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Francesco Domenico Guerrazzi Racconti e scritti minori IntraText CT - Lettura del testo |
O Maria, stella del mare in paradiso, abbi misericordia di Venezia, un dì stella del mare sopra questo mondo.
Dolce Maria, tu che fosti soccorso dei cristiani incontra al Turco44, deh! soccorri a Venezia incontra all'Austriaco. Perchè, in conscienza, qua! mai occorre divario tra l'Austriaco e il Turco? La desolazione accompagnava il Turco: Brescia, apri il tuo mantello, e mostra lo strazio che di te ha fatto l'Austriaco! Lo incendio seguiva il Turco: Sermide, piglia un pugno di cenere in che ridusse le tue case l'Austriaco, e mostralo all'Europa!
Arti di guerra furono pel Turco le stragi promiscue: su, padri, figli e nepoti della famiglia Cignoli assassinati dall'Austriaco, levatevi, e scotete dinanzi agli occhi dell'Europa i vostri lenzuoli insanguinati!
Arti di guerra pel Turco furono le rapine: ora io vi dico che i pirati non furono spenti, bensì dai mari di Barberia trasferiti nelle terre dell'Austria: chi ha talento di conoscere qual fosse Algeri, vada a Vienna; quivi troverà l'antro di Schoenbrunn pieno di spoglie grancite in Italia.
I Turchi per astio e per invidia, scorticato il Bragadino, ne appesero la pelle, infame insegna! alla galera di Mustafà: gli Austriaci hanno impegolato lo Zima ed arso vivo a Brescia, per ispasso e per baldoria.
Un sacerdote antico, di nome Telemaco, mosse dalle parti di Oriente per avventarsi nel Colosseo di Roma fra i duellanti atroci, e gridava: "Pace!" Egli cadde trafitto da due spade, ma il sangue del martire fu l'ultimo che bevve l'arena scellerata; però che i Romani vergognarono della vetusta barbarie, e lo imperatore Onorio vietò quindi innanzi gli spettacoli dei gladiatori; ma oggi, quale dei sacerdoti di Roma spese non sangue, no, ma una parola sola per dire allo Austriaco: Caino, che hai tu fatto del sangue di Abele?
L'acqua del santo Battesimo salva per avventura l'Austriaco dall'anatema di Roma? Ah! mesci anco l'acqua sacra del Giordano dentro lo inchiostro, e diventa nera; - così versa la virtù dei sacramenti sul capo dell'Austriaco, ed egli ne piglierà vigore a raddoppiare le offese contro gli uomini e contra Iddio. I preti di Roma ci vanno dicendo, che bisogna piegare il capo a cui per violenza o per frode s'è fatto tiranno; i preti di Roma sostengono ancora, che i principi, quantunque nefandi, ha posto Dio. Maria, madre di misericordia, dallo alto dei cieli sbugiarda i preti di Roma, e a nome del tuo figliuolo testimonia, che sopra la terra non ci hanno a vivere tiranni, nè oppressi, non carnefici, nè vittime.
Se fu decreto dello eterno consiglio lassù che Venezia non avesse ad esser redenta finchè i peccati dell'Austria non superassero i suoi, deh! supplica, Maria, Dio Giudice, che pigli le bilance e pesi il carico di ambedue. Se quello dell'Austria sarà trovato più leggero, se l'Austria non piomberà giù dentro l'inferno, bene sia; a lei si conceda allora di continuare le sue parti di demonio, a strazio di Venezia sovra questo mondo. Anzi io pregherò il Signore più oltre che non fece Abramo per Sodoma e per Gomorra, e dirò: Se nell'Austria sieno trovati non già dieci uomini giusti, ma un solo uomo giusto, per questo solo non sia distrutta; ma se tutti saranno trovati ingiusti, allora si spalanchino le cateratte dei cieli, e ne piova fuoco come un dì ne piovve acqua: questo secondo diluvio non conosca Noè, e non abbia arca, perchè Dio poi si pentirebbe di certo di avere salvato dallo esterminio anco un Austriaco solo.
O mansueta Regina de' cieli, volgi in giù gli occhi, e mira una donna crudelmente superba: ella porta in capo la corona di gemme, siede sul trono de' Cesari, e tiene le membra avvolte dentro un volume di lini sottilissimi, miracolo d'industria.
Quando il popolo piange, ed ella ride: quando i popoli rifiniti rimettono alquanto di guaire, ella infellonita domanda: Sono morti tutti? Inteso poi che vinti dai mali giacciono privi di senso, ella in sembianza pacata ripiglia: Voi gli flagellaste con verghe di legno fin qui; percoteteli d'ora in avanti con verghe di ferro, ed essi si risveglieranno.
Questo è il saluto che noi Italiani mandiamo a costei. - Perdizione a te, o donna piena d'iniquità; il diavolo è teco: maledetto il frutto del tuo ventre Giuseppe. - Donna superba e crudele, possa il tuo seggio, diventato rovente quanto la grata di San Lorenzo, insegnarti come anco i troni si facciano castighi di Dio per le anime senza pietà; possa la sciagura insegnarti che ad asciugare le lacrime, i lini imperiali valgono quanto gli stracci della miseria; possa il tuo diadema convertirsi in corona di triboli, di cui ogni spina risponda ad uno de' tuoi pensieri di odio.... Ma no, questa sarebbe imprecazione troppo atroce. La immensa vendetta, che provoca la tua immensa malignità, sgomenta persino le nostre anime esacerbate.
E quando il tuo figliuolo, di trista madre portato peggiore, si attenta portarsi alla basilica di Santo Stefano a implorare Dio, perchè gli diventi complice dei suoi misfatti, tu, confortatrice degli afflitti, manda l'Arcangelo Gabriele che invisibile gli si accosti allato, e chinatosi gli susurri sommesso dentro le orecchie: - cuore di pietra, pon mente; le maledizioni dei popoli oppressi lapidano più e meglio dei sassi coi quali i giudei martoriarono Santo Stefano protettore di questa basilica. -
O Maria, stella del mare in paradiso, abbi misericordia di Venezia, un dì stella del mare sopra questa terra.