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Carlo Goldoni
L'amante di sé medesimo

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SCENA TERZA

 

Il Conte, poi il signor Alberto.

 

CON.

Quello che a un cavaliere può dar riputazione,

È il poter esser utile, venendo l'occasione.

A un mio nemico istesso, potendo, gioverei,

Per far parlar il mondo bene de' fatti miei.

Pensare in tal maniera chi mi sentisse adesso,

Direbbe il mio sistema amore di me stesso;

Ma quando all'altrui bene un tale amor mi porta,

Quand'utile si rende, la mia passion che importa?

ALB.

Sè domandà, sior Conte, de là in conversazion.

CON.

Donna Bianca dov'è?

ALB.

Sentada in t'un canton.

CON.

Osservaste, che a tavola non mi ha guardato in viso?

ALB.

Ho visto, e m'è arrivada sta cossa all'improvviso.

Da chi vienla, compare?

CON.

Zitto, nessun mi ascolta.

Dubito io d'averlo il torto questa volta.

ALB.

Contèmela, disème; son qua, se gh'è bisogno...

CON.

Oh, non vi dico niente.

ALB.

No? Perché?

CON.

Mi vergogno. (ridendo, e parte)

 

 

 




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