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Pietro Metastasio La clemenza di Tito IntraText CT - Lettura del testo |
Camera chiusa, con porte, sedia e tavolino, con sopra da scrivere.
Signor, l’ora trascorre. Il dì solenne
Sai che non soffre il trascurarli. È tutto
Colà, d’intorno alla festiva arena,
Il popolo raccolto, e non si attende
Che la presenza tua. Ciascun sospira,
Di rivederti salvo. Alla tua Roma
Publio, fra poco. Io non avrei riposo,
Pria non sapessi. Avrà il Senato ormai
Le sue discolpe udite; avrà scoperto,
Vedrai, ch’egli è innocente; e non dovrebbe
Ah! troppo chiaro
Lentulo forse
Per averlo al perdono. Ei non ignora
Quanto Sesto m’è caro. Arte comune
Questa è de’ rei. Pur dal Senato ancora
Non torna alcun! Che mai sarà? Va, chiedi
Che si fa, che s’attende. Io tutto voglio
E puoi
Creder Sesto infedele? Io dal mio core
Il suo misuro; e un impossibil parmi
Ch’egli m’abbia tradito.
Ma, signor, non han tutti il cor di Tito.
D’un tradimento
Chi mai di fede
Non è portento,
Se ogni altro core