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Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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CANZONE RECITATA NELL’ACCADEMIA DI PISA, TENUTA PER L’ESALTAZIONE AL TRONO DI SUA MAESTA IMPERIALE GRANDUCA DI TOSCANA, E GRAN MAESTRO DELL’ORDINE DI SANTO STEFANO
Piena e calcata è l’ampia via, che mena Al bel Pegaseo fonte, E mille cigni di quell’onda han sete. I’ non m’arresto tra la folta piena, Alto aspiro poggiar d’intorno al monte, E l’ultime toccar fertili mete. O quanti voi qui siete, Eccelsi Vati, al bel purpureo segno, Segno che fregia al Signor nostro il petto, Volgete il guardo; a quel drizzo l’ingegno; Chi può mi segua; io di salir m’affretto. Di là m’ascolti il glorioso stuolo, D’Etruria bella onore. Mi ascolta, o Pisa8; e i tuoi guerrieri estinti, Che hanno asperso di sangue il Tracio suolo, Godan teco del nuovo almo splendore, Onde i chiari tuoi figli andranno cinti. Di più bell’ostro tinti Fiano i fregi onorati or che s’unìo Vermiglia Croce a imperial Corona; Or che il gran nome a superar l’oblìo, E sull’Arno, e sull’Istro, al par risuona. E tu m’ascolta da’ Beati Elisi, Anima grande e degna Di Costantin, che la Cesarea sede Primo in Asia locasti. Or che ravvisi Recarsi al sen la tua vittrice insegna Alma regal, che al tuo valor non cede, Spera mirar la Fede Colà tornar, ‘ve ne spargesti il seme, Se al magnanimo cuor la sorte arrida. L’almo Segno, che a te fu guida e speme, E del Cesare nostro e speme, e guida. Ancor risuona in fra le sacre mura Del pio Goffredo il nome, E l’Asia tutta il gran Nipote aspetta. Croce, scorta de’ giusti alma e sicura, Che le barbare forze ha vinte e dome, Guida Francesco alla comun vendetta. Dal suo grand’Avo eletta Fosti candida insegna, ed or più bella Spandi d’ostro vermiglio i rai vivaci. Quella stessa tu sei, né men di quella Vanti prodi campioni, ed hai seguaci. Coronato Pastor9, tu che di Roma Padre fosti clemente, Ed or lo sei de’ marziali Eroi, Tu il serto augusto alla vittrice chioma Impetrasti del Duce alto possente, Germania afflitta consolando, e noi. Accolse i prieghi tuoi Il divin Nume, e delle genti il pianto: Ecco il Re Tosco sul Cesareo trono. Quanto s’accresce alla tua Croce il vanto! Quanto il mondo acquistò per sì bel dono! Non poteasi miglior dar all’Impero Capo, scudo e sostegno, Per virtù, per valor, per sangue e merto; Né maggior potea mai l’Ordin guerriero Duce sperar, né più propizio segno Di future vittorie il Tosco serto. Il nobil calle è aperto: Drizzate il volo alle superne cime, Illustri Vati, al suon della mia voce; Meco cantate in più leggiadre rime Inni di gloria alla purpurea Croce.
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8 In Pisa è la residenza delle prime dignità della Religione di Santo Stefano: vi è il convento de’ Cavalieri ecc. 9 Santo Stefano, papa e martire, protettore dell’Ordine. |
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