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Girolamo Brusoni
La gondola a tre remi

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)
latra-nodi | noiar-porta | porte-richi | ricom-scrup | scuot-super | suppl-vibri | vibro-zuffo

     Scorsa
3005 4| benissimo, e gemendo, e latrando fiuta, e gitta via tutte 3006 7| avendo mia madre dato il latte ad Eufemia».~Glisomiro allora 3007 2| dipinte le tanto celebrate Laure, e Leonore. Ma s’egli s’ 3008 2| fedele amico per foglie di lauro: ma crederò piuttosto col 3009 6| qualche cosa, che si vanno lavando la bocca con aspergere di 3010 6| adorni. Con acqua pura si lavi, e sovra tutto s’abbellisca 3011 7| portati alcuni panni lini lavorati da mia madre, essendo voi 3012 2| rispedito Guglielmo con un lavoratore di quegli orti a Mazorbo, 3013 8| vasto imperio. Mentre Isuf lavorava nel sudore del suo volto 3014 2| si riposi, o si vesta, o lavori, le tien lo specchio mentre 3015 6| adornerebbono ne’ giorni di lavoro quando attendono alle bisogne 3016 2| trasportò dalla Grecia e dal Lazio nella Toscana. E tra le 3017 2| donzella libera, poteva lecitamente desiderarla. Se bene poi 3018 2| cui egli s’era unito in legame strettissimo d’amore e di 3019 1| E che hanno che fare i legami con i colpi?».~Quí Glisomiro: « 3020 1| fanno preda dell’anime, le legano, e le dannano al penace 3021 3| l’avete avuto; non debbo legar voi mentre sono disciolta 3022 1| nella gondola a tre remi legata a quella riva. Fatto il 3023 1| insegnamento di Vittorio, legatavisi lentamente attraverso la 3024 1| fu in un medesimo tempo legato dal fascino, e colpito dalla 3025 1| uscire da questo labirinto, legatomelo al cuore con una costante 3026 2| luogo del suo canzoniere si legga qualche concetto piú libero 3027 1| Io, vedutomi scoperto, e leggendo nella faccia dell’ospite 3028 2| l’attribuisco tanto alla leggerezza del loro cervello, quanto 3029 8| occasione di ridere d’alcune leggerezze, che ho trovate in cosí 3030 7| sopra di sé, e poi tornato a leggerla piú volte, fermossi sull’ 3031 2| andava dicendo:~ ~Se d’Icaro leggesti, e di Fetonte~ben sai come 3032 6| e gliela porse dicendo: leggete quello che m’ha dettato 3033 1| di teletta d’argento cosí leggiadra, e snella, che io stesso, 3034 6| che una donna gentile vada leggiadramente vestita, e nobilmente ornata 3035 6| raggio beltà, che di leggiadre~forme adorna, e colora il 3036 3| resti,~ed io dove n’andrò~leggiadri occhi celesti,~quando vi 3037 6| ebbe a celebrarlo con un leggiadrissimo sonetto».~«Per grazia, disse 3038 2| questo mondo instabile, e leggiero~costanza spesso il variar 3039 2| applicato ad altri studi, non leggo mai un sonetto o una canzone 3040 7| tenervi in altra guisa, che di legitima consorte; compiacetevi, 3041 6| causa d’infamia, occasione legittima di separarsi da lei: e sappia 3042 1| independenti contro le ragioni legittime della Casa regnante, e sua 3043 8| che i nostri frutti sieno legittimi, e santi?».~Sarebbe andata 3044 1| diversi barconi carichi di legname e di pietre, un granchio 3045 1| ogni anno rompendo i vostri legni~naufraghi di Turchia piangono 3046 6| sanità con la dolcezza de’ lenitivi del buon mutamento, non 3047 2| misurando a passi tardi, e lenti.~ ~E altrove,~ ~Per altri 3048 2| fattosi dare un picciolo lento, che portava seco di maravigliosa 3049 7| Certo, che tu non fai lenzuola, coltre, matterazzi, e lettiere; 3050 2| che piú grato~congiunse a lesbia lira itala destra,~estrasse 3051 6| disse Giustina, quello che lessi una volta nell’opere d’un 3052 6| roti,~e copri il nome mio Letea lacuna;~Stelle, Sorte, Destin, 3053 4| nasconderla agli occhi del mondo letterato. Ma la presunzione, l’invidia, 3054 7| qualche male balzò dal suo letticello, e andò a vederne. La risposta 3055 7| lenzuola, coltre, matterazzi, e lettiere; ma bene io ti conosco a 3056 7| tutto il cavaliere alla lettura di questi versi; e Lisa 3057 2| Astolfo in quella terra per levamela in ogni modo. Ma pervenuto 3058 7| scherzargli attorno i capelli levandoglieli dalla faccia, e a lusingargli 3059 7| femmine, a solo fine di levar Drusilla di casa del cavaliere, 3060 8| persona Celinda, bisognò per levarle i sospetti dall’animo participarle 3061 4| fosse tornato il poppiere a levarli, non in terraferma dove 3062 1| Glisomiro, con intenzione di levarmela quella notte, e passarmene 3063 1| venisse Filiberto medesimo a levarmene. Mi vestirò pertanto un 3064 7| capitava ancora Celinda