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Ulisse Barbieri Lucifero IntraText CT - Lettura del testo |
CAPITOLO III.
Insomma!... l'amava o non l'amava?... mi domanderà il lettore.
O che bel vezzo è mò questo di tradurci innanzi il vostro protagonista mentre aspetta il sole che nasce, che poi fa quasi a pugni d'innanzi ad una chiesa per veder in viso la sua bella!... per mandarcelo ad un tratto chi sa dove... a profanare in un'orgia chi sa qual nome... Signor novelliere!... l'è questo un andar a sbalzi che non ci garba gran che!... E poi... chi è questo signor Carlo che sta guardando i pesciolini che guizzano, come uno scolaro del Seminario!... che canta delle romanze che sono andate giù di moda, e che dato poi uno scappellotto a tanta ingenuità preadamitica ci fate smarrir d'innanzi, lasciando a noi da lambiccare il dove abbia potuto cacciarsi....
Affè, dico io.... cosa importano mò a voi, belle lettrici, giacchè è per voi che butto giù questa novelluccia da strapazzo! cosa importano a voi i connotati più o meno speciali e fotografici dell'eroe di questo racconto?... prima di tutto.... disse, ed a ragione, un nostro chiaro scrittore, che al dì d'oggi quest'ufficio che altra volta era un privilegio dei romanzieri, se l'han preso certe persone che hanno tanto a che fare colla poesia come il Patio nel Corano!... sebbene sia merce dell'istessa stoffa!...
D'altronde, sapete perchè v'ho accennato il suono de' suoi passi, invece di disegnarvelo, spendendovi dietro una dozzina di paginette?... prima di tutto perchè si vuole che io faccia presto!... in secondo luogo ho pochissima voglia di scriver molto!... e poi, perchè credo che l'uno per l'altro il suono dei passi lo rendano tutti con una certa qual prossimitività d'uguaglianza, dalla quale voglio trarre pressochè una norma dell'uguaglianza dei difetti e delle virtù, di bene e di male, onde s'informa questo ammasso d'ossa e di carne, di sangue e di vene, che costituisce il meccanismo di questo logogrifo ambulante che dicesi uomo, mentre agisce su questo vasto teatro che dicesi mondo!... rappresentando questa farsa comico-tragica che dicesi vita!...
Tutt'al più sarò obbligato a dirvi l'espressione esterna dei suoi lineamenti, e se ben non m'inganno sembrami avervi detto che era bello, pallido, così come un ritratto al dagherotipo esposto alla curiosità dello sguardo.
Guardava i canneti indorati dal sole, cantava una romanza sentimentale passando sentimentalmente sotto ad una finestra, poi andava ad orgiare salutando con un brindisi l'idea conquistatrice del bollente suo spirito!...
Lo faceva così.... perchè tutti gli uomini hanno vari momenti nella loro vita che prendono tinte analoghe dalla loro posizione, come le acque riflettono i colori del cielo, e subiscono lo stato degli elementi!... Oggi si piange, domani si ride!... oggi si dorme, domani si muore; differenza di posizione!... Giuoco d'ottica!... Uno dei fili arcani da cui sono mosse le suste delle marionette terrestri subisce una oscillazione, un altro si spezza, ed eccovi perchè chi è sano s'ammala, chi è vivo muore, chi è ricco diventa povero, chi è onesto si fa ladro!...
Cambiamento di luce nella gran lanterna magica del creato!... Sviluppo di forme partorite dallo sconvolgersi degli eventi sul terreno del tempo!...
Bah!... follie o grandezze a seconda del modo con cui si vedono le cose. Sinonimi e figure, ombra e luce, finchè cade la tela dell'ultimo atto, finchè il passato si confonde coll'avvenire, e l'avvenire si sperda ombra fatua nelle tenebre del nulla!...
Ma lasciamo queste oziose digressioni!
Erano scorsi varii giorni dall'incontro dei due giovani tra la folla che li divise.
La giovinetta seguendo la buona madre era uscita dal tempio, e Carlo l'aveva occhieggiata a suo bell'agio; s'eran scambiati un sorriso, poi allegramente s'era recato a stanare un gajo crocchio d'amici, coi quali passò la giornata, impiegando di cuore tutta la sua volontà in un buon achitto al bigliardo del caffè Partenope, quanta ne adoprò per dare ai suoi sguardi un'espressione che rivelasse all'ingenua donzella il ritornello a metro obbligato di tutti gli amanti, più o meno amanti od amati!
Carlo però nulla aveva a fare!... ne veniva di conseguenza che gli rimase molto tempo per pensare al suo amore!...
