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Francesco Domenico Guerrazzi Racconti e scritti minori IntraText CT - Lettura del testo |
Col Buco nel muro, pubblicato nel 1862, parve a molti che il Guerrazzi si mettesse sopra una strada nuova, ma la trasformazione è più apparente che reale, nè a sessant'anni si muta facilmente indirizzo. È vero che il soggetto è fornito, questa volta, da un fatto domestico, e che mancano, in questo breve romanzo, le fosche tinte troppo abbondantemente stemperate nella maggior parte delle opere antecedenti, ma tutte le ottime qualità di scrittore e di umorista che già tante volte F. Domenico aveva manifestate, e tutti i difetti, dei quali non aveva mai saputo correggersi, si riscontrano nel Buco nel muro: dirò di più, che qualche passo di questo romanzo, quello ad esempio intorno alla figlia di Jefte, e al discorso che il padre di lei avrebbe dovuto fare a Domeneddio, già si trova nell'Asino. La narrazione dei casi amorosi di Marcello e d'Isabella, graziosissima in sè, procede un po' a stento, fra mille digressioni, fra mille osservazioni su tutti quanti i soggetti, originali in aè, acute ed acri spesse volte, ma che distraggono di continuo l'attenzione del lettore. Il dialogo poi, nella ricerca della frase preziosa, perde più d'una volta la necessaria naturalezza. Ma il Buco nel muro, ha, nella produzione del Guerrazzi, una particolare importanza come libro autobiografico; se le Note che io pubblicai sono preziose per farci conoscere F. Domenico nella sua adolescenza e nella sua giovinezza, e le Memorie dedicate al Mazzini ci rappresentano, un po' troppo tragicamente, il Guerrazzi della età matura, il Buco nel muro ci mostra qual fu il nostro scrittore nella sua gagliarda vecchiezza, in seno alla sua famiglia, ne' suoi rapporti col nipote Franceschino Michele, a cui dal 1836 egli faceva amorosamente da padre. In fine, anche nelle pagine di questo romanzo, rugge la fiera anima di F. Domenico, instancabile nel lottare contro le consorterie di ogni specie e nel bollarle con marchio di fuoco.