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Ulisse Barbieri
Lucifero

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PARTE SECONDA

 

L'Ergastolo

 

IO.

Abbiamo fatto molta strada, dove mi conducete, maestro?...

LUCIFERO.

Seguimi e vedrai.

IO.

Che posso io Vedere?... è tutta un'immensità di tenebre che mi circonda, dentro cui parmi che noi nuotiamo, come in uno stagno paludoso. — Maestro; il mondo mi diceste è scomparso, eppure vedo laggiù d'innanzi a noi un fosco ammasso di pietre; mi sembra un palazzo, ma parmi ben tetro per esser tale; un terribil fragore di catene mi percuote l'orecchio: dove siamo?...

LUCIFERO.

Dimmi; non vedesti mai da ragazzo dentro a certe lanterne portate intorno da girovaghi incaponiti nel farla da dottori, riprodursi sulle preparate pareti, uomini e cose che ti passavan d'innanzi come per opera d'incanto?... fa conto che io ti rinnovi quello spettacolo; guarda ed osserva.

IO.

Veggo volti sparuti e minacciosi, ma noi passiamo inosservati in mezzo ad essi, maestro; chi sono costoro?...

LUCIFERO.

Esseri animati, uomini creati perchè avessero la loro parte dei diritti della vita.

IO.

È l'ergastolo questo?...

LUCIFERO.

Lo è!...

IO.

E che altro avvi qui se non gente lorda di colpa?... le loro mani sono tinte di sangue, allontaniamoci tosto.

LUCIFERO.

E chi tali li rese?... quale ei nacque, visse l'uomo!... e fu opera che violentò le leggi di natura il voler ch'ei fosse diverso da ciò che in sentivasi, per addattarsi alle forme delle sociali costituzioni. Messer poeta, avresti tu mandato al diavolo il sartore che t'avesse mal adattato un abito?... o ti terresti istecchite le membra per capirvi dentro?....

IO.

È quesito questo un po' strambo, maestro, e ben non so quanto s'attagli alla bisogna!...

LUCIFERO.

Tant'è che ci s'attaglia, che tu non sai trartene fuori che assai impacciato nella risposta!... Hai tu mai interrogato questo tetro edificio che si chiama la Galera?... Ben tristi invero ei ti parlerebbe, e compassionevoli storie, assai più di quelle che sentisti magnificar dalla storia piaggiatrice dei grandi delinquenti, che si chiamarono tanto più grandi in ragione dei maggiori delitti che posero per piedestallo della loro grandezza!... Guarda; vedi tu quella figura altera che squassa quasi con orgoglio la sua catena?... guarda l'occhio intelligente, la fronte aperta, le membra erculee, il petto ampio, che abbondevole di vita la respira colla vigorìa della sua costituzione; che ti sembra egli?...

IO.

Nol saprei davvero; quella fisonomia ha una tale espressione di sprezzante fierezza, che mal s'addice parmi alla sua posizione.

LUCIFERO.

E ben dicesti; ella è difatti la sprezzante fierezza di chi sia soggetto al peso di una posizione che non dovrebbe essere la sua.

IO.

Pure tale è la sua sorte!...

LUCIFERO.

Tale ti sembra; ma uno stato parziale è egli mai sicura caparra di ciò che esser dovrebbe?... La tirannide che spense migliaja di uomini ha ella mai spenta l'idea di cui l'uomo si è armato per insorgere contro di essa?...

Il corpo può ben essere inceppato come Prometeo sulla rupe, scoglio fatale su cui l'ardimento del pensiero, Prometeo eterno, è condannato dalla umana perversità, ma l'anima anche coll'ultimo fremito dell'agonia vive la vita potente delle sue convinzioni!...

Quale il vedi, quell'uomo, messer Poeta, sa d'essere superiore al suo stato, e lo disdegna, e guata orgoglioso dietro a lui come il gigante alla pietra nella quale inciampò per via, e per caso lo cadere.

Guai a chi si faccia guida sino all'abisso in cui si vuol trascinare una vittima. È che essa può concepire l'idea della sua forza, dacchè sia la disperazione quella che fa compiere i più alti atti, o colpevoli od eroici a seconda del principio da cui hanno origine. Quando mai i popoli più arditi sollevarono il grido della ribellione e vinsero?... Quando nelle loro carni più s'addentrò il morso del dispotismo, a dirgli: sei mia preda!... Allora s'accorsero che ciò era diffatti!... e guardatisi nella convulsione dell'ira, dissero: non sempre l'agnello resta agnello!...

IO.

Scusate maestro, se vi tronco a mezzo questa cicalata, ma non capisco cosa abbia a che far ciò, con quanto stavate per dimostrarmi!... parmi volevate persuadermi esser quell'uomo quasi un grand'uomo e che vestì per ischerzo quella casacca da galeotto!...

