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Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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TE DEUM LAUDAMUS Per la ricuperata salute di Sua Maestà Cristianissima Luigi XV, presentato alle loro Altezze Reali Don Filippo Infante di Spagna Duca di Parma, Piacenza e Guastalla, etc. e Madama Reale di Francia Luigia Lisabetta Infanta Consorte.
Dichiarazione dell’Autore. Allor che Parma giubilar s’udio Per la salute del Monarca Franco, Lodi cantando al sempiterno Iddio Che il braccio stese, e gli difese il fianco, Io nel letto giacea per destin rio, Da dolori trafitto il lato manco, E col labro divoto, e più col cuore, Ecco i carmi innalzati a Dio Signore.
Te Deum laudamus, te Dominum confitemur.
Dio del Cielo, a te sia lode, Che salvasti il grande, il prode, Della fede il difensor. Confessiam che la tua mano Render seppe il colpo vano Dell’indegno assalitor.
Te æternum Patrem omnis terra veneratur.
Ogni terra ed ogni gente Venerar, chiamar si sente Un Dio Padre universal. Padre fosti al pio Monarca Arrestando della Parca L’empia mano micidial.
Tibi omnes Angeli, tibi Cœli et universæ Potestates, Tibi Cherubin et Seraphin incessabili voce proclamant.
Gli Angioletti a te d’intorno, Ogni Ciel di stelle adorno, Le superne Potestà, E gli ardenti Serafini, E gli alati Cherubini Van cantando in società.
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth.
Santo il Dio dell’alta Gloria, Santo il Dio della Vittoria, Dio d’Abramo e di Mosè. Santo, Santo il Dio clemente, Che con destra onnipossente Ha salvato un sì gran Re.
Pieni sunt Cœli et Terra majestatis Gloria tua.
Quel che sei, gran Dio, ti sveli: Per te l’orbe, per te i cieli Pieni son di maestà. E nel mondo a comun bene Da Luigi si sostiene La regal tua potestà.
Te gloriosus Apostolorum Chorus.
Degli Apostoli il festoso Coro eletto glorioso Forte scudo alla tua fé, Va mostrando a tutto il Cielo Successor del loro zelo Della Francia il giusto Re.
Te Prophetarum laudabilis numerus.
Dai veridici Profeti Che di Dio gli alti decreti Presagir s’udiro allor, Sento a dir: del gran Luigi Non temer, godrai Parigi Lungo il regno, e lieto il cor.
Te Martyrum candidatus laudat Exercitus.
E de’ Martiri beati, Da Dio stesso in Ciel premiati Qual sostegno di sua fé, Sento a dir lo stuolo eletto: Ah da noi sia benedetto Chi ha serbato un sì buon Re.
Te per orbem Terrarum Sancta confitetur Ecclesia.
Chiesa Santa in ogni loco, Sotto il ferro, in mezzo al foco, Canta, e adora un Dio Signor; Ma trionfa, ma rissiede Lo stendardo della Fede Di Luigi in mezzo al cor.
Patrem immensæ Majestatis.
Santa Chiesa in Ciel comprende Un Dio Padre, che s’estende Per l’immensa eternità; Che d’amor previde il frutto Pria del tempo, e pria del tutto, Per la nostra umanità.
Venerandum tuum verum et unicum Filium.
E un Dio Figlio non creato, Ma dal Padre generato Sol per opra dell’amor; Figlio, è ver, ma tutta in esso Ha l’essenza dell’istesso Suo divino Genitor.
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.
E lo Spirto, che spirato Dai due petti, ha in Ciel formato Tre persone, ed un Dio sol. Chi non venera, e non crede Il mister di Santa Fede, Fugga pur dal Franco suol.
Tu Rex Gloriæ, Christe.
