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Ulisse Barbieri
Lucifero

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CORO DI SPIRITI INFERNALI.

 

Satan, satan!!... da queste bolgie eterne

S'alzi di gioja un canto!...

Alfin ruine e pianto

È la terra, e i viventi, e le superne

Volte del Ciel nel vorticoso impeto

Oscillan negli spazj. La Divina

Fra tutto distrugge!...

Ne' gorghi suoi rimugge

L'onda dell'oceano; di lor luce

Son scemate le stelle: è cupa notte,

Notte profonda che nel nulla adduce

Tutte cose quaggiù!...

Satan! Satano!...

Nella lotta feral degli elementi

Cui sol distrugger dato

È dal cenno terribil dell'Eterno,

O tutti voi d'Averno

Spiriti abitatori, all'opra uscite!...

Distruggete, straziate!... È larga preda

Offerta a voi!... Non riboccar mai tanto

Le vostre bolgie popolose e tetre

Di turba sì infinita!...

Si svolgono le pietre

Delle vette eminenti, e sibilando

Fendono l'aer cieco!...

Nei torrenti

Precipitan le quercie, ed ululando

Fugge dal bosco la smarrita belva!...

Rugge il leon nella spelonca o muore

Sotto quella schiacciato; si rinselva

Invan la tigre e l'upupa il ferale

Lungo suo strido innalza, e nel fatale

Decomporsi di quanto ebbe pria vita,

D'un gemito infinito

Echeggian gli spazj!.... Al seno stretta

La pargoletta sua, fugge la madre

Dal tetto elle rovescia, e le si affonda

Sotto ai piedi il terren; sovra la bionda

Chioma depone un bacio,

E l'ultimo sospiro

Scioglie, maledicendo col deliro

Convulso della mente, a chi dal nulla

sol la trasse a soffrir, nè gli fu letto

Di morte pria, la culla!...

L'amplesso estremo scambiasi il fratello;

Il micidial coltello

Stringe il nemico a vibrar pronto, e muore

La minaccia sul labbro, che, dar morte

Inutil opra vede, ora che incede

Fantasima imponente,

Inalterabil, cupa, e nella forte,

Destra brandendo la fatal bandiera,

Sulle ruine stassi del Creato

A sieder pronta!... La tremenda sera

Senz'alba più, è venuta!...

E trepidante, muta

L'universa famiglia il capo inchina

Nell'impossibil lotta!... La divina

Tra tutto distrugge!...

Ne' gorghi suoi rimugge

L'onda dell'oceano!... di lor luce

Son scemate le stelle!... è cupa notte,

Notte profonda che nel nulla adduce

Tutte cose quaggiù.... Satan!... Satano!...

Dall'ime vostre viscere

Scatenatevi o venti!... Ripercuota

L'eco a noi, negli spazj ogni lamento

Della terra e del Cielo!... Sovra i monti

S'accavallino i monti!... I mondi infrangansi

Balestrati nell'alto!... e stole e scettri

E quanti emblemi fur, d'empie e di stolte

Ipocrisie sparisca!...

E tutto nella prisca

Tenebria del nulla, al nulla nato

Torni il Creato!...

 

Al frastuono infernale di questo orribile canto che empieva le vaste latitudini dello spazio, io sentï di rifarmi. Pareami che tutta intorno a me si stringesse la terrea materia dentro cui mi trovavo e che a poco a poco mi venissi ricomponendo.... e fattomi corpo d'incorporea cosa qual m'era, urtai coi piedi contro una specie di coperchio resistente che cedette: Sorgi!... gridò una voce che parevami venisse dalle profonde viscere della terra ed abbracciasse tutta l'immensità di quel caos tenebroso, dentro cui stava ogni cosa.... E fu tal voce onde tutto tremò a me d'intorno.

Io non so come, mi trovai ritto ed immobile sovra una immensa pianura che doveva essere la terra, dacchè sentï che su essa poggiavano i miei piedi; un'aria fredda fredda mi intirizzì le membra, una cupa oscurità mi avvolgeva. Cercai il Cielo, sul mio capo non si stendeva che un nero ammasso di tenebre. Tenebre a me d'intorno, tenebre e silenzio; un orrido silenzio glaciale, più orrido della tomba. Era solo sulla tomba del mondo, dacchè il mondo era tomba e tutto.

Dopo un istante l'armonia disordinata, selvaggia, di quel canto che prima aveva udito, riprese, e la sentiva scendermi al cuore col brivido della paura. Era un urrà satanico di mille voci inneggianti alla distruzione che imponente dominava intorno a me.

Un vivo lampo eruttato come dal cratere di cento vulcani che ne formassero uno solo, mi accerchiò colle mille sue lingue di fuoco, ed in mezzo a questa vampa che tosto disparve, mi si mostrò una figura d'uomo, gigante e fiero; aveva l'occhio fulmineo, la chioma nera e ricciuta, tarchiato e snello, era lui complesso di forme maschie e in un dilicate.... Avea sulla fronte l'impronta dell'arditezza; sulle labbra erravagli un sorriso di beffa.

