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| Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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DEL SIGNOR ABATE PIETRO CHIARI POETA DI S. A. S. IL SIG. DUCA DI MODENA
Tutto si cangia: Per inviolabile Dal ben al male. Per metamorfosi Son più soffribili Che annoiarebbero Senza cangiar. E sulle comiche Chi di noi meglio L’ebbe a provar? Sempre novissime Vuol questo e quello Per sin le regole Del buon, del bello, Che invarïabili Di ciò che alzavasi E mai, chi ascoltale, Pago non è. D’una formica, Senza riflettere Qual sia miglior. Quello che costane Meno sudor. Pur condennati Che instabil abbiano Lungo piacer. Le più ridevoli O le più tragiche Di novità. Che ama confondere Bello si fa. Tra sì variabili Dimmi, o degnissimo Come una femmina Qui non cangiò? Come quest’inclita Per la sua cella, Quanto ebbe al secolo Qui non lasciò? A lei troncandosi Qual prima avealo Qualche ragion? Nostro di Delo Essendo mutolo, Al Ciel non son. Questa, egli dicemi, Onde conoscersi Possa quaggiù. Tanto in angelico Fia che trasformila Che non più appaia Qual ella fu. Non in lei l’indole Sua verginale, Non altra grazia Più naturale Farà distinguerla Fra pochi dì. Perché distinguanla Al nome almeno Que’ che rapirsela Sempre così. Oh di quest’angelo Oh felicissima Sua genitrice! Chi le serbò? Poco restandovi D’una tal figlia, Più non somiglia, Quanto restò! Quanto pur restati, Perché tu dicane Più che io non dico, Meglio che a me! Io questi limiti Onde sentendola Donna non è.
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