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Anton Giulio Barrili
Capitan Dodero

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A TOMMASO MARCHESANI

 

Chi ha da esser padrino del mio CAPITAN DODERO se non tu, mio provato amico, col quale si ragiona sempre del nostro mare, e mio sozio nella scampagnata di Quinto, dov'ebbe orditura il racconto che ora licenzio alle stampe?

Esso è di poca mole e di pochissima lena; ma io lo amo su tutti gli altri, come una di quelle tenui fantasie che si vagheggiano, stando a meriggiare sotto un albero in una giornata d'agosto, o vegliando sul cassero della nave, in un'ora di guardia alla vela, quando il cielo è sereno e la luna alta fa scintillare le onde azzurre nella scia del brigantino. Insomma, che ti dirò? Ho avuto un gran piacere a scriverlo, e ne ho altrettanto a mettervi sopra il tuo nome.

 

Di Genova, addì, 30 luglio 1867.

 

ANTON GIULIO BARRILI.

 




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