per levarne la sua cameriera. Ma non 3065 4| avvedesse, a disegno poi di levarnela ancora inosservata il seguente 3066 1| subitamente da tavola, e secco si levarono tutti gli altri con qualche 3067 5| disse Glisomiro) e con levarti da tuo marito con questo 3068 5| è stato un pazzarello a levarvi di casa di vostro marito 3069 8| disse ad Agnesina, che levatala in danza trovasse qualche 3070 7| piedi, che essendo stati levati da benefício inopinato di 3071 6| di vino ordinario, e poi levatici da tavola, ce ne andammo 3072 4| ben grande, né si sarebbe levato indi a gran pezza, se non 3073 4| vicinanza del medesimo armario; levatosi di piú che mai contaminato 3074 6| strali:~turbine di fortuna~mi levi in Ciel, nel Tartaro mi 3075 2| moderni poeti: cosí par che levino alla posterità la speranza 3076 3| ciò dicendo aggiustato il levitino dolcissimamente intuonò 3077 1| proprio di femmina) della lezion de’ romanzi, e de’ poemi 3078 6| sorridendo Placido:~«Questa è una lezione, che se le nostre dame volessero 3079 6| onore, e infracidita nel lezzo delle sensualità? Insomma 3080 2| occasione a Vittorio di libare il suo onore, mostrandoci, 3081 4| conosce che non sieno state libate dalla sua bocca».~«Tutto 3082 6| distinguere le virtú dai vizi per liberarci l’anima da questi, e adornarla 3083 3| zoppicasse con essa, pensò di liberarsene con un bacio in fronte: 3084 2| di me, che la Gerusalemme liberata e l’Aminta del Tasso son 3085 8| ne venne improvvisamente liberato da uno strepito sollevatosi 3086 4| dell’anima. Ma il cavaliere liberatosi da quel soave impaccio, 3087 2| nobil servo, ed or compagno.~Liberiate, e salute,~e leggi (oimè) 3088 8| baronaggio d’Aliberi sangiacco di Licca, che venne con la prigionia 3089 8| amicizia ad ogni altra donna; e licenziare dal suo servigio Agnesina, 3090 3| entrava già Leonello a licenziarsi con nobili ringraziamenti 3091 1| maniera ve la dirò come averò licenziate queste fanciulle». Cosí 3092 1| Partite le fanciulle, e licenziatesi l’altre dame, mi diede Paolina 3093 8| allora incognito, ond’essi licenziatisi immantenente, il misero 3094 5| Disse il cameriere, che licenziato subitamente da Placido per 3095 5| poco lontano il giorno, licenziatosi con promessa di trovarsi 3096 3| condurti in terraferma; ma ti licenzio per sempre dalla mia casa; 3097 1| canzonette, che allora cantavano, licenziolle nobilmente regalate. Partite 3098 4| nell’Accademia, che nel Liceo, o in qualunque altra scuola 3099 7| raggirate ormai~luci soavi e liete i vaghi rai~a consolar d’ 3100 8| si diede a ricevere con lietissima tranquillità di spirito 3101 6| di loro in un sembiante lietissimo, e tutto spirante amori, 3102 1| come girate il cor;~se lieve, e labile~anche io sarò,~ 3103 4| languisca il cor mio,~a lui sien lievi pene~per bella cagion 3104 6| adorna, e colora il terren limo,~Egli s’erge sovente, ed 3105 2| cortigiani ha gli occhi di lince) il medesimo Duca Alfonso. 3106 5| parte sono di vista piú che lincea. Ma Ferrante sentitosi pungere 3107 4| impassibilità grida col buon vecchio Linco~ ~Uomo sono, e mi pregio~ 3108 6| linguaggio, che non era mica di Linguadocca, cosí parlavano arguto, 3109 6| casa che questo; ma le male lingue gli hanno imbrogliato il 3110 7| giorno portati alcuni panni lini lavorati da mia madre, essendo 3111 1| candida vita dal sottilissimo lino; ed io voltatomi ad altra 3112 4| perché conoscete l’umor di Lionello. E poi, quando ancora mi 3113 1| ne’ Saturnali di Giusto Lipsio. Fra questi si contavano 3114 6| quattro consonanti mute e liquide ordinate con tal magisterio 3115 2| Ebro onda maestra~prestò liquido plettro all’arpa d’oro,~ 3116 5| servigio, che d’alcune poche lire che aveva pur dianzi tirate 3117 2| qui solamente delle poesie liriche; che ben sapete meglio di 3118 6| questo numero. E benché il lirico Venusino chiamasse rotondo 3119 6| facci arrossir senza por lisci.~ ~Né peraltro (già che 3120 6| burgiardamente s’infingono, si liscierebbono, e s’adornerebbono ne’ giorni 3121 5| non porta belletto».~E si lisciò, cosí dicendo, con una mano 3122 5| bianchissimo di seta con larghe liste tessute di vari colori e 3123 6| perché stanotte prenderei a litigare col Gran Turco, non che 3124 1| ancore sciogliea dal patrio lito~ogni cosa mortal lasciata 3125 3| perpetua infelicità del livore, dell’invidia, e della detrazione 3126 1| luoghi d’Italia, divenuta locandiera in Padova, e fallita per 3127 3| La vita il fine, e’l loda la sera, rispose Glisomiro. 