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Carlo Goldoni L'amante di sé medesimo IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TERZA
Don Mauro, poi la Marchesa Ippolita.
MAU. |
Che san della Marchesa?... io non dissi niente. L'averà detto lei... Oh, eccola che viene. Da questo... sì signore... vedo che mi vuol bene. |
IPP. |
(Le mie risoluzioni non so se gli sien note). (da sé) |
MAU. |
Marchesa, lo sapete? Marito la nipote. |
IPP. |
Col Conte? |
MAU. |
Sì signora. |
IPP. |
(Un po' meno imprudente, Potea pur esser mio, ancor l'ho nella mente). (da sé) |
MAU. |
E voi... quando volete... risolvere una volta... Sì signore... di farlo? |
IPP. |
Alfin mi son risolta. |
MAU. |
Ehi! me l'han detto. Brava... (ridente) |
IPP. |
Siete contento? |
MAU. |
Sì. Pativo... sì signore... a vedervi così. |
IPP. |
Ecco dunque abbracciato il vostro buon consiglio. |
MAU. |
Non passa neanche un anno... che voi avete un figlio. Ehi! chi è di là? |