Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Ulisse Barbieri
Lucifero

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

PARTE QUARTA

 

Il racconto di Lucifero

 

La carcere e tutti i suoi inquilini era sparita a noi d'innanzi; mi sentii tratto per lo spazio, come, a volo. Sul volto sentiva soffiarmi un alito freddo freddo; calammo a poco a poco e ci trovammo sulla vetta d'un alto monte, di cui non vedeva le fondamenta tant'era fitta la nebbia che ci stava d'intorno.

Sediamo qui a bel agio, e stammi attento, mi disse Lucifero lasciandosi cadere sovra un masso come uomo stanco dalla fatica: in mezzo a questa nebbia era dura da fendersi l'aria.

Io volea ribattergli che si potea stare dove eravamo senza torsi la briga di far tanta strada, ma stava formando tal pensiero quando ei lo ruppe a mezzo e cominciò:

«Devi sapere ch'io me ne stava un a diporto sulle rive dello Stige!... è la mia passeggiata prediletta.

Figurati quel fiume dalle acque nere, gravi, imponenti, che via corrono senza suono. — Una turba di alati vampiri vi si aggira intorno, ed empie di strida bizzarre le vaste latitudini di uno spazio fitto di tenebre. — Da ogni lato selvaggi dirupi, nelle cui gole l'eco ripete il gemer dei venti che vi irrompono sibilando. Per sette strade si fa capo al mio palazzo, ch'io feci scavare coll'ugne delle mie arpie nella più interna gola della più alta montagna, ed intorno al quale misi al lavoro quanti dannati mi capitarono laggiù, tanto da farne la più splendida reggia che non invidia al cielo altro che la sua luce a far più scintillante la sua dovizia di gemme!... Cerbero latrava innanzi alla gran porta d'acciajo, scuotendo le sue sette teste.... Era quello il segnale d'avviso che mi dava Caronte ogni qualvolta stava traghettando qualche nuovo ospite....

Veniva diffatti la pesante barca verso la destra riva del fiume, ed entro quella eravi un'ombra che a malincuore si lasciava traghettare; mesta e pensosa ella guardava in volto il fatal battelliere e parea gli chiedesse venia, parola stolta a cui egli faceva orecchie da mercante, come buon usurajo che sente strillare lo spennato merlotto colto in pania a buon tiro!...

Se tu lo vedi, è un caro compare Caronte.... e ti sa dire più lepidezze con quel suo labbro raggrinzato, che non dicano corbellerie i vostri deputati, quando voglion far pompa di spirito!...

Egli ha imparato tutti i gerghi, e tutte le lingue, onde intendersi meglio co' suoi avventori, e più d'un'ombra me ne fece le lodi, quando si fu un po' accomodata laggiù....

Hai da vederlo quando noleggia la barca per le corse di piacere, che si danno lo scambio talora sullo Stige, ove si fa gazzarra di risa e di tripudi.

Lo diresti il più matto ed allegro compare che veste panni di battelliere!... e come vi dentro!... e come voga!... e come s'ubbriaca!... abbiamo del vino laggiù da far ballar la zucca a più d'un morto, che talora, credo, non rimpiange affatto la vita.... massime s'io il fo per caso guardiano alla mia cantina o lo metto a coltivare ne' miei vigneti!...

Caronte era quel giorno più che mai in vena di far follie e facea girare la barca su pel fiume, ond'io vedutolo a far tal gioco, lo chiamai e fattolo appressare montai seco in barca.

L'ombra ch'ei traghettava era d'uno che era finito in tal posto dove pochi hanno gusto di finire!... Aveva lasciata la testa in mano di poco urbano compare, il quale sebbene dovesse fargli un brutto tiro, lo baciò prima di spiccargliela dal busto!... Egli se la teneva tra le mani.... e quei due occhi che si roteavano nell'orbita, stavano guardando il corpo in modo ancora da trasognato, e parea non sapessero capacitarsi che loro fosse dato guardarsi spiccati così come erano.