3128 5| con le altrui parole, e lodare con gentile allusione alcune 3129 3| gioventú ebbi occasion di lodarmi della vostra modestia, non 3130 3| accortezza e generosità, entrò a lodarnelo con molta grazia. Ma il 3131 2| Glisomiro, e i cavalieri lodarono fra di loro la sua modestia. 3132 2| interessi, le averanno ben lodate di cortesia, di pietà, e 3133 2| per altro degni di molta lode) e altri verseggiatori a 3134 8| amante~di ninfe in lieto coro~lodo ben di Leucippe il crino 3135 2| studi, diporti ed agi~mense, loggie e palagi,~ove or fui nobil 3136 4| mala qualità del canapo logori la seta, e distrugga un 3137 6| prima ci trattavano da lupi lombardi incominciarono a proverbiarne 3138 7| la moglie e la figlia di Lombardia a Venezia, che per aggiustare 3139 4| ormai tanto avezzo alle lontananze e alle disgrazie, che gli 3140 8| dissipata la corte d’Amurathe in lontane cariche e governi, circondò 3141 3| per bocca di Bettina, e di Lorenzetta. Orsú vi lascio».~E taciuto, 3142 3| degli eretici della Val di Lucerna, a questo solo fine d’acquistarsi 3143 6| lucciole vedeste per l’aria? Luceva il sole, o la luna?».~Sorrise 3144 2| servigi d’amor ministro eletto~lucido specchio anzi ’l mio sol 3145 4| piú si ricordasse quando Lucietta me la porgeva al di sopra 3146 2| Principessa Leonora, e a Madama Lucrezia Duchessa d’Urbino sua sorella, 3147 2| ma con successo disuguale Luigi Alamanni) il primo, che 3148 1| granchio vecchio di sette lune sentitosi tra quelle angustie 3149 4| d’errore quanto hai con lunghe prove di virtú faticosamente 3150 2| armi, non aveva però per la lunghezza del tempo, o per la diversità 3151 1| risoluzioni da maturarsi con lunghi pensamenti per provvedere 3152 2| spogliar di preziosi sassi~Luni vicina, e l’ultima Siene;~ 3153 7| levandoglieli dalla faccia, e a lusingargli le guancie e’l collo, e 3154 7| la cameriera voltatasi a lusingarla, ve la persuase finalmente 3155 3| aver fatto anche troppo con lusingarle per confortarla il volto, 3156 3| terra. Allora Glisomiro lusingatale con una mano soavemente 3157 8| tutti gli amici di Glisomiro lusingati dal bell’umore di quella 3158 8| prendere un poco di spirito, lusingatole piacevolmente il volto con 3159 6| si caricano d’un mondo di lussi il facessero per amor de’ 3160 7| pochi versi.~ ~Dopo due lustri intieri, in cui mia fede~ 3161 1| strada al Maomettismo, al Luteranesmo, e al Calvinismo di fare 3162 3| cattolici, essendo lo sveco Luterano, e l’inglese Calvinista, 3163 1| ma di salvare dall’altrui macchia il suo onore».~«Parliamo 3164 1| proprio rischio, non di macchiare, ma di salvare dall’altrui 3165 3| pensassi di fare il male che macchinavi; basta per convincerti reo 3166 8| nella sua esaltazione, le macchinazioni del Primo Visir per sollevar 3167 4| presopponeva rivelatori de’ suoi machinamenti a Glisomiro, e per esso 3168 5| non lasciando intanto di machinare il discioglimento de’ viluppi 3169 3| Rambaldo e ciò che avesse machinato a’ danni del cavaliere. 3170 4| posso credere che Leonello machini cosa alcuna di nostro pregiudicio. 3171 8| faccia d’uomo torbida e macilente, con due occhi quasi tinti 3172 2| Principessa Leonora, e a Madama Lucrezia Duchessa d’Urbino 3173 1| recitò Domitilla alcuni madrigaletti; e intanto sbrigatasi dalla 3174 7| vestirsi a cantare il seguente madrigaletto, indicio chiarissimo di 3175 2| già nel docil’Ebro onda maestra~prestò liquido plettro all’ 3176 5| pensò di cavargli le penne maestre con certe sue invenzioni 3177 1| in viaggio, perdutosi al magazzino a bere, e giuocar la mora, 3178 6| e della fortuna, faceva maggiormente spiccare i tratti o della 3179 6| liquide ordinate con tal magisterio di natura, che un nobile 3180 4| di Lelio, e de’ pubblici magistrati, voluto assicurarsene scese 3181 3| turbolenze degli stati, magnificando a piena bocca, Rebuelta 3182 6| aquile settentrionali d’Olao Magno, che portano gli elefanti 3183 1| forse quí teco Domitilla?». «Maisí, disse Panfilo. Non avendo 3184 1| i passaggieri sentito da Malamocco qualche tiro di cannone, 3185 5| il cacciarono cosí nudo e malconcio fuori di quella casa minacciando 3186 3| torcendosi tutta disse:~«Sia maledetto quel Francese, e’l punto 3187 5| all’essere cosí brutto e malfatto, ed esercitare una professione 3188 3| emoli, de’ nemici, e de’ malignanti: e nel rimanente se il latino, 3189 2| occasione al vulgo ignorante di malignare a pregiudizio dell’onor 3190 4| gelosia ma non tosto per le maligne invenzioni della perfida 3191 4| insopportabile affatto la soverchia malinconia e la soverchia allegrezza. 