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Carlo Goldoni Componimenti poetici IntraText CT - Lettura del testo |
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BABIOLE VEZZOSISSIMA CAGNOLETTA BARBINA DI SUA ECCELLENZA LA SIG. MADAMA LA CO. DI BASCHI AMBASCIATRICE DI FRANCIA IN VENEZIA
CANZONE
Natura prodigiosa, Gran madre de’ viventi, Talor co’ suoi portenti Sublima il suo poter. Fra gli uomini e le belve Fa nascere sovente Oggetto sorprendente Di stima o di piacer. Il genere dei cani Per rendere perfetto, Ha la natura eletto L’amabile Babiol: Babiol, che vince e oscura Le cagne ancor più belle, Qual le minute stelle Suole oscurare il sol. Se il bel delle barbine Consiste in picciolezza, Di lei maggior bellezza Al mondo non si die: Corta, sottil, bassetta, Minuto ha il capolino, Picciolo ha l’occhio e fino, Breve e ritondo il piè. Morbido ha il pelo e nero, Lucido, liscio e schietto, Ed ha una striscia in petto Di candido color. E le ricciute orecchie Con leggiadria cadenti, D’orïental pendenti Son più pregiate ancor. Fra l’altre sue bellezze In lei s’ammira e loda L’agile, folta coda, Con cui suoi festeggiar; E la soave lingua, Di balsamo condita, Onde la gente invita Baciata a ribaciar. Candidi, come perle, Mostra fra i labri i denti, Di cui timor non senti, Ché mordere non sa. Baiando non insulta Il forestier noiosa, Ma placida e festosa Accarezzar si fa. Fortuna a lei concesse Servire a tal padrona Che degna è di corona Per pregio e per virtù. Sì amabile matrona, Sì grande e signorile, La sua Babiol gentile Fa bella ancora più. Fedele è alla sua dama, Fedele è al suo signore, Serba rispetto e amore Ai degni figli ancor. E ai commensali intorno Corre vezzosa e presta; Fa gentilezze e festa, Vince di tutti il cor. So ben ch’uomini e donne Del bel francese regno Pon col felice ingegno Tutt’altri superar: Ma non credea che ancora Le bestie irragionevoli Più belle e più piacevoli S’avessero a trovar. La provida natura È madre universale, Ma in lei l’amor prevale Pel gallico terren. In lui fiorir si vedono Le scienze e ogni bell’arte: Fecondo è in ogni parte, D’ogni dovizia è pien. Regna colà il buon gusto, La nobile allegria, L’amor, la cortesia, La grazia, la beltà. La gelosia villana Bandita è da ogni petto, E senza il rio sospetto Regna la fedeltà. O Francia fortunata, Lodar mi si permetta L’amabile cagnetta Ch’ebbe il natal da te. Di ciò non isdegnarti: Se grande sei nel resto, La sorte ancora in questo Lodevole ti fe’. Ah se tuttora al mondo Pitagora vivesse, Ah, se Babiol vedesse, Che tanto intende e sa, Immaginar potrebbe L’anima in lei passata Di donna un tempo amata Per grazia e per bontà. Noi condanniam del Greco Gli empi pensier pagani; Ma chi dei cartesiani L’idea può seguitar? Anima sensitiva Nel cane e chi non vede? Chi automato lo crede, Babiol venga a mirar. Per renderla perfetta Manca una cosa sola: Le manca la parola, Le manca il ragionar. Ma tale è il suo destino: Ma coll’usato instinto Ogni altro cane ha vinto, E più felice appar. Vivi, Babiol gentile, Per divertir madama, Che ti accarezza ed ama, Che ha il suo piacere in te. E per clemenza accordi La tua, la mia signora, Un qualche raggio ancora Di protezione a me.
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