Che fosse il diavolo in persona il personaggio che mi stava davanti? Fu questo il primo pensiero che mi colpì, appena la mia mente rinvenne da quell'atonia in cui suole cadere lo spirito quando subisce l'impressione d'un avvenimento qualunque che si stacchi dal corso regolare dell'esistenza.

Pensai allora che Milton e Byron, affè!... non ebber torto dipingendolo quale l'hanno evocato dalle sue bolgie, e ben diverso da quello che han per vezzo di dipingere gli associati alla santa congrega, quasi a scenario della ridicola commedia del Cattolicismo!...

Era Satana difatti!... e ti confesso lettore che mi sarei sentito trasportare verso lui da un senso di simpatia, so non m'avesse dato qualche pensiero quel suo sogghignar di sotto a quelle nere e folte palpebre animate da un moto oscillante, tal che il suo sguardo mi parve un lampo che uscisse dagl'imi recessi d'un abisso, onde ne avevo abbaglio e sgomento!...

Ei si trasse dal seno una carta e silenzioso me la porse. Immaginatevi cosa vi lessi, e come strabiliassi in leggere, più che non si sgomentò Machbet, quando sul suo trono vidde assidersi l'ombra di Banco, o come la regina Antonietta d'Austria, quando richiesto un cavaliere mentre attraversava Parigi in poco propizi momenti, cosa intendesse fare il popolo per la guarentigia de' suoi diritti, questi gli mostrò infitta ad un palo la testa di un ministro, talchè dicesi prendesse odio alla parola libertà, che gli fu insegnata in sì strano modo, e non ci volle credere, malafede che trapelata al popolo pare lo persuadesse che non essendo bastato mostrargliene una, fosse bene tagliargliela, onde convincerla pienamente!...

Erano nientemeno che miei versacci scritti in non so qual matto ghiribizzo e dicevano così....

 

« Al Diavol vorrei darmi e mi darei

« Se quel ch'or m'è mistero ancor, potessi

« Mercè dell'opra sua, che dicon s'abbia

« Un talento precal; novello Fausto

« Nei misteri del Cielo e nelle strane

« Vicende della terra e degli uomini

« Gettar lo sguardo e interrogar d'impunto

« Quanti ha portenti il mondo.

E poi questi altri:

« È in me morta ogni fede; tutto è caso,

« Quanto qui s'avvicenda, ed ove e fosse

« Da un supremo pensiero il mondo retto,

« Il crederlo fia colpa, che sul labbro

« A Lui che del mal vive, alta bestemmia

« Sol ne verrebbe!...

 

Eccomi!... queste sole parole proferirono le sue labbra, che ripresero quel lor ghigno che tutto mi rimescolava il sangue nelle vene.

Io mi stetti confuso a riguardarlo, ed ei scorta quella mia trepidanza mi disse con far gajo; ti faccio io forse paura messer poeta?... Devo dirti che a quanti mi richieser dell'opera mia risposi sempre da compito gentiluomo, e a molti il puoi chiedere che più d'un discepolo m'ebbi, e a più d'uno dirozzai la cervice da matte fantasie che li facea tornar fanciulli e peggio che rimbambiti da aver paura degli orchi con cui la nutrice li addormentò nella culla!...

«Statemi un pò a sentire, maestro!... ribattei io, datemi un po di coraggio.... ben vedendo come all'incalzar suo dovessi opporre sagacia e fermezza. Dacchè siamo a questo incontro, sta bene quanto voi dite, e vi chiamo uomo d'affare compito, perchè vi munite di buoni materiali!... Ma.... stia pur ch'io abbia ciò scritto!... ed è stampato lo vedo.... ma è poi tutto Vangelo quello che si stampa, maestro mio!...

Io vi so citare di tante fanfaluche che dovreste avere un ben ampio registro da scrivervele, e non le capireste.

E poi!... vi state a credere sul serio che i versi d'un poeta, valgano come una scritta da mercante?... Siete uomo troppo esperto maestro, perchè possiate pensar ciò, e sapete bene che la mente detta come si sente di dettare, in un dato momento, e che un pò di fede l'ebbi anch'io, sebbene matte parole mi sien sfuggite qualche volta!...»