3192 2| quale per altro di natura malinconica e di stile aspro anzi che 3193 4| fargli; stassene sempre meco malinconico e mesto, e come il vede 3194 8| sceleraggine di un’anima maliziosa. E quando anche avessi commesso 3195 5| attorno al povero Ghiandone, e maltrattandolo tutto a piattonate, e fiancate, 3196 2| Venezia, lasciando la vecchia maltrattata, e peggio, che faceva servigi 3197 1| sentitosi tra quelle angustie maltrattato dal remo di Ghiandone, afferratolo 3198 4| quanto ha di crudo e di malvagio Amore».~ ~«Non vi si risponde 3199 3| che non sempre sono le malvagità fortunate; né tutti gli 3200 7| il mondo e far di tutto, malvolentieri si tolgono impacci di donne. 3201 2| Glisomiro difendere i suoi mancamenti. Basta che fallí, e fallí 3202 7| alcuno di Drusilla, non vi mancando chi la provveda in guisa 3203 4| non poteste tornare non mi mancheranno scuse per far credere, che 3204 8| d’amore e di fortuna, non mancheremo di tesserne in un altro 3205 4| che nel mio dubbio core~manchi per gelo Amore;~ ~che altro 3206 3| benché sappia, che non vi manchino ancora altri trattenimenti». 3207 5| tempeste de’ disgusti, che’l mandano sovente sossopra, mettendo 3208 6| infelici l’inebriarsi per mandare in oblio le proprie sciagure; 3209 2| registrato il suo nome per mandarlo alla memoria de’ posteri? 3210 5| finalmente s’è contentata di mandarmi a casa vostra. E questo 3211 7| non mi trovate donzella, mandatemi in malora, che me ne contento».~ 3212 7| Lisa, e insieme del sonetto mandatogli dalla dama, pensò di darle 3213 7| signora madre, e far che vi mandi via dal mio servigio».~La 3214 6| consolazione di vederli sposi. Mandisi adunque a chiamare il pievano, 3215 5| che toccano l’onor mio, mando la barca, perché veniate 3216 7| pertanto in forma di lettera mandolla a Laureta per Ghiandone, 3217 4| suoi medesimi sentimenti, mandolle dicendo, che s’aggiustasse 3218 1| provvederne, e d’uomo che’l maneggiasse, si misero in viaggio con 3219 1| evidente pericolo a chi la maneggiava, e di certa ruina chi se 3220 8| vedere il pesce, non che in mangiarlo, né’l posso ritenere pure 3221 2| voi quella pecora, che mi mangiasse».~Risero tutti, e Placido 3222 4| eguali alla sua volontà il mangierebbe vivo, perché non gli togliesse 3223 3| andate a dormire, che non vi mangierò mica il vostro amore. Sono 3224 1| acqua».~E asciugatosi con le maniche della sua saltimbarca (che 3225 7| questa occorrenza, senza manifestargli l’inclinazione di Drusilla 3226 2| rispose:~«Anzi quelle sciagure manifestarono al mondo la sua innocenza, 3227 4| disgusto, perché le avesse manifestati i loro trascorsi.~«Se ho 3228 1| Dio, che sono pur troppo manifesti gl’inganni, che prendono 3229 5| armati di celata, giacco, manopole, stocco e targa, come se 3230 6| diavoloso, ridotte a piú mansuete e care d’un cagnoletto dalla 3231 8| delizioso. Ella sosteneva il mantelletto col braccio sinistro, appoggiato 3232 7| casa con molta prudenza, e manteneva un posto forse piú alto 3233 7| d’una saracina. Perché le maomettane credono pure in qualche 3234 1| schierate nel canal de’ Marani per la solita quarantena 3235 6| tutto il mondo».~Qui Alberta maravigliando: «Sdegnato con Laureta?».~« 3236 6| sua favorita di restare maravigliata di tanta sobrietà in un 3237 2| ella sola fra le dame».~«Mi maravigliava, disse Placido, che non 3238 1| si veggono rinovellate le maraviglie antiche, e del popolo Israelitico, 3239 2| di cento luoghi del suo maraviglioso canzoniere, in quelle opere, 3240 2| si diedero ad intimar la marchia a tutta la compagnia. Onde 3241 1| dirimpetto la Piazza di San Marco, avendo i passaggieri sentito 3242 1| Friuli.