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Pietro Metastasio
La clemenza di Tito

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LICENZA

 

Non crederlo, signor; te non pretesi

Ritrarre in Tito. Il rispettoso ingegno

Sa le sue forze appieno,

Né a questo segno io gli rallento il freno.

Veggo ben che ciascuno

Ti riconobbe in lui. So che tu stesso

Quegli affetti clementi,

Che in sen Tito sentiva, in sen ti senti.

Ma, Cesare, è mia colpa

La conoscenza altrui?

È colpa mia che tu somigli a lui?

Ah! vieta, invitto Augusto,

Se le immagini tue mirar non vuoi,

Vieta alle Muse il rammentar gli eroi.

 

Sempre l’istesso aspetto

Ha la virtù verace;

Benché in diverso petto,

Diversa mai non è.

E ogni virtù più bella

Se in te, signor, s’aduna,

Come ritrarne alcuna

Che non somigli a te?

 




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