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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

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  • LIBRO PRIMO   CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE DELLA SICILIA
    • CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE         Capitolo I. CONDIZIONI GENERALI
      • II. LE PROVINCE INFESTATE DAI MALFATTORI
        • § 22. — Impotenza dei carabinieri e della truppa contro i malfattori.
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§ 22. — Impotenza dei carabinieri e della truppa contro i malfattori.

E mentre briganti, malandrini e malviventi vanno signoreggiando le campagne e i paesi, e sono ovunque come a casa propria, i carabinieri e la truppa spersi in mezzo all’Isola, errano in pattuglie, scortano le diligenze e i viandanti, si fanno ammazzare dai briganti, ne uccidono raramente, e non ne arrestano quasi mai. Accade talvolta che alcuno per vendetta di un danno o di un affronto o per cupidigia della taglia, venga, raccomandando il segreto, a svelare all’autorità il nascondiglio dei briganti, ma il caso è raro. Pochi dei briganti che sono uccisi muoiono per opera della Forza pubblica; per lo più sono assassinati da colleghi o rivali. Se una pattuglia perlustrando le campagne si presenta a una masseria e chiede notizie dei briganti, nessuno li conosce, nessuno li ha visti, mentre si sta forse sparecchiando nella stanza vicina la tavola dove hanno mangiato. Ma i briganti sanno subito dove è la Forza, i luoghi dai quali è passata, dove si è fermata, cosa ha chiesto, dove si è diretta partendo, conoscono le imprese che prepara. Ogni parola, ogni gesto sfuggito a un soldato o ad un ufficiale è osservato, studiato e riferito. Esce in campagna un drappello di truppa per fare una recognizione o tentare qualche colpo; si vede passare innanzi un contadino colla zappa, o un ragazzo, un vecchiarello, un mendicante; parrebbe ridicolo arrestarli od anche interrogarli. Qualche ora dopo i soldati arrivano al nascondiglio dei briganti, il fuoco è ancora acceso, ma i briganti sono stati avvisati e sono spariti, se pure la pattuglia prima di giungere non è caduta in un’imboscata, e non ha avuto alcuno dei suoi, uccisi da palle venute non si sa da dove. Se la truppa prepara una spedizione, la prima cura dei capi deve essere che non sia sorpreso il segreto, non solo dal pubblico chè la cosa è naturale così in Sicilia, come in qualunque altro paese, ma spesso anche dall’autorità locale, dai militi a cavallo. Sono ben rari coloro che la Forza pubblica può prendere per complici dei suoi progetti. Pare quasi che essa sia una comitiva di malandrini, e che i briganti siano coloro cui è stata affidata la protezione delle persone e delle cose, i difensori della società.

E veramente i briganti sono l’autorità costituita e riconosciuta. Il loro servizio di spionaggio è il solo efficace, le offese fatte a loro sono quelle che portano certa pena. Può darsi che rimanga impunita la resistenza alla pubblica Forza, non quella ad un assalto dei malfattori. L’uomo tanto ardito da resistere, potrà per quella volta costringerli a ritirarsi, ma si assicura per l’avvenire un gravoso ricatto o una schioppettata che gli capiterà un giorno che starà girando le campagne solo o male scortato. Tempo addietro nella provincia di Girgenti, fu sequestrato in campagna un proprietario. Egli aveva cinque fratelli che per caso si trovavano riuniti nel paese; al giungere della notizia del sequestro, questi si armarono, escirono in cerca dei malfattori, e riuscirono a liberare il fratello sequestrato. Ma come non potevano sempre andare in campagna uniti, convenne che per schivar guai entrassero in trattative coi facinorosi del paese cui appartenevano i malandrini combattuti e vinti. Diedero loro un pranzo, pagarono una somma di denaro, si scusarono dell’operato, allegando la necessità ecc. ecc. La somma pagata non fu considerevole; ciò che premeva ai facinorosi era un attestato pubblico che coloro i quali avevan loro resistito, riconoscevano nonostante la loro autorità.

 

 




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