Diè in un riso Lucifero.... che m'arrestò sulle labbra la parola. — E che!... vorresti; mi disse egli, darmi a creder che tu fossi sì fanciullo?... se il facesti non fu certo per convinzione, o ti direi più che stolto!... ma per quel vezzo che avete voi altri poeti di affastellar tutto insieme per formare la tavolozza dei vostri colori, così che dite bianco al nero, e date per buono oggi quello che svillaneggiate domani!... E di che fede vai tu parlando che non sia parola vuota di senso, peggio che cicalar di vecchia scema per gli anni!... Volgiti intorno, interroga il passato.... il mondo in cui vivesti!... le creature che la popolarono, le vicende che lo agitarono!... Guarda scorrere rivi di sangue e da quelle onde vermiglie, gigante elevarsi il fantasima del dolore, dello spavento!... della desolazione!... Là il moribondo agonizzante, là il martire spirante sull'aculeo, là la madre priva di pane pei suoi figli, là l'eroe languente sotto il peso della calunnia, e traditori e traditi, e glorie e infamie, alternarsi sulla scena del mondo!... Guarda popoli che passarono come ombre nello spazio abbracciato dai secoli, come il bue trascinato al macello a cui solo basterebbe conoscersi!... turbe di scettrati fantasmi gavazzare nel sangue, e strano impasto di sozzi vizi e sublimi virtù.... tutto questo osserva, e sovra questo oceano di cose, metti un'ombra immota, cupa, impassibile, che tutto vede, tutto ascolta, come nulla vedesse, nulla ascoltasse, che annienta e ricrea e alterna la morte a scherno della vita. Ecco Dio!... ascolta un sommesso piagnolio di gemiti che si perdono per lo spazio, ecco la preghiera!... L'urlo disperato della bestemmia, un pò più lontano oscilla, poi.... Cos'è che domina su tutto ciò?... Il nulla che è il tutto!... che a tutto risponde, perchè non ha risposta!... fantasma dell'infinito, immagine fatua dell'immensità nel cui grembo maturano cose ed eventi!... Giuochi d'ottica nella gran lanterna magica del Creato, sviluppo di forme animate dal tempo, follie e grandezze a seconda del modo con cui si vedono le cose; sinonimi e figure, ombre e luce, finchè cade la tela dell'ultimo atto, finchè il passato si sprofonda nell'avvenire, e l'avvenire si perde, ombra pur esso, nelle tenebre di quel vasto abisso che è il nulla di tutto ciò che fu!...

«Ella è una strana filosofia la vostra, maestro!... replicai io sbalordito da quella foga di dire, e come affascinato da quello slancio, da cui mi sentivo tutto rapire oltre i confini all'umana mente segnati!...

«E quale ne avete voi?... continuò egli con sdegnoso disprezzo, che audacemente il fè ridere a fior di labbro. «Larve bugiarde, bugiarde promesse, risentite sempre e che sempre mentiranno. A che andar in traccia del domani, quando è dell'oggi che si vive?... Delirï matti di cui vi formate una corona di spine!... Egli è allora che vi sognate d'esser grandi, quando siete da meno che fanciulli assisi su piedestalli di neve!... Cos'è il fanatismo che crea gli eroi?... un cieco delirio della mente, un'insana menzogna del pensiero, un barbaro egoismo che si fa un mantello di sangue per ravvolgervisi e dire al mondo sono grande!... È sovra un monte di cadaveri che l'eroe cinge la corona d'alloro ed è salutato dall'applauso delle turbe che saranno domani sgozzate e sul cui scempio altri applaudiranno sollevando lo sgozzatore, che subirà poi l'istessa sorte!... è l'altalena della vita!... togliete il prestigio dell'idea che è la bandiera innalzata grido di guerra tra genti e genti, l'eroe sarà un assassino, perchè avrà assassinato fratelli!... il conquistatore coperto di gloria, sarà un ladro perchè avrà steso l'artiglio rapinante su ciò che era diritto de' suoi fratelli, che chiamò nemici, onde aver titolo a spogliarli!... Metti una mano nelle tombe, risuscita le ceneri di quanti morirono e morirono colla coscienza di compiere dei doveri ed altro non hanno commesso che delitti!...

Il grido di Patria che seminò la terra di cadaveri, e impinguò la borsa dell'agricoltore, che fece buon concime ai suoi solchi colle putrefatte membra, che fu egli mai?... Una pazza fantasia di cervelli malati!... Dio non diede patria all'uomo!... Creò il mondo e l'uomo. L'uno poi l'altro!... Il mondo è dell'uomo!... L'uomo è del mondo!... L'egoismo ne trasse arma a popolare la terra delle sue cento maschere, la forza se ne ammantò per regnare, svellete le maschere, fissate in volto chi vi si asconde ed avrete vinto!... Dio volle esser solo e lo fu, ed è despota!... ma lo è compiendo anch'egli il delitto dell'egoista: Diede e tolse, perchè sentì il bisogno di abbattere per esser solo ed eterno sul suo trono di folgori!... Io sconobbi il potere che gravava sovra di me e volli essere ciò che egli era, e che imponea che io non fossi; lottai e caddi, e dell'eredità della mia maledizione fu fulminata la schiatta dei deboli!... È d'uopo essere tutto o nulla!... Meglio quello che ora sono di quello che ero pria!...»

