Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Francesco Domenico Guerrazzi
Racconti e scritti minori

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

VII

 

Poco innanzi l'alba del secondo giorno di novembre, un debolissimo colpo fu bussato alla porta della villa Salviati. Il fedele valletto, che aveva vegliato tutta la notte oregliando a quella porta, lo intese, e aperse subito, augurando sommesso il buon giorno al suo signore. Questi però non rispose: appoggiato il suo al braccio del servo, prese a salire le scale.

Il valletto a cagione del buio non poteva guardarlo in volto: gli toccò la mano, e la sentì bagnata di freddo sudore. Salirono pianamente, e senza dire un fiato penetrarono nella sala, ove da una parte metteva capo il quartiere del duca, e dall'altra quello della duchessa.

All'improvviso si apre fragorosa la porta delle stanze del duca, e quinci esce la duchessa con un doppiere acceso nella destra: era pallida come morta; gli occhi aveva lucidi di fuoco febbrile; vestita di abito nero, co' capelli sciolti giù per le spalle: pareva lady Macbeth19 sonnambula pel rimorso de' commessi delitti: traversò la sala, e andando verso il suo appartamento disse con voci rotte e sinistre:

"Ben venga il signor nostro a darci quelle contentezze che il nostro cuore desidera!"

Il duca levò la faccia. La visione era sparita.

 

 

 




19 Shakespeare, Macbeth, Atto V, Scena I.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License