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Pietro Metastasio La clemenza di Tito IntraText CT - Lettura del testo |
Non ci pentiam. D’un generoso amante
Era questo il dover. Se a lei che adoro,
Per non esserne privo,
Tolto l’impero avessi, amato avrei
Il mio piacer, non lei. Mio cor, deponi
Le tenerezze antiche. È tua sovrana
Chi fu l’idolo tuo. Cambiar conviene
In rispetto l’amore. Eccola. Oh dèi!
Mai non parve sì bella agli occhi miei.
Mio ben...
Il chiamarmi così.
Perché?
Ti scelse
Cesare (che martìr!) per sua consorte.
A te (morir mi sento!), a te m’impose
Di recarne l’avviso (oh pena!), ed io...
Io fui... (parlar non posso)... Augusta, addio!
Di Cesare! E perché?
Perché non trova
Più degna d’un impero, anima... Oh stelle!
Così confusa
Abbandonar mi vuoi? Spiegati, dimmi:
Come fu? per qual via?...
Mi perdo s’io non parto, anima mia.
Questo accento sconsigliato:
A chiamarti ognor così.
Che vegliava in guardia al core;
Fu sedotto e mi tradì. (parte)