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Carlo Goldoni
L'amante di sé medesimo

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ATTO SECONDO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Sala

 

La Marchesa Ippolita.

 

IPP.

Non so che cosa m'abbia. Non so che cosa sia.

Mi par questa mattina d'aver melanconia.

Son vedova, son ricca, chi sta meglio di me?

Eppur, per istar bene, mi manca un non so che.

Oh, siamo le gran pazze noi altre sciagurate!

Ci pare una gran cosa quell'esser maritate.

Alfine una fanciulla più di così non sa,

Sagrifica alla cieca la propria libertà.

Ma io, che ci son stata tre anni per disgrazia,

D'una catena simile dovrei esserne sazia.

Eppure mi circondano certi pensieri strani,

Eppure a maritarmi ritornerei domani.

La libertà è preziosa, so che del cielo è un dono,

Ma ha il matrimonio ancora la sua parte di buono.

 

 

 




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