LUCIFERO.

E non manco certo d'affermarlo; sol mi fa ridere quel tuo poggiar da pretenzioso su quella parola grand'uomo, larga come le maniche d'un frate, da cui passano tanti peccati, quanti ei ne sappia condurre a fine, esperimentando sin dove possa arrivare la debolezza della carne!... Voi volete un gigante che conosciutivi pigmei, vi gridi sghignazzando sotto ai baffi arruffati: adoratemi!... e voi incensandolo, dei vostri corpi gli fate comodo sgabello, ond'egli vi monti sopra, e vi ghigni sul naso dicendovi: sono grande, perchè sono sopra di voi!...

Stupenda cosa davvero!

Anche Cesare seduto sul suo trono lordo del sangue di cittadini sgozzati, abbronzato il volto dal fuoco di arse città, era grande, quanto il più spudorato degli assassini può esserlo!... Anche Scilla era grande, a cui mancò la carta per segnar proscrizioni. Anche Domiziano che stancò il braccio de' suoi carnefici!... Anche Bruto il magnificato!... che dannando i proprj figli altro non dimostrò se non che, muta è ogni voce di natura dove non v'ha che stupida sete d'orgoglio!... e più vile libidine di potere!...

IO.

Eh, eh!... voi correte di galoppo, maestro!... e che?... non dovressimo noi forse rispettare le antiche tradizioni dei nostri padri?...

LUCIFERO.

E far di cappello!... e frustare il lombo delle vostre schiene innanzi a chi nacque leone o tigre, o lupo!... per svillaneggiare chi nacque coniglio od agnello!... Tant'è!... fu la morale del vostro secolo!... e tu attientivi a tuo bel agio!... Io per me dico che da bandito a guerriero non metto altra differenza, tranne quella che l'uno è pagato lautamente per cacciar l'altro, differenza di mestiere, che ciascuno fa per proprio conto!... al leone la selva, alla pecora l'ovile; l'uomo non pensò a ciò!... Impose a legge il proprio capriccio; ridottosi a stato sociale, disse; qui sta il retto, qui il disonesto, qui l'eroismo, qui la colpa!... qui il delitto, qui la virtù!... ah, ah, ah!... baje!... e chi vi dice quanta virtù abbia chi per adempiere a fatali esigenze della sua posizione, per dar pane ai figli che piangono, per vendicare un torto di ricevuta offesa, pone in non cale ogni dover suo.... ed onorato... o compreso di questo sentimento, si lancia nel delitto, per la strada della virtù?... Cos'è questa società che si è innalzata dettatrice di leggi?... L'unione di una classe che fattasi un diritto della forza, si impose perchè trovò chi ne ha accettata l'ascendenza!... che impose il tributo della devozione, e che impastata come è di pregiudizi ridicoli, stolti o malvagi, volle il sacrificio dei gonzi!... e dei creduli!.... Metti quattro persone legate per la vita e per la morte a massacrare ed a rubare, e costituiranno anch'essi una società, e ve ne sono tante quanti v'hanno bisogni turpi e buoni, che tendano ad unirsi per formare una massa, spiegando la bandiera d'un principio qualunque!... comoda cosa a farsi!...

Gli uomini dicono, costituitisi in famiglia abjurarono alla selvaggia lor ferocia, all'apatia dell'indole loro.... Menzogna!... l'uomo vestì un diverso uniforme, ma rimase sempre qual nacque.... e camminò dove, lo trasse una pulsazione più o meno violenta di sangue!... e agì come lo fece agire lo scatto del suo meccanico organismo durante lo sviluppo della sua vegetazione!... Quando si disse delitto l'assassinio, e l'uomo vidde a d'innanzi il patibolo, da tigre si fe' volpe; trovò che la civilizzazione bandiva il pugnale, come troppo rozzo arnese, e si servì dell'ingegno.... ma tra la meta ed il pensiero fissò l'ostacolo che doveva sparire, e se sulla via che doveva percorrere non rimase un cadavere materiale, si compiè in quella vece l'assassinio morale a mille doppi peggiore in viltà ed infamia! L'assassinio che consiglia il tradimento, e permise il bacio di Giuda pagato in moneta! Ma or basta.... che su ciò più a lungo non vorrei tediarti, e vorrei solo toglierti dal capo certo tuo modo di veder le cose, che mio non è certamente, e che appunto per ciò ti tenne, parmi, lontano dall'apprendere... e parmi che ancora ben a genio non ti vada!... Fatti dunque ben a considerare quell'uomo quale il vedi!... Ei vagì bambino nella sua culla, ed ebbe un sorriso tenero per la madre sua, saltellò pei verdi prati e colse fiori per la sua bella.... Egli ha ucciso!... Un uomo solo egli ha ucciso, ed è condannato da una legge che è confermata da un Re, che avrà ucciso migliaia di uomini, e che condanna chi ne ha dato morte ad un solo!... Eppure, vedi, stranezza!... Anche uccidendone uno solo, sarebbe un eroe forse, se avesse ucciso un Re, quel Re istesso a cui i popoli lasciaron uccidere tanta gente, credendo ch'ei ne avesse il diritto, e che lo tengono per giusto, colla stessa facilità colla quale per giusto terrebbero chi l'uccidesse!...