Vedutolo in sì mal'agio e sì mal concio, mi prese compassione di quel disgraziato e toltagli la testa di mano gliela accomodai sulle spalle. Egli mi sorrise, ed il suo sorriso aveva un tal che di dolce, che m'invogliò d'una strana idea....

«Vorresti tu dirmi, gli dissi, perchè ti hanno fatto tal servizio da spedirti qui con sì ratta corsa?...»

Egli mi fe' cenno che ben di buon grado assentiva: ordinai a Caronte che ci menasse un po' a diporto e mi feci tutto orecchi.... l'ombra incominciò:

«Io nacqui a Roma... È d'uopo sappiate che io aveva una sorella, un padre ed una madre; mio padre era un buon mercante che se la campava alla meglio col frutto del suo lavoro; mia sorella Adele viveva in famiglia.... si campava discretamente.... Ma siccome non si fa mosto senza tinozza, anche il nostro malanno c'era in casa! e questo malanno era un giovinastro rotto ad ogni buon costume, che bazzicava intorno all'Adele.... e le prodigava cortesie, come una donna di mondo vi prodiga baci per mungervi il taschino!... Scusate messere, mi diss'egli sorridendomi: ma v'è un proverbio lassù ed è che quando in qualche affare ci si caccian le corna del diavolo, quell'affare non c'è verso da raddrizzarlo!...

«Son dunque tenuto in qualche conto! risposi io per nulla affatto piccato della stima che mi era dimostrata

«Vi s'era proprio cacciata la coda del diavolo, seguitò egli. Io amavo mia sorella come è dovere che s'ami, e s'anco non fosse dovere, chè io non sono già dotto di cose da sapienti!... so che io l'amavo e vedeva di mal occhio che quel suo damerino gli facesse intorno la ronda.

Ma sì! fattevi a sbizzarrire il matto cervello di caparbia fanciulla!... Tanto varrebbe pestar l'acqua nel mortajo.

Lei lo teneva per la perla dei galantuomini; egli voleva venire al suo punto, e ci veniva, sfido io!.... senza tanti rovesci! Non c'era che da illudere una bonacciona! e da giuocar un tiro da galeotto sopra gente che s'intestardiva a crederlo pasta da galantuomo. Non v'era amico più di lui assiduo nella famiglia; mio padre e mia madre lo tenevano come un figlio.

L'Adele però non l'amava e doveva farsi sposa con un banchiere di città.... Paolo lasciò che le cose camminassero pel loro verso; non se ne diede per inteso, e sotto vento macchinava intanto come sventare quelle nozze che gli erano una spina al cuore.

Mio padre che da qualche tempo si lanciava nel campo azzardoso della speculazione, aveva un consigliere... era Paolo. La fortuna gli arrise più volte.... ma a forza di tentar il malanno, una volta o l'altra finisce col capitarci adosso.... e ciò avvenne diffatti. L'ultima impresa in cui aveva giuocato per posta, quasi tutto il fatto suo, gli fallì. Il sinistro aspetto della rovina si cacciò in mezzo alla nostra famiglia. Si dovette sagrificare la dote di Adele per uscirne onorati, ed il matrimonio com'è naturale andò in fumo.

Gli amici tutti della famiglia si allontanarono tosto, come frotta di rondini al sorvenire del verno; non così Paolo, che ci si fe' più attorno, prodigo più che mai di consigli, di conforti, sì che parea che l'animo suo dividesse tutta la sventura che c'era toccata

Come prostrata sotto l'incubo d'un penoso sogno, l'ombra stette per alcuni istanti assorta in doloroso atteggiamento. La testa gli ricadde sul petto oppresso; nelle pupille immote tremolò una lagrima; trasse un profondo sospiro, come uomo che si svegli a mezzo della strada che fece sonnecchiando, e continuò:

«Di fronte a questo attaccamento che sorviveva alla sventura, e che pareva farsi più forte col crescer dei nostri affanni, io mi pentii d'aver sospettato; cancellai dal mio cuore un tal qual senso di antipatia che senza darmene ragione sentivo in me verso colui, e come succede quando coll'animo retto si vuol rimediare ad un colpa che si crede d'avere commessa, pagai il suo affetto con tutto lo slancio della stima che gli aveva prima ricusata.