~Era già sonata l’Ave Maria, e le donnette della contrada 3243 4| agevolmente praticati, e da’ marinari, e da’ passeggieri: ma il 3244 5| il giorno addietro da un marinaro suo gallano alla Rossa, 3245 2| favellare ancora della setta marinesca, io per me a dirvi liberamente 3246 2| scartabellieri anteporre il Marino, e’l Testi (poeti per altro 3247 6| della concordia del letto maritale. Sappia l’uomo d’essere 3248 2| affetto alle compiacenze maritali, non averebbe piú potuto 3249 7| subitamente alla risoluzione di maritar Beatrice ad Ermanno, che 3250 8| infino a che avesse potuto maritarla; andò a levare in danza 3251 3| ben mi ricordo quando vi maritaste, voi passate di poco i trent’ 3252 8| disolutezza con gli uomini, benché maritate, oneste e sante v’han dato 3253 3| vezzo nel quale sei vissuta maritati, che non ti mancherà qualche 3254 4| turchino celeste dal ceruleo marittimo, essendo con tanto artificio 3255 8| stata osservata da un tal mariuolo passato mascherato su quella 3256 5| di buon vino con alcune marzoline di Romagna, e alquante coppie 3257 7| trovolla appunto che si stava mascherando da maschio, nel qual portamento 3258 3| stagione che non s’usa il mascherarsi, non erano esse intervenute, 3259 6| femminile nudrivano spiriti maschi ne rimasero edificate. Glisomiro 3260 1| Corte di Venezia, ma una masnada piú tosto di ladri, o d’ 3261 1| cantò divinamente nel suo materno linguaggio quel vostro famoso 3262 6| cantimbanca, non che ad una gentil matrona, e col seno e con le spalle 3263 7| non fai lenzuola, coltre, matterazzi, e lettiere; ma bene io 3264 1| Somiglianti risoluzioni da maturarsi con lunghi pensamenti per 3265 8| risoluzioni, che vengono poi maturate nel Divano; niente che abbiano 3266 3| vostra licenza negli anni piú maturi. Fatemi però grazia di ritirarvi 3267 2| lugubre orrore.~Cigno dal Mauro all’Indo~piú chiaro della 3268 1| quietarsi, e di lasciarsi medicare, sicuro di non ricevere 3269 7| fatto inghiottire l’amara medicina della disperazione».~« 3270 4| accortezza del suo ingegno andava meditando qualche mezzo per impedire 3271 4| labbro vezzoso~tinto di mele il dardo,~e svegli eterno 3272 5| non fosse punto sciocca e melensa. Aveva ella osservati benissimo 3273 6| essere direttor de’ suoi membri, conosca la donna la debolezza 3274 1| concetto di se degno, e memorando.~«Pugnerò certo, e pugnerò 3275 8| Vittorio al buon geloso memore de’ passati accidenti con 3276 2| sacri ingegni~piú stabili memorie, archi piú degni.~Se già 3277 5| acconsentito a Romano di menarmi via da mio marito. Ma poiché 3278 4| piú che altri in festa mi menaro~ lungo spazio fra tormenti 3279 5| con questo scandalo, e con menarti in casa della zia, mentre 3280 1| disturbator de l’amorosa pace.~Per mendicar mercé~di misero servir,~ 3281 1| fatto, seriamente disse:~ ~«Menelo quà da mi, che ghe xe un 3282 2| piagno~studi, diporti ed agi~mense, loggie e palagi,~ove or 3283 1| tirarsene un’ala sotto il mento. Trattoli allora Panfilo 3284 7| Ella tornossi bene per mera necessità a casa di Glisomiro, 3285 6| soggiunse Alberta:~«Voleva meravigliarmi, che non pensaste a qualche 3286 7| d’anima gentile! e quali meraviglie non fabbrichi tra’ mortali? 3287 7| comperassero ben cara la loro mercatanzia. Niente però si sapeva in 3288 2| prezioso pegno~fossi la merce, e queste braccia il porto.~ ~ 3289 3| cenava la servitú. E da meretrice vecchia e trista, conosciuto 3290 7| sieno deliri? Elle sono merissime verità: che ben sapete, 3291 2| dame, perché sapete di non meritar l’amore fuor che di qualcuna 3292 5| disse Glisomiro, benché non meritasse tanta pietà questa ribalda», 3293 3| offesa d’alcuno la ricompensa meritata dal mio amore, ed esibitami 3294 3| ricevute nella mia casa non meritavano che trattassi meco e co’ 3295 8| amaro sorriso a dirgli:~«Meriteresti veramente, che s’eseguisse 3296 2| grazia loro ad onta de’ meritevoli amanti. La qual cosa io 3297 2| Celinda a parlare dicendo:~«Si meritò d’essere tradito da un amico 3298 5| di zendado turchino comerletti d’argento. Un velo bianchissimo 3299 4| dolci fiamme il ghiaccio mesce;~m’è l’incendio noioso, 3300 4| donna è d’altrui;~E tu vivi meschino? E tu non mori?~Mori, Mirtillo, 3301 5| aggirarlo con buone parole mescolate di qualche promessa, e di 3302 2| ma per molte settimane e mesi con quella libertà, che 3303 3| de’ vostri interessi».~Poi messale la bocca all’orecchio pianamente 3304 7| scendere in terra prima di lui, messasi immantenente la strada fra 3305 3| danaro, alzatasi di letto, e messolo in ciancie gliene esibí 3306 2| Caria di Parnaso~le spiaggie meste, Mausolo il Michiele;~Artemisia 3307 4| di sospiri, di pianti, di mestizie, di dolori, d’afflizioni, 3308 1| servitú della penna, o della mestola, possedendo con qualche 3309 2| mescolanza di concetti e di metafore rappatumate insieme a grottesco, 3310 1| fulminar tremendo~de’ veneti metalli il Turco atroce~lasciò l’ 3311 2| poeti varcando oltre alle mete piantate alla poesia italiana 3312 7| donandomi un anelletto, e mettendomi tanto fuoco d’amore in seno, 3313 7| diavolo di donna, perché vi metterà in qualche precipizio, non 3314 5| della quale servendomi, metteremo mia figlia con suo marito 3315 6| moglie, se una donna seppe metterla fra Dio e gli uomini».