Con qual diritto condanna il giudice?... sa egli se i torti della società non davan diritto al colpevole di fare ciò ch'egli fece?... colla legge alla mano può egli farsi giudice della coscienza di chi abbia commesso un atto che può esser colpa, solo perchè fu stabilito che si dovesse chiamare così?...

Delitto è punire.... o meglio ancora fu stoltezza classificare la colpa.... che può essere una giustizia, ad onta di quanti vi sieno codici che altrimenti la qualifichino!...

Ogni azione ha la sua causa, a cui ascende l'azione istessa da cui parte, mentre l'atto non è qualche volta che una passiva conseguenza!...

I romani veduti i sabini abbondare di donne, mentre essi ne erano privi, le rapirono!... Le avrebbero essi rapite se ne avessero avuta la loro parte, in modo che lor fosse bastata?...

Quella rapina istessa ammetteva un abuso, la cui conseguenza era una mancanza, a cui quel fatto poneva una soluzione. Rapirono perchè non avevano altro mezzo d'avere quello che altri avevan più di essi, e che a loro parea non avesser diritto d'avere!...

Prevenire devonsi i bisogni se non si vuole che generino violenze. Ma siccome questo non si farà mai, così non saravvi mai cosa più ridicola del codice; è il più stupido dei libri, che crede poter ridurre a cifre le umane passioni, e non fa che istupidire quelli che vi metton mano!...

IO.

Ma cosa ha a che far tutto questo con ciò che avete a mostrarmi?...

LUCIFERO.

Ha che fare come cosa che si collega a cosa, dacchè la vita altro non è che una concatenazione di tanti piccoli fatti che ne formano le anella, e che si rompono poi per riannodarsi altrimenti!... e stringere altre catene, finchè questa macchina animata che è il mondo, non compirà la sua decomposizione, se pure è possibile che si decomponga senza rifarsi!... Io t'ho mostrato un ladro, un galeotto che poteva esser forse uno Spartaco od un Leonida!... che commise cosa che gli uomini chiamarono delitto, perchè i tempi, oppure anche l'occasione, non gli concessero far cosa che fosse in quella vece un eroismo!...

Guardane la culla!... lo vedi?... E un vispo fanciullino saltellante pei prati, come la cingallegra saltella di ramo in ramo!... cosa chiedeva egli?... Vivere!... E vivea come glielo consentiva il suo organismo... Chi gli ha misurati i palpiti del cuore?... chi lo animò di sensazioni?... Egli è quale è.... poteva egli esser diverso se tale lo fece la natura nella sua costruzione?...

Sai cosa fece la società?... creò obblighi d'ogni sorta e ogni sorta di pregiudizi, quali non potevano non crearsi dall'unione di tanti disparati elementi che si unirono per mettere il codice al posto del cuore, la legge come surrogato all'istinto, alla coscienza, al movimento umano, come più la voglia chiamare ciò che voi avete vestito di matte foggie!... e si mise fuori della legge come i Re!... si crearono degli obblighi e non se ne volle la responsabilità!... si crearono dei diritti per una casta, e si distrusser quelli dell'umanità!... si disse e si proclamò: si deve fare in tal modo!... e sai tu chi disse così?... coloro cui costava ben poca fatica il farlo?... Io trovo un caso grande che non rubi chi non ha nulla, mentre vede altri aver più del superfluo, mentre egli non ha neppure il bisognevole.... tristo consigliero è il bisogno!... il bisogno è mancanza assoluta di qualche cosa.... mancanza, e desiderio di conseguire, stanno insieme come terra a terra!... Desiderio è dolore, ed è cattivo compagno che s'infiltra nell'animo e lo rode come il tarlo rode i panni!...

Tutto ha una logica conseguenza nella vita!...

I fatti sono la conseguenza di altri fatti. L'azione buona o malvagia, è una susta che scatta dal meccanismo umano!... bisogna perchè scatti che un'altra azione vi abbia dato impulso. Se fosse diversamente si rimarrebbe inerti, ed è all'origine della colpa che è d'uopo sempre di risalire, onde giudicare chi sia il colpevole!...

 

 

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