Ahimè!... i frutti dell'opera sua non dovevano tardare a maturarsi, e ben tristi, come tristo ne era il germe, non essendo l'ostentato attaccamento del vile, altro che giuoco d'astuzia e di infame scaltrezza che la vinceva a posta sicura sulla buona fede.

Nell'animo della mia povera sorella quelle premure che le erano prova di cuore cortese e gentile, accesero ben presto uno di quegli affetti che vivono dell'abbandono della confidenza. Essa lo amò con tutto quello slancio di cui sentivasi capace nella ingenua credulità del suo pensiero.... L'istante era giunto! egli aveva aspettato pazientemente al varco la vittima, come l'assassino che s'apposta ad un crocivia!... L'amore ha i suoi momenti d'espansione a cui l'anima della donna non sa resistere, ove il libertinaggio se ne faccia strumento!... Saper indovinare quell'ora di prostramento che ha bisogno d'una carezza! quella carezza che provoca il bacio, ecco la scuola di codesti pigmei di carne, che fanno consistere il loro eroismo da gabinetto nel calpestare quanto vittime possono sul loro sentiero parassita!... e che camminano a fronte alta in mezzo al fango con cui insozzano ogni virtù, che non sa leggere la menzogna sotto al cinismo delle loro labbra impure!...

Mia sorella cadde, e dopo il disonore, venne l'abbandono!... invano ella pregò; pianse invano; un giorno coll'angoscia nel cuore mi si gettò ai piedi confessandomi tutto l'orribile tradimento, tutta l'insania di quell'arte scaltrita per cui egli era giunto a compiere l'opera sua.... Io uscii di casa pazzo, furente....

Lo incontrai, trassi il pugnale dalla cintura e lo lasciai morto sulla via!...

Ho pagato col mio capo questo delitto!... le leggi almeno dissero che era un delitto!... mormorò egli, mentre sulle sue labbra correva un disdegnoso sorriso

L'ombra si tacque; eravamo giunti alla riva, io pensavo tuttora assorto in strambe astrazioni allo strano racconto, quando l'asta della barca che battea contro la sponda mi trasse da quel mio fantasticar bizzarro. Seguii collo sguardo quello spetro di dolore che s'allontanò muto ed assorto per la buja spiaggia, e rifletteva che stupida cosa siano le leggi che colpiscono sempre l'atto che sta loro d'innanzi e quasi mai ascendono a trovarne la causa!...

«Orbene!... dimmi tu adesso.... non fu delitto forse quella giustizia, e non fu invece giustizia quel delitto?...

Cosa rimase dopo quell'atto legale che, punì un atto che era per stesso una punizione?

Il dolore d'una donna, l'onta d'una famiglia!... la disperazione d'un vecchio!...

Dolore, dolore e dolore!... solo retaggio che venne all'umanità dalle sue istituzioni sociali, che vincolarono l'uomo agli infiniti pregiudizi, che lo resero un bamboccio incapace d'alcun atto di indipendente volontà

Io non seppi che rispondere, e chinai la fronte impensierito; egli mi trasse da quel mio smarrimento; ed alzatomi pel bavero del soprabito di sopra alla vetta dove c'eravam posati, sentii che mi trascinava tuttavia per lo spazio dentro cui ci addentravamo, soli in mezzo a quella vasta immensità, che non aveva confine e che si popolava di tutti i fantasmi evocati dall'orgasmo dell'immaginazione.

 

 

———




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License