~« 3316 6| senza derrata; e però potete mettervela in seno, e farvene un buon 3317 3| degli uomini. Gli Epicurei mettevano la loro felicità ne’ piaceri 3318 3| altri di queste cose, e metti da parte i tuoi umoretti 3319 1| il rischio nel quale mi metto, ma bisogna o tentarlo, 3320 3| fosse ormai poco lontana la meza notte, a Venezia. Perché 3321 7| sciocca, che volesse farsi mezzana de’ suoi deliri con la figlia, 3322 6| andò a dormire insino a mezzogiorno».~Ridevano tutti del parlare 3323 2| mi trasse?~come vive il Michiel sovra il Polo,~quí sempre 3324 4| giudicio dell’animal di Mida antepongono i cucoli ai 3325 4| quanto vogliono, che con le migliaia de’ loro componimenti non 3326 4| giravolte spazio minore d’un miglio. Fu sua ventura, che l’acque 3327 5| per impazienza, che per miglioramento della sua indisposizione; 3328 2| ad un Francesco Borsano milanese. La qual Francesca fu donna 3329 2| Corio nelle sue Istorie Milanesi, raccontando gli onori veramente 3330 2| veramente reali fattigli in Milano da’ Principi Visconti, gli 3331 1| onor nuovi sentieri~con noi milita il Ciel, combatte il vento;~ 3332 1| della religione cattolica militando contro i Turchi nell’armata 3333 1| godete il frutto delle vostre militari fatiche nella pace sempiterna 3334 3| ragione e la giustizia che militino con le sue bandiere. Il 3335 3| vedere, che infino a che militò solo nella Germania, trovossi 3336 8| Primo Visir per sollevar la milizia de’ gianizzeri, e farle 3337 1| amici, pareva un momento millanni ad Ariperto di saltare 3338 1| all’Osmanica gente aspra mina.~Tempo verrà, presto verrà, 3339 4| gioiva, e ne’ sospiri.~Come minacci amor, come s’adiri~quali 3340 6| pregni di foco~torbido, minacciante~mi pioveste sul crin groppi 3341 4| dall’amicizia della donna il minacciasse di qualche castigo quando 3342 5| compagna nelle furie il minacciò di farlo metter prigione 3343 2| Dirce, altri il Sebeto, e’l Mincio, e l’Ebro,~immortalasti 3344 3| non gustarono giammai pur minima apprensione di male. Ora 3345 8| potè articolare pure un minimo accento. Glisomiro, sostenendo 3346 4| quelle giravolte spazio minore d’un miglio. Fu sua ventura, 3347 1| trapassati, mentre veggio assai minori a questi tempi i castighi, 3348 2| della gloria di lei, e non a minuimento della virtú del Petrarca; 3349 5| questo viaggio accrescere, né minuir questo numero, riprese in 3350 5| affetto, non che glielo minuisse, cangiando però l’amore 3351 2| che l’amò in vita con mirabil fede, che egli medesimo 3352 6| vostro pregio e mio dilettomiracol d’amore e di natura,~dell’ 3353 4| disgrazie, che gli pareva anche miracolo d’aver potuto godere due 3354 6| ne parlavano come di cosa miracolosa. E dove prima ci trattavano 3355 3| alma mia nido felice~poiché mirar mi lice~tra nubi di pietà 3356 1| e corone il Fato acerbo.~Mirate omai delle vostre armi ingiuste~ 3357 2| versi.~ ~Ardiccio, se ben miri~molle e dura è costei,~cosí 3358 2| armi e d’amori.~Per Te di mirti, e allori~fiorir gl’incolti 3359 6| morte.~Dell’arsa Patria il miserabil busto~lascia in lacera vesta 3360 6| cognizione di se stesso misero e miserabile creatura alla cognizione 3361 3| del senso, ed erano piú miserabili delle bestie de’ campi. 3362 1| concetto~ ~Cinthia prima suis miserum me coepit ocellis.~ ~A cui 3363 1| da quell’uomo villano; mi misi in pensiero d’assicurarmi 3364 6| ingegno ha potuto da cosí misterioso nome ritrarre un’ideal cognizione 3365 1| spirito di celebrar con esso i misterj di Berecintia con Atide. 3366 6| cosí la bella man tempra e misura~l’ostro, che tigne il dolce 3367 7| congiuntura non ho mancato di mitigare l’acerbità del suo disdegno; 3368 3| Questa opposizione non che mitigasse, crebbe lo sdegno di Leonello, 3369 3| di pietà raggi d’amore,~mitigato il dolor, fermato il piede,~ 3370 1| Grimani. e Badoeri,~e Bembi, e Mocenighi, e Riva, e cento~figli dell’ 3371 4| ciancie Ariperto sopra le mode francesi; capitò di ritorno 3372 6| Senato di far nuove leggi per moderar le pompe donnesche».~A cui 3373 4| nulla affrena.~Gran fede, e moderato ardire omai~voi d’inganno 3374 2| gente desiderasse qualche moderazione nella sua maniera di servirla. 