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Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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IN RISPOSTA AL SIG. AB. PIETRO CHIARI
Che puoi dell’etera Coll’istancabile Se tal m’onorano Per teco alzarmi, Del mio confin. Pur gratitudine Da la mia lira Se d’una vergine Per me tu canti, Se a me si volgono Ch’io teco tacciami Dover non è. Fra innumerabili Cui le tue pingono Questa concedimi Di rimarcar. I carmi miei, Ch’io teco provimi Ma deh perdonami S’io non ti celebro Poiché la critica Con vicendevole Sì. Tu sei l’aquila. Io la formica. Senza fatica; Più d’una volta, Che in me si tolleri Ed è giustizia Che a te si fa. Dall’omai sterile Che or ti presento, Perché non cambiasi Di questa il nome, Oh come facile Sapesti! oh come, Di lei cantar! Che ogni donzella, Per farsi bella Cambiare ancor. E che una vergine, Che santamente In Dio trasformasi Più in sé non ha. Onde per essere Di sì gran perdita Chiamar si fa. Il ver confessoti Di penetrar. Colla famiglia, La può trovar. Però dell’inclito Suo genitore Quanto è lor cara, Lor non può affliggere Per questo il sen. Quel Dio medesimo Che a lor la diede, Per sé la chiede, Delle più deboli Di se medesime Che mai non fecero Con tanto zelo Potesse libera Il suo destin? Poiché la videro Teco la nobile Ma non egual.
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