- LA CLEMENZA DI TITO
- ATTO SECONDO
- SCENA TREDICESIMA Sesto, Vitellia ed Annio
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Sesto, Vitellia ed Annio
ANN.
(E Sesto
non favella?)
SES.
(Io moro).
VIT.
(Io tremo).
ANN.
Ma,
Sesto, al punto estremo
Ridotto io sono, e non ascolto
ancora
Chi s’impieghi
per me. Tu non ignori
Quel che mi dice ognun, quel ch’io non dico.
Questo è troppo soffrir. Pensaci,
amico.
Ch’io parto reo, lo vedi;
Ch’io
son fedel, lo sai:
Di te non mi scordai;
Non ti scordar di me.
Soffro le mie
catene;
Ma
questa macchia in fronte,
Ma
l’odio del mio bene
Soffribile non è. (parte fra le guardie)
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