un assassinato, si è fatto portare il corpo fino alla sua residenza, per risparmiarsi due o tre ore di viaggio faticoso e difficile. Un altro ha comprato metà del grano proveniente da un furto commesso nel suo mandamento.

Se dai pretori si risale su su nella gerarchia giudiziaria i racconti che si sentono fare sopra taluni suoi membri, non sono meno sconfortanti. Era nota in Palermo l’intimità di un alto magistrato con tutti i tristi anche legalmente pregiudicati. Costui, per potersi dare senza pericolo alla sua passione per la caccia nei dintorni della città, comprava la protezione dei facinorosi che li infestano, proteggendoli da canto suo, intercedendo per fare loro ottenere il porto d’armi o schivare l’ammonizione, cercando, quando fossero in prigione, di ottenere per loro dalla Procura del re e dalla direzione del carcere tutti i favori possibili. Certamente un caso di questo genere è eccezionale, e sono numerosi i magistrati integerrimi e incorruttibili. Ma è cosa poco rassicurante che un tal fatto abbia potuto prodursi e soprattutto durare un certo tempo. E pur troppo sarebbe inutile negare che una parte della magistratura è troppo facilmente influenzata da pressioni le quali, per quanto possano non aver nulla che fare colla corruzione propriamente detta, non sono perciò meno nocive alla giustizia.

 

 




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