3375 1| poi mi dica se le guerre moderne sieno solamente di Stato, 3376 2| possono vivere gli amanti modesti, soggiunse Alberta; i quali 3377 4| umane perturbazioni; ma modestissimi, e per lo secolo in cui 3378 2| sole:~da quella eccelsa mole~raggio di novo amar m’invia? 3379 7| cameriera per intendere i molivi di quella novità. Inteso 3380 2| costei,~cosí son duri e molli i versi miei.~Molle è in 3381 8| capricciosa Laureta, per non moltiplicar negli scandali, fatta subito 3382 2| nostro linguaggio, e nella moltitudine de’ componimenti, e nella 3383 3| formidabile a’ piú poderosi monarchi d’Europa».~«La vita il fine, 3384 8| stato di quella potentissima monarchia, ch’escludendo ogni ombra 3385 6| discordia; ma non v’è scienza, o mondana, o divina nella quale questo 3386 3| fatto gli mostrò due o tre monete d’oro e d’argento; se avesse 3387 4| Apollo. Eccovi un sonetto di monsignor dalla Casa, nome che a se 3388 5| toccasse ad essa ancora di montarvi, con improvviso consiglio 3389 4| con un solo; su la quale montata Alberta ancora con animo 3390 1| mia villa sul Trivisano. Montati adunque in barca intorno 3391 6| camminar su i trampoli) e un monte di capelli posticci in testa 3392 2| E altrove,~ ~Per altri monti, e per selve aspre trovo~ 3393 8| una giovane donna oziosa, morbida e disperata, che mille bizzarrie 3394 8| gallani ad uso di giovinetto morbido e delizioso. Ella sosteneva 3395 4| difendersi le gambe, che nol morda per invidia di non poter 3396 1| generoso e pio.~Pugnò, vinse, e morí; l’ultima luce~sacrò col 3397 2| Applausero con lieto mormorio alla recita di questo nobile 3398 1| Turchia piangono i regni.~Morosini, Grimani. e Badoeri,~e Bembi, 3399 6| suo morir non prezza~né morrà per dolor, ma per dolcezza.~ ~ 3400 4| oltre a che piú tosto si morrebbe di fame, che prendere il 3401 4| sbranar loro il cuore comorsi della loro crudeltà. Ma 3402 2| Ogni abitato loconemico mortai degli occhi miei. ~ ~Ma 3403 3| troppo cel conferma la nostra mortale caducità; che noi siamo 3404 1| vada dilatando a guisa di mortifera cancrena, senza che vi si 3405 4| l’agrestezza del Portico mortifica la dolcezza dell’Accademia, 3406 7| mia sciocchezza. Io voleva mortificarti nella tua casa; tu m’hai 3407 7| nella tua casa; tu m’hai mortificata nella mia. Ma lodato il 3408 2| partita di qui senza qualche mortificazione di questo diavolo; che se 3409 7| dolce cambio mi danno le tue mortificazioni mentre veggo terminati i 3410 6| bicchieri di prosecco, di moscato, e di malvagía. Dopo che 3411 1| occhj (come disse appresso Mosco sua madre) spiritosi e fiammanti. 3412 7| arrossita di questa dimanda, e mossasene a una dolce sorriso:~«Insomma, 3413 2| di libare il suo onore, mostrandoci, che anche negli onesti 3414 5| applauso il suo ragionare si mostrarono persuase piú dalla muta 3415 8| affanno proferir parola, mostratogli la cinta troncata, singhiozzando 3416 6| stimato favore; e non che mostratone dispiacere, con riverenza 3417 2| che la sua bella anima; mostrerebbe di non sapere che i veri 3418 2| Né da lui discordante mostrossi l’onestissimo Tasso, la 3419 7| la fanciulla di presente motivatole ancora da Alberta, e credutone 3420 5| cena con vari e graziosi motteggiamenti e scherzi, come che la comparsa 3421 7| vostro maritaggio senza motteggiarle cosa alcuna del suo tentativo 3422 4| maniera il loro scampo. Poi motteggiata Cate per la doppia ventura, 3423 6| perché era fatale, che mai si movesse questa barca, che non trovasse 3424 8| tanto fu lontano che si movessero a favorirlo; che anzi non 3425 1| diviso.~Già Lorenzo non muor, se’l lume santo~trapassa 3426 7| niente giovando le parole per muoverlo, intraprese Lodovica di 3427 4| in certo secco lungo le mura d’uno di quei monasteri, 3428 2| sol d’armoniosa cetra~erse mural corona a Tebe intorno,~meglio 3429 1| a lavorare nelle fornaci Muranesi tornava allora a rivedere 3430 1| una picciola finestra nel muro serrata con alcune tavole, 3431 2| e sassi i carmi,~Cosí da musiche armi~trafitto gema a suo 3432 2| archi piú degni.