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Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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Alli signori accademici di Pavia affidati
Mia musa un dì, che senza gloria o vanto, M’inaffiava di latte il sen negletto, Sgridò, piangendo, il mio volgare affetto, Ed io fui sordo a quelle voci, al pianto. Or preso il cor da un generoso incanto, Armai di speme e di costanza il petto, Ché, per far il mio stil men vil, più schietto, Affido in voi, saggi pastori, il canto. Allora sì, che se per grazia, o sorte, Gradiste il desir mio giusto e verace, Fatte belle vedrei sue luci smorte. E fatt’io poi d’un bell’onor seguace, Con lei, con voi, fin al picchiar di morte Vivrei contento giorni lieti in pace.
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