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Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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AL CHIARISSIMO PADRE MAESTRO MARCO ROSSETTI VENEZIANO, CARMELITANO DELLA CONGREGAZIONE DI MANTOVA, REGGENTE DEGLI STUDJ IN FIRENZE, E PREDICATORE NELLA PARROCCHIALE E COLLEGIATA DI S. CASSIANO DI VENEZIA CAPITOLO
Benedetto sii tu, Marin Rossetti 300, Che fosti un dì fra gli uomini onorati, Ed or sarai fra gli angioli perfetti. Poiché amici noi fummo ai tempi andati, Oh quante volte del tuo figlio, e quante, Abbiamo i giorni in ragionar passati! E mi sovvien che, acceso nel sembiante, Tenero per natura ed amoroso, Ragionavi di lui, fervido, ansante. E di vederlo non er’ io bramoso Forse meno di te, ché d’ogni parte Grido giungea dell’orator famoso. La provvidenza che ogni ben comparte, Marco a noi guida, ed io qui fermo ho il piede, E del gaudio comun mi trovo a parte. Padre, tu il vedi, dall’eterea sede, Sul pergamo intimar pena o perdono Al popol folto, e gloriar la Fede. Giubila nel veder quanti e quai sono Gli ondeggianti uditor presti e costanti A prevenir della campana il suono. Mira dalle sue labbra i circostanti Pendere immoti, e compagnar suoi detti Colle tremule ciglia e i petti ansanti. E mira intorno i naturali effetti Di compiacenza, di stupor, di gioia, Escir a forza da’ commossi oggetti. E l’uomo tristo, cui sentire annoia Del proprio seno ritoccar la piaga, Senza dispetto la bevanda ingoia. O prode, o saggio l’orator che appaga Con argomenti da ragion dedotti, E per vie tortuose non divaga! I ministri di Dio facondi e dotti Esser denno, egli è ver, ma non dal vano Folle desio di dilettar condotti. Ed evvi il modo costumato e piano Di penetrar coll’Evangelo i cuori, Ed esser grati all’intelletto umano. Mescere si potranno i frutti e i fiori, Ma in numero ed in peso ed in misura Siano dei primi gli ultimi minori. Marco L’arte conosce e la natura, E gl’intelletti sobriamente alletta Poiché nell’alme penetrar procura; Né i motti studia, né lo stile affetta, Ma la Scrittura somministra i modi A quella dotta lingua benedetta. Dimmi, egregio Marin, Tu che in Ciel godi L’eterna gloria, hai compiacenza santa Che il tuo figlio da noi si applauda e lodi? Sì, mi rispondi, ché di grazia tanta Fonte è quel Dio che tu dappresso or miri, Ed in Dio solo il Figlio tuo si vanta. E collocato fra i superni giri Teco l’aspetti alla beata sede, Sciolti dal petto gli ultimi respiri. Mira il trionfo della Santa Fede Per lui reso maggior, la patria mira Fatta da lui del Paradiso erede. Satana vedi di dispetto e d’ira Fremere, disperare; e stuolo eletto D’alme purganti che per lui respira. E pel tuo figlio, che in umano aspetto Angiolo è reso per lo santo zelo, Giustamente si accresce il tuo diletto, E ne fai parte ai cittadin del Cielo.
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300 Marin Rossetti, genitore del Padre Marco Rossetti, fu stampatore in Venezia. |
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