Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio La clemenza di Tito IntraText CT - Lettura del testo |
Galleria terrena adornata di statue, corrispondente a’ giardini.
Contro me si congiura! Onde il sapesti?
Un de’ complici venne
Tutto a scoprirmi, acciò da te gl’implori
Lo scellerato autor. Sperò di Roma
Involarti l’impero, unì seguaci,
Dispose i segni, il Campidoglio accese
Per destare un tumulto; e già correa,
A sorprender l’indegno! ed a sedurre
Ma, giustizia dei Ciel! le istesse vesti,
Fur tua difesa e sua ruina. Un empio,
Fra i sedotti da lui, corse, ingannato
E, per uccider te, Lentulo uccise.
Almen, se vive,
Egli nol sa.
E pure
De’ complici vi son. Cesare, è questo
Lo scellerato segno onde fra loro
Si conoscono i rei. Porta ciascuno
Pari a questo, signor, nastro vermiglio,
Che su l’omero destro il manto annoda:
Che ti sembra un impero? Al bene altrui
Chi può sagrificarsi
Più di quello ch’io feci? E pur non giunsi
A farmi amar; pur v’è chi m’odia e tenta
E ritrova seguaci, e dove? in Roma.
Tito, l’odio di Roma! Eterni dèi!
Io, che spesi per lei
Tutti i miei dì, che per la sua grandezza
E or sul Nilo, or su l’Istro arsi e gelai!
Io, che ad altro, se veglio,
Fuor che alla gloria sua pensar non oso;
Non sogno che il suo ben; che, a me crudele,
Per compiacere a lei,
Sveno gli affetti miei, m’opprimo in seno
L’unica del mio cor fiamma adorata!
Oh patria! oh sconoscenza! oh Roma ingrata!