Buon Gesù, Re della Gloria, Che recasti a noi vittoria Della colpa, e di Satan, Tu che rendi i Re felici, Di Luigi gl’inimici Fa che siano armati invan.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu del Padre eterno Figlio, Riparasti il gran periglio Dell’oppressa umanità. Deh ripara il Cristian Regno Dall’insidie, dallo sdegno, Dell’ostil ferocità.
Tu ad liberandum suscepturus hominem, non horruisti Virginis uterum.
Nel vestir la spoglia umana, Della Vergine Sovrana Tu serbasti intatto il ve1. Deh la Vergine tua Madre Di Luigi in fra le squadre Della Fé sostenga il zel.
Tu, devicto mortis aculeo, aperuisti credentibus Regna Cœlorum.
Vincitor di cruda morte Ai fedei le chiuse porte Tu facesti in Cielo aprir, E il Re pio da Te s’invita, Dopo un secolo di vita, Là il suo premio a conseguir.
Tu ad dexteram Dei sedes, in gloria Patris.
Tu che in Ciel fra l’alme squadre Alla destra del Dio Padre Cinto sei di maestà, Fa, Signor, che del Re Franco Sieda ognor ministra al fianco L’incorrotta fedeltà.
Judex crederis esse venturos.
Si vedrà nel dì fatale Del gran colpo micidiale Qual sia stato il folle autor: Ma fratanto i rei dissegni Dei protervi e degl’indegni Tu deludi, o pio Signor.
Te ergo quæsumus, tuis famulis subveni, quos prætioso Sanguine redemisti.
Delle membra il sacro umore Che donasti al peccatore, Lo spargesti ancor per me. Fur comuni i dolci affetti, Ma il maggior fra’ tuoi diletti Sarà sempre un giusto Re.
Æterna fac cum Sanctis tuis in Gloria numerari.
Fra i celesti eterni Eroi Sia Luigi, e i Figli suoi Scritti in Ciel da tua pietà; E alla terra i nomi loro Sian di gloria e di decoro, Sian d’esempio ad ogni età.
Salvum fac populum tuum, Domine, et benedic hæreditati tuæ.
Il tuo popolo diletto Che il suo Re conserva in petto, Tu difendi, o Redentor. La sovrana regal Figlia Di Borbonica famiglia Benedici, o pio Signor.
Et rege eos, et extolle illos usque in æternum.
Reggi Tu l’Infante Ispano, Benedici il mio Sovrano Che a tal Donna il Cielo unì. E d’entrambi il regal petto Arda ognor di quell’affetto Che li accese il primo dì.
Per singulos dies benedicimus Te.
Quando nasce e muore il sole, Formeran le mie parole Laudi eterne al Re del Ciel, Poiché al mesto lor sembiante La salute d’un regnante Della pena squarciò il vel.
Et laudamus nomen tuum in sæculum, et in sæculum sæculi.
Della Parma i buon pastori Canteran carmi sonori In eterno a Dio Signor, Per i Figli fortunati, Che a tai Sposi ha il Ciel donati, Della Parma eterno onor.
Dignare, Domine, die isto sine peccato nos custodire.
Della vita il ratto volo Può chiamarsi un giorno solo, Breve giorno, e passaggier. In tal dì fa che ti lodi Degnamente in vari modi Senza colpe il mio pensier.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Se per me pregar mi lice, Pietà chiede il più infelice, Il più misero cantor. Chi può far che lieto io cante, È la Figlia d’un Regnante, E il suo Sposo e mio Signor.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos, quemadmodum speravimus in te.
Ma i miei carmi e i voti miei A te volgo, a te che sei Il gran Dio della pietà. Della Senna ognor le sponde Sian pacifiche e gioconde; Regni in lor fecondità.
In te, Domine, speravi, non confundar in æternum.
Spera in Dio, felice Regno, Che un sì giusto, che un sì degno Difensore in Ciel ti diè. Lieta pace tu godrai. E in Luigi ognor avrai Il tuo Padre ed il tuo Re.
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