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Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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OTTAVE E CANZONETTE di TONINO Se nelle donne sia più stimabile la bellezza o la grazia
Amor, che delle donne ti te val Per metter in caena i nostri cuori, Dimme se della donna più preval I bei graziosi vezzi o i bei colori. La femena, che a nu fa ben e mal, Ora dandone gusti, ora dolori, Per venzer sempre, e trionfar segura, La dopera a so tempo arte e natura. Amor, ti che ti pol andar là drento In tel cuor della donna a bisegar, Che ti sa l’arte, el modo e el fondamento Come possa la donna innamorar, Te prego in grazia, damme sto contento, Fa che el vero a capir possa arrivar, E sappia dir co un poco de dolcezza Se più possa la grazia o la bellezza. Supplico chi m’ascolta aver pazienza, E voler quel che digo perdonar, Perché prevedo che la mia sentenza Ugual diletto a tutti no pol dar. Amor m’ispira, e spero a sufficienza De grazia e de beltà poder parlar; A una delle do s’aspetta el vanto, E mi dirò la mia opinion col canto.
Per farla compatibile, Le dié ecc. Talor, perché negrissime, Talor perché allegrissime, E belle ecc. E chi la vuol magrissima; Sol quelle che a lor piacciono. Sol quelle ecc. E non ha certo merito, Se a lei non somministrasi Valor da noi medesimi. Valor ecc. Ma non così la grazia, La qual da tutti ammirasi, E d’essa ognun dilettasi, E ognun che ad essa accostasi, Si sente ecc. La grazia, ch’è indelebile, In vecchia età conservasi; Ancorché sia bellissima, Si rende ecc. Le donne assai più possono Quest’è la mia sentenzia. Quest’è ecc.
Se qui m’ascoltano, Il mio gradiscano E le bellissime Deh mi perdonino Che inimicissimo Non son di lor. Molto esse possono Coll’adorabile Loro beltà. Ma della grazia Che ancor conservasi Nell’altra età. Però confessovi Che a me pur piacciono, Le donne ognor: Che mi ferirono, E mi feriscono, Ed esser dubito Ferito ancor.
Amor, ti ti ha deciso che val più La grazia femminil della beltà; Ma parlemose schietto fra de nu, L’una e l’altra xe forte in verità. Se spirito gh’avesse, e più virtù, Fenisso, perché v’ho seccà abbastanza; Se ho dito mal, domando perdonanza.
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