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Carlo Goldoni L'amante di sé medesimo IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUARTA
Frugnolo lacchè, e detti.
FRU. |
Comandi. |
MAU. |
Al signor commissario Dirai, che favorisca venir coll'attuario... Per far certi contratti... |
FRU. |
Sappia vossignoria, Che il signor commissario è già scappato via. |
MAU. |
Toh! perché? |
FRU. |
Disperando d'esser rimesso in grazia, Si vedea sulle spalle qualche peggior disgrazia. Prese quel che ha potuto, gli argenti ed i quattrini, Ed è fuggito via col signor de' Martini. Ma essendo il commissario uom puntuale e degno Lasciò per i suoi debiti la commissaria in pegno. |
IPP. |
Non perirà, meschina, avrà il suo protettore. Il Contino dell'Isola è un uomo di buon cuore. |
MAU. |
Eh... che venga il notaro... gli detterò l'estesa. S'han da far... sì signore... ah? non è ver, Marchesa? |
IPP. |
Per me ci ho qualche dubbio, ma si vedrà fra poco. |
MAU. |
Dubbi! dubbi! che dubbi? Oh, oh, guardate un poco. Che si chiami il notaro; sì signor, venga presto. (a Frugnolo; e Frugnolo parte) Oh che dubbi! che dubbi! dubbi, Marchesa? io resto. Eh, non avrete dubbi... Vado, Marchesa, e torno Ho da far cento cose... e tutte in questo giorno. La la... come si chiama? La... la nipote anch'ella... Non voglio perder tempo... (Oh, che tu sei pur bella). (da sé, e parte) |