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Pietro Metastasio
La clemenza di Tito

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SCENA DECIMA

 

Sesto, Vitellia, Tito e Servilia

 

VIT.

(Ah! Sesto è qui. Non mi scoprisse almeno).

SES.

Sì, sì, voglio al suo piè... (vuol andare a Tito)

VIT. (s’inoltra e l’interrompe)

Cesare invitto,

Preser gli dèi cura di te.

SES.

(Mancava

Vitellia ancor).

VIT.

Pensando

Al passato tuo rischio, ancor pavento.

(Per pietà, non parlar!) (piano a Sesto)

SES.

(Questo è tormento!)

TITO

Il perder, principessa,

E la vita e l’impero

Affliggermi non può. Già miei non sono

Che per usarne a benefizio altrui.

So che tutto è di tutti, e che né pure

Di nascer meritò chi d’esser nato

Crede solo per sé. Ma, quando a Roma

Giovi ch’io versi il sangue,

Perché insidiarmi? Ho ricusato mai

Di versarlo per lei? Non sa l’ingrata

Che son romano anch’io, che Tito io sono?

Perché rapir quel che offerisco in dono?

SERV.

Oh vero eroe!

 

 

 




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