Lucifero splendeva di tutta l'affascinante bellezza che mortale può ideare a render l'immagine, di quel suo atto di fiera e nobile indipendenza!... di quella sfida, gagliardamente da lui lanciata contro quel potere da cui se si sentiva dominato, non era vinto, se gli restava tanta forza da sconoscerlo!... Per poco io non stetti per cadergli ai piedi.... mi ritenni però e pur piccato a non darmi vinto, dopo aver malignato alquanto sul dir suo.... parvemi aver trovato di che dargli ad uncinare con zigogoli indiavolati e gli buttai là, come una sfida, queste parole....

«Maestro!... vi so dir che mai avria creduto foste sì dotto delle cose umane, e ben m'avveggo che v'hanno grossolanamente fatto l'abito laggiù.... ma se ben parmi v'ha qualche cosa di vago in mezzo a quel vostro matto devastator d'ogni cosa!... qualcosa a cui passaste sopra per tema forse d'inciamparvi...» Io sorrisi.... Ei mi rispose con un sogghigno.

«L'amore!... vorresti tu dire, Poeta mio!...»

Io non seppi come ribatter parola al vedermi così di botto sorpreso nel mio pensiero, a cui ei di rimbocco seguitò «E che avete voi fatto della donna?... Affè io credo che Iddio diseredandovi dell'Eden, a scanso di rimorsi, per aver giocato coll'umanità, come un fanciullo colla pupattola datagli in dono dalla befana, creò sulla terra la donna, che si assise regina tra le genti, quando erano men barbare e meno civili!... e dalle quali s'ebbe almeno il culto dell'adorazione!... e parea stendere sul creato una catena di fiori, di fratello in fratello, prodigando il vergine bacio che dalla culla alla culla doveva stringere il soave nodo della comune fratellanza!... Poi.... che se ne fece?... Il fratello invidiò a quel bacio, guardò a quell'esile fiore col sogghigno della cupidezza, e disse; lo voglio mio!... ed il comando imposto al cuore abbisognevole di libertà, fu il primo scoglio contro cui cadde sanguinante la spennacchiata ala dell'amore!... Di quella creatura che come un mito doveva essere una personificazione del bello, se n' fece una cosa, che si diede, si donò, si vendette, ed ebbe padroni che la possedettero, non cuori che la compresero!... Le braccia che potevano stringerla al serto per darla al confidente abbraccio del fratello, si armarono del ferro omicida per difendere una proprietà; il ferro invido d'uno sguardo amoroso troncò il palpito del cuore attratto dal fascino della bellezza; l'armonia si ruppe!... La donna si sentì amata, ma trovò l'amore un peso che non ora più il libero e vago sogno della sua mente!... strumento di diletto scese di gradino in gradino sino all'abiezione del mercato!... Cercò l'uomo, l'idolo!... e trovò un despota che annodandosi alla sua esistenza le ripetè ancora: sei mia!... Il folle egoismo dell'uomo evocò allora il fantasma della colpa, e dalla sconoscenza della coscienza di sè stessi, nacque il matrimonio, e si chiamò il Cielo a complice delle umane follie!....»

«Affè!... io mormorai, sgomentato da quella sprezzante ironia e da quel cinico celiar su tutto!... mentre in me sentiva il veleno delle sue parole far fosca la luce del mio pensiero; affè!... maestro, ben tristo dono ci fè Dio allora della vita, se a tanto male non seppe o non volle por argine.»

«Meglio avesse lasciato dormire il creato nel sonno eterno dei secoli!...

«E qual miglior cosa ne sarìa sorta?...

«Chi lo sa?... forse un diverso soffio, diverse materie avrebbe animate!... Meglio forse, sarebbe stato ciò, al fare della vita un sogno che passa e più non te ne ricordi!...

«E che prometti tu... che a nulla credi?...

«L'oggi prometto!... il godimento!.... A che seguir le larve che si perdono nel bujo!... Vita, suona godere!... Pazzia almanaccar sogni da bimbi!... e brancolar nel vuoto!...

«Ma cesserà dunque l'esistenza colla morte?

«Si commuterà forse!... Ma che importa ch'ella si commuti, quando colla vita ogni ricordanza svanisca di ciò che fu?... Ma molte cose avrei a dirti che a te suonerebbero strane, e ti sarien pur sempre mistero... seguimi, Poeta, ascolta, guarda, e medita; mi dirai dopo se molte cose io t'abbia fatto vedere a cui forse non pensasti, o che confuse ti balenarono alla mente, e ch'io ti farò note perchè tu possa smentire a coloro che disser corna di me e de' fatti miei, e mi faccia fede che non tanto grullo mi sono quale vollero farmi parere laggiù!....

 

 

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