~Se già musico fabbro~al tocco sol d’armoniosa 3433 6| dolcezza de’ lenitivi del buon mutamento, non con l’asprezza del 3434 5| alterna, o nel Tirreno,~mutando il corso ov’è soverchia 3435 7| uomini, ma le raggirano, e le mutano secondo i loro appetiti, 3436 2| propria d’amante, che è di mutare a guisa d’adulatore i nomi 3437 5| aveva tratto di barca per mutarsi, il serrò mezo ignudo in 3438 6| vocali e quattro consonanti mute e liquide ordinate con tal 3439 2| affanno,~e de la penna mia~narro in parte piangendo acerba 3440 4| della verità, di dirmi donde nascano negli amanti le lagrime, 3441 3| parer di Diogene la felicità nasce dalla vera allegrezza? E 3442 4| somigliante a virtú. Certo è, che nascendo dal fonte dell’irascibile, 3443 2| invitto sterpa e riseca le nascenti voglie amorose, che ben 3444 6| conoscesse, che non per altro nascevano di lui, che per apportargli 3445 6| numero quaternario non si nascondano altissimi misteri, e naturali 3446 2| dell’anima, che non si può nascondere in guisa, che d’ora in ora 3447 4| ignoranza, giacché non possono nasconderla agli occhi del mondo letterato. 3448 1| entrare in questa casa, e nascondermivi infino a che avessi poscia 3449 1| questa favola da romanzi) la nascondessero il suo pericolo, e che la 3450 1| le dame Panfilo dal suo nascondimento, elle si misero attorno 3451 4| semivestita anch’essa si nascose la faccia fra quei viluppi.~« 3452 7| Vittorio a questa veduta si nascosero, onde rimasti soli Placido 3453 3| il batello, entrata Cate nascostamente in camera delle dame, perché 3454 4| certi paludi, dove stati nascosti buona pezza, e usciti di 3455 6| povere donne, che per esser nate fra le delizie d’un paradiso 3456 6| fate apertamente conoscere nati di terra fra i sassi e i 3457 8| stata, che una semplice naturalista ne’ miei pensieri e discorsi, 3458 6| tranquillità di spirito, bevendo naturalmente poco, che per mio consiglio 3459 2| o mostri, o tempeste per naufragare fra l’onde o dell’ignoranza, 3460 1| rompendo i vostri legni~naufraghi di Turchia piangono i regni.~ 3461 5| le Sirene per dimostrar i naufragi, che fanno gli uomini nel 3462 5| cosí fetente, che mi faceva nausea solamente in vederlo: mi 3463 1| successi della battaglia navale, nella quale è morto il 3464 5| disse: Signora,~ ~Passa la nave mia, che porta il core~sotto 3465 2| fuora de i Ghebbi (canali navigabili della Laguna) sovra le secche 3466 2| che prescrisse~ ~a’ primi naviganti Ercole invitto,~ ~scoperto 3467 2| darle ad intendere, come si navighi ne’ golfi d’amore, come 3468 8| anni d’Ibraino, o non di nazion croato e nato cristiano, 3469 8| ricordo il nome, ma certo suo nazionale, chiesto alla madre, perché 3470 8| da zelo d’onore della sua nazione rimproverò a quell’uomo 3471 6| però da una sola cagione, necessariamente si formano. Quinci se agli 3472 4| Leonello, e riportarne le cose necessarie per suo servigio. Ben è 3473 2| fortuna la dama sia stata necessitata a ricoverarsi in casa del 3474 2| con Leonora, non fu mai necessitato da alcuno accidente sinistro; 3475 1| portamento».~«Veramente non posso negare, disse Glisomiro, che l’ 3476 3| d’amore non avesse saputo negargli cosa che avesse desiderata. 3477 8| parenti infin che vissero mel negarono per valersi della mia dote 3478 7| correnti sospetti cortesemente negata. Ma Glisomiro smontato in 3479 1| moglie al padre suo, il quale negatagliele con brusca maniera, ed amandosi 3480 3| fedele a Guglielmo, e con la negativa di quello che gli aveva 3481 1| sciocchi amanti.~Se Nisa negherà~sollievo al mio dolor,~Clorida 3482 3| religione cattolica».~«Non mi negherete però (disse Ariperto) che 3483 6| spirito; ma benché non si neghi che nel numero quaternario 3484 7| troviate indisposta, benché mel neghiate. Ditemi la verità, siete 3485 | negl’ 3486 7| quando si pensava già il negozio conchiuso, cascò una pietra 3487 1| altro sono quei suoi occhi negrissimi e sfavillanti, che una vera 3488 | nei 3489 7| gran pianto il mare~che nembo di dolor turba, e raggira~ 3490 7| convertiti in tratti di nemicizia, e d’ingiuria».~La inesperienza 3491 | Neppur 3492 | neppure 3493 8| fuligine, e cocapelli neri, crespi, curti e disordinati, 3494 2| val chiusa non gí la cosa netta.~ ~E mi conferma ancora 3495 2| gloria del Mondo.~Versi Nettun dal fondo~pianti e sospir, 3496 8| aspira.~Io famelico amante~di ninfe in lieto coro~lodo ben di 3497 2| stata) ma avola di molti nipoti tiene ancora i suoi begli 3498 1| compagnia di sciocchi amanti.~Se Nisa negherà~sollievo al mio 3499 7| parlare di queste cose con nissuno, se non per altro, per onor 3500 | niuno 3501 8| disse: «E che? Non posso io nobilitare chi mi piace?». E di fatto 3502 8| forza d’amore ingentilita e nobilitata.~Satisfatto ch’ebbe Glisomiro 3503 2| volesse di nottetempo diventar nocchiere di Leonora, e farle porto 3504 1| principessa,~ ~Queste note son nodi~che mi fa la mia donna attorno


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