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Anton Giulio Barrili Come un sogno IntraText CT - Lettura del testo |
Candide lector,
Così l'amico innominato, di cui le ho detto in principio.
Ora, che fisime s'è posto egli in capo? Il filo d'Arianna, che non ha potuto ottenere tre anni or sono, e ingegnandosi di presenza, da una donna che lo amava, l'otterrebbe egli adesso, e da lontano? Io qui non addurrò nemmeno l'argomento più valido, che ella molto probabilmente non leggerebbe queste pagine, quand'anche fossero voltate nella lingua di Wilkie Collins, o in quella
del mio Paolo Heyse, il beniamino delle Grazie.
E poi, a che rovistar nelle ceneri? A che studiarsi di riannodare le fila di un romanzo interrotto? Non dice egli stesso che la sua felicità passata gli ha qualche volta tutta l'aria d'un sogno? Pur troppo la felicità non è tale, che a patto d'esser fugace, di passar come un sogno. Principio e fine esercitano una cattiva influenza sull'aspetto delle cose. Il cielo è per l'appunto così bello, perchè nelle sue azzurre profondità non lascia scorgere dove cominci e dove finisca.
Se l'uomo potesse incatenare la felicità, prolungare a suo talento il piacere, povera vita, a cui verrebbero meno tutte le sue sante pugne, tutte le sue feconde inquietudini! Chi stimola a progredire, se non è la speranza? E che altro è la speranza, se non il dolore presente che anela alle gioie future?
Nei patimenti soltanto si affina lo spirito, questo cercatore infaticabile, talvolta anco impaziente, del bello, del buono e del vero. Un giorno di felicità, gustato in mezzo alle asprezze del cammino, è come un faro amico sul mare, come un'oasi nel deserto, come un sogno nella vita. Si volge lo sguardo a que' punti lontani, impromesse non fallaci del meglio, e si spera.