S'avvicinava l'inverno, e le passeggiate romantiche che si fanno così volentieri allo spirare della tiepida aria di primavera, alla fresca aria delle sere d'estate, poi con meno diletto fra le nebbie dell'umido autunno, diventano tremendamente nojose alla rigida brezza delle sere d'inverno!... Allora si sente il bisogno d'un buon fuoco, per quanto il cuore ci possa avvampare ardentemente!... la mente spazia nelle soavi voluttà d'una ben fornita cena; al suono de' baci dati e scambiati; fra il tintinnir delle tazze colme e vuotate ed al frizzar vaporoso dello champagne!... Almeno così la pensava Carlo!...
Per un po' di tempo stette lambiccandosi il cervello; ma.... cosa non consiglia l'amore?... ed il freddo?...
Adelia aveva un fratello; giovane di svegliato ingegno, che si era dato allo studio dell'avvocatura e doveva partire a giorni per Padova, onde terminare il suo corso universitario.
Al nostro eroe arrise una di quelle stupende circostanze che non si presentano due volte, e che non bisogna mai lasciar sfuggire alla prima!...
Davasi una cena; una gaja brigata d'amici erasi raccolta innanzi ad un buon fuoco, da cui era riscaldata un'allegra sala da pranzo!...
— Ebbene?... cosa c'è di nuovo a questo vecchio mondo? diceva un giovane attillato, arricciandosi sulla fronte una ciocca di capelli che gli davano un'aria più che poetica.
— Bah!... sempre la stessa storia, rispondevagli dalla sua seggiola a bracciuoli un uomo che poteva prendersi a prima vista per quello che voleva mostrar d'essere, mentre vuotava un colmo bicchiere di nebiolo; la storia del lupo e della volpe!... ingannati e ingannatori!...
— E ingannatrici.... soggiungeva un altro.
— Bravo! nessuna eccezione, ribattè Arturo.
— Libertà ed eguaglianza.... confermò l'uomo che poteva parer giovane.
— E tu Carlo?... non fai eco?... cos'hai?... I diavoli neri ti frullano in capo?
— Credo che sia un demonietto roseo, saltò su a dire ridendo Arturo.
— Nulla, rispose Carlo: cosa volete che abbia! sono annojato, ecco tutto.
— Bevi!... inauguro un brindisi col rondò della Traviata!...
— Per carità, Adolfo, esclamò Carlo sbadigliando, non mi parlare di traviate!...
— Hai ragione, sono troppe!... Abbondanza nel numero e nella specie!... questo però non toglie che Verdi abbia scritto della musica sublime.
Adolfo si empiè il bicchiere e lo vuotò lasciandosi andare sovra una sedia canticchiando ad onta dei.... sss!... degli amici un brano della sua opera favorita.
— Ma silenzio! che il diavolo ti porti! sento rumore nell'anticamera, disse Arturo alzandosi.
— Sarà l'invitato di questa sera.
— Ah!... l'amico Enrico! grida Arturo; e slanciandosi fuor della sala ricomparisce presentando all'adunanza il fratello di Adelia, che vi fu accolto con tutti quegli onori pieni di confidenza che si prodigano in tali circostanze.
Il fratello di Adelia era un bel giovane dalla fisonomia franca ed aperta; vero tipo di studente
Che studia poco e non impara niente!
come dice Fusinato.
Non è a dirsi che in un momento egli fu l'amico di tutti, tutti furono suoi amici. Non è a dirsi come Carlo gli fosse prodigo di delicatezze e di cortesie.... come gli offerisse tutto sè stesso.
L'indomani per tempo, Carlo batteva alla porta della sua casa, saliva con qualche trepidazione le scale....
— C'è il signor Enrico? domandava ad una fantesca che era venuta ad aprirgli.
— Oh, benvenuto l'amico Carlo!... esclamava una voce allegra a pochi passi da lui.... Enrico gli veniva incontro tutto cuore ed espansione.
— Mio caro Enrico, mantengo la mia promessa, rispondevagli Carlo con aria un po' imbarazzata.
Enrico l'introduce in un elegante salotto, alla stanza da lavoro, dove sua madre stava allestendo quei tanti nonnulla che occupano tutta la vita della donna di famiglia.
— Mia madre.... ti presento il signor Carlo T.... mio amico, ottimo giovine della cui conoscenza mi chiamo fortunatissimo!...
La madre di Enrico si alzò contraccambiando. Carlo vi rispose con una modestia che colmò d'ammirazione la buona signora.
Da una vicina stanzetta, forse dal nido dell'innocente colomba che allegrava col suo sorriso quel soave albergo della pace, s'intese un lieve rumore....
All'orecchio di Carlo non sfuggì un piccol grido soffocato che suonò dietro alle cortine che adornavano la porta.
Un volto pallido ed animato si mostrò nello stesso istante tra la fenditura della tenda.
— Mia sorella.... disse Enrico volgendosi a Carlo.
Carlo fisso in quell'angelica apparizione, appena seppe trovare qualche parola che nascondesse agli occhi che lo guardavano il segreto del suo cuore!...