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Aleardo Aleardi Canti IntraText CT - Lettura del testo |
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LA BADIA.
I.
È in Castiglia un’antica Badia Che si appella San Pier di Cardegna; Dove blanda sull’anime regna La Madonna dei sette dolor:
Dove il Cid a pregare venía Ginocchioni, coperto di maglia, Mentre il fido corsier di battaglia Scalpitava aspettando di fuor.
Quivi un dì, che quel Prode non c’era, Presentaronsi i Mori a le porte: «Presto, aprite, vogliam porre a morte Cento frati col loro prior.»
E raccolta la tremola schiera Sotto i chiostri l’àn tutta svenata, E Maria da quel dì fu chiamata La Madonna dei cento dolor.
Per molt’anni in quel giorno nefando Cosa apparve da metter spavento; Lungo i chiostri dell’ermo convento Vivo sangue le pietre sudâr.
E il portento durò fino a quando Isabella percosse Granata, E la stirpe dei Mori odïata Ripassò, come un esule, il mar. II.
Quando riedeva quel dì dell’anno, Che mi tradisti, Lisa fallace, Sentía nel core rieder l’affanno, Morivan gli estri, perdea la pace.
Piena di spettri l’aura notturna, Cinto di macchie sanguigne il sole, Sentiva un bieco desío dell’urna, Parean saette le mie parole.
Oggi son placido, pure è quel giorno: Il lago è limpido, la luce è lieta, Canta un’allodola, mi guardo intorno, Ride il creato, torno poeta.
Vedi dal colle, che il sole indora, Una fanciulla scendere al prato?… È dessa, o Elisa, fallace Mora, È l’Isabella che t’à scacciato.
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