Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE SECONDA                       CARATTERI ECONOMICI DEI CONTRATTI AGRICOLI SICILIANI
      • Capitolo I.   LA PARTECIPAZIONE DEL LAVORANTE AL PRODOTTO
        • § 62. — Inconvenienti della partecipazione.
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

§ 62. — Inconvenienti della partecipazione.

Considerata al punto di vista dello stesso benessere del lavorante, la partecipazione nel prodotto come unico modo di retribuzione del lavoro, presenta i seguenti inconvenienti:255

1° Il lavorante, sebbene privo di capitali, deve nonostante aspettare lungo tempo per il compenso al suo lavoro giornaliero. Nell’industria agricola questo inconveniente è spesso molto grave, perchè la produzione essendo subordinata alle stagioni, il lavorante dovrà campare e lavorare per un anno intiero prima di godere del frutto del suo lavoro. E di contro nelle altre industrie in genere, se la produzione è da un lato più continua, riesce però più grave l’altro inconveniente del dovere a produzione finita aspettare tutto il tempo che ci vuole per commerciare quel tanto del prodotto dell’industria, che non può essere consumato direttamente dal lavorante, affine di ottenere in iscambio le diverse cose necessarie alla vita.

Il lavorante quindi per campare nel frattempo è costretto, ove non possegga forti risparmi, a ricorrere al mutuo, ottenendolo sia dal padrone che ha prestato i capitali all’industria, sia da estranei. Egli con ciò viene a trovarsi continuamente in uno stato di dipendenza, e deve sottostare, nel momento dei suoi maggiori bisogni, alle condizioni mutevoli fattegli dal capitale, di fronte al quale resta senza armi, qualunque siano del resto le condizioni del contratto di partecipazione. E così, oltrechè trovarsi in una condizione di avvilimento morale e di soggezione sociale, viene per di più a perdere indirettamente tutti i vantaggi che avrebbe potuto, col sistema della partecipazione, ritrarre in fin d’anno da una ricca produzione o raccolta.

2° I rischi della produzione ricadono in gran parte sul lavorante privo di capitali. Questi invero non può in alcun modo assicurarsi contro il rischio; e basta una cattiva annata, o una crisi commerciale o industriale, per metterlo in una situazione disperata, e per renderlo passivo di debiti così gravi, da non potersene più liberare col lavoro di anni e anche di tutto il resto della vita.

Inoltre mentre il lavorante povero resta esposto ai rischi contrari della sua industria, egli può raramente profittare d’altra parte della buona fortuna, perchè, per le ragioni esposte nel 1° capolinea, i suoi bisogni nel corso dell’anno, per non parlar nemmeno dei suoi debiti di anni anteriori, lo costringono a sottostare alle condizioni che consente a fargli volta per volta il capitalista, il quale così riesce facilmente ad assicurarsi tutto il guadagno delle annate prospere.

3° Ma ciò non basta: e vi è ancora nella partecipazione un terzo inconveniente, spesso non meno grave degli altri per il lavorante. Occupato giornalmente nel suo lavoro egli non può avere nè i mezzi nè il tempo, come non ha neppure la capacità, per smaltire in modo conveniente i suoi prodotti; onde dovrà sempre alienarli alle condizioni più dure che voglia fargli il compratore in un mercato ristrettissimo, e rimarrà esposto senza difesa nè reazione possibile, a tutte le camorre e a tutte le pressioni che tendano a carpirgli una parte dei suoi sudati guadagni.

Questi inconvenienti del sistema di partecipazione si riscontrano in qualunque industria a cui esso venga applicato, non esclusa quella agricola, ed è questa la ragione principale per cui vi si è sostituito quasi dappertutto il salario, come quella forma di retribuzione del lavoro che va esente da tutti e tre quei pericoli. Il salario però come forma di retribuzione del lavoro presenta altri inconvenienti suoi propri, ed ha reso più acuti i sintomi della malattia sociale; onde di nuovo si torna generalmente a invocare la partecipazione come rimedio sicuro a tutti i mali, senza pesarne abbastanza i vantaggi e i difetti.

 

Partecipazione agli utili.

Finchè si tratti soltanto della compartecipazione del lavorante agli utili dell’impresa industriale, come un di più aggiunto ai salari ordinari, come uno stimolo ad un lavoro più strenuo e più accurato, e come mercede straordinaria in compenso di un lavoro straordinario, l’esperimento non è pericoloso, e può anche, date certe condizioni, riuscire di grande vantaggio per l’operaio; ma è questa una forma che si è finora tentata soltanto in piccolissima misura nelle industrie manifatturiere e minerarie, e quasi punto nell’industria agricola.

 

Partecipazione al prodotto complessivo.

Ma quando invece s’intenda parlare della partecipazione del lavorante nel prodotto come unica forma di retribuzione della sua fatica, ed escludendo ogni salario, almeno per quanto riguarda quel particolare lavoro in cui gli sia stata concessa la partecipazione; non si può più in questo caso fare astrazione dai tre gravi inconvenienti cui abbiamo accennato, e i quali bastano ad escludere per ora questa forma di retribuzione del lavorante da tutte le industrie manifatturiere e minerarie, e per limitarne assai la utile applicazione nell’industria agricola.

 

Sua applicazione all’agricoltura.

L’agricoltura invero è quasi la sola industria in cui sia dato di potere, in certe condizioni determinate, mantenere la partecipazione del lavorante ai resultati complessivi dell’impresa, senza necessariamente andare incontro ai mali accennati: e prova ne sono tutti quei luoghi dove troviamo fiorente la mezzadrìa sul tipo toscano, e in cui si vede a un tempo un’agricoltura ricca e progredita, e una condizione prospera del villano — due termini che la teoria dice sempre necessariamente conciliabili, e che la pratica invece ci mostra così spesso discordanti, da farli quasi ritenere per necessariamente contrapposti.

 

 




255 S’intende che noi qui non parliamo della «partecipazione agli utili», forma che è benissimo conciliabile col salariato, ma invece della partecipazione al prodotto come unica e sola retribuzione al lavoro: è questa la sola forma che sia stata ancora usata in Italia nei contratti agricoli informati